mercoledì 17 dicembre 2008

In Italia il licenziamento corre anche in Maserati

A riprova del fatto che i giornali sono ormai asserviti al regime, sempre più servili nei confronti dei politicanti, fino a censurare notizie rilevanti, non c'è soltanto la vicenda di Carlo Vulpio sollevato dall'incarico da Paolo Mieli, di cui non si sono viste tracce d'inchiostro, ma c'è anche lo scandalo del licenziamento di ben 120 lavoratori precari della Maserati. Di chi è la Maserati? Di Luca Cordero di Montezemolo (a proposito, anche Telecom annuncia 9000 licenziamenti). La Maserati non soffre certo la crisi, è in buone condizioni, le fa un lieve solletico soltanto un irrilevante calo delle vendite, ma il Montezemolo ha voluto ugualmente buttare in mezzo a una strada 120 lavoratori, anticipando quel che faranno altre grandi aziende (la Confindustria ha già annunciato 600 mila licenziamenti). Avete presente Montezemolo? Quello che ogni tanto va anche in tv a fare il moralizzatore e a rilanciare le sue belle prospettive di progresso economico e tecnologico? Che vada adesso da quelle 120 famiglie a parlare di progresso economico! Licenziati in tronco, all'istante e senza neanche dare loro spiegazioni. Questo è il destino dei precari, in Italia. Quando gli industriali parlano di sacrifici, intendono solo i nostri sacrifici!
Benché i lavoratori della Maserati siano in sciopero da giovedì scorso, in assemblea permanente, la realtà dei fatti rimane sconcertante, così come vergognoso è il comportamento della carta stampata e delle televisioni che latitano vigliaccamente. A causa dello sciopero è stato anche cacciato un delegato della FIOM CGIL -licenziato per rappresaglia- e queste sono le uniche azioni che il management italiano -da che è nata l'industria- sa compiere.
Qui non si tratta di piccole imprese, cioé quelle che maggiormente stanno correndo il rischio di fallimento. No. Questa è la Maserati di Modena che è di proprietà FIAT come la Ferrari. Questo la dice lunga sulle vere cause della crisi economica circoscritta all'Italia. Se è proprio la grande industria italiana ad assumere certi comportamenti arbitrari, vuol dire che la spina dorsale industriale del nostro Paese è marcia (non solo quella, in verità) e l'Italia tutta ne risente.
Attendiamo di sapere come evolverà la faccenda e come verranno distribuiti i 600 mila prossimi licenziamenti (ormai è un bollettino di guerra). Intanto vi ricordo che domani sera su Raidue, ad annozero di Santoro, interverrà Carlo Vulpio. Prevediamo un bel terremoto, molto prossimo.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

L'accerchiamento si sta completando e la classe operaia andrà al sottoinferno. Il nodo della questione operaia sta tutto lì, ristretto in un fossato di paura e incapace di sovvertirne le regole. Ci stanno prendendo per fame e finché ci lasciano dieci euro in saccoccia per la fine del mese, lorpadroni dormono tranquilli. Ma quanto resisterà ancora la classe operaia? Io sono stato fortunato per aver raggiunto la pensione, ma 25 anni passati in Fiat mi hanno reso molto più cinico e incredulo nella capacità dei lavoratori di incazzarsi duraturamente. Non servono azioni da ribelli "a sorsate" ma qualcosa che abbia a che fare con un vero e proprio movimento da "comune di parigi", dove più che sostituirsi ad un potere politico, serve l'abbattimento delle classi "alte e superiori". Da questo punto di vista gli operai non solo sono soli, ma non ci hanno nemmeno un Masaniello. Ahi, ahi!

Anonimo ha detto...

Montezemolo non è stato presidente Maserati fino al 2005?

coscienza critica ha detto...

L'attuale presidente della Maserati dovrebbe essere Roberto Ronchi, ma l'azienda fa capo a Montezemolo, poiché fa parte del gruppo Ferrari.

Wil ha detto...

Mmmm ... Santoro non mi è piaciuto per nulla, perchè non lascia spiegare a Vulpio per bene la sua situazione?

Ogni volta che prende la parola deve esprimersi in 2 secondi incalzato dal conduttore.

E' inutile che Santoro faccia battute e non lasci parlare.

Peccato.

Wil

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