mercoledì 21 gennaio 2009

Crisi economica? Quale crisi? Berlusconi ha ragione, non c'è nessuna crisi, non c'è mai stata e mai ci sarà

Quando Berlusconi afferma che la crisi in Italia non esiste, credetemi, ha ragione. Probabilmente Berlusconi non ha fatto caso all'etimo della parola CRISI e, senza volerlo, dice il vero! Se consideriamo la parola 'crisi' nel suo originario significato, ci accorgiamo che davvero non esiste un punto di svolta nella nostra situazione socio-economica. Già, perché 'crisi' proviene dal greco antico e vuol proprio dire 'punto di svolta' oppure 'punto di rottura'.
Qui in Italia non c'è nessun punto di svolta, magari ci fosse! Tutti i disoccupati, i precari, i poveri, i neopoveri, i cassintegrati... non aspetterebbero altro che un bel punto di svolta, una grande crisi, soprattutto di governo.
Si parla di crisi economica... anche qui il termine non è corretto. Oggi, in Italia, non esiste una crisi economica, non c'è un punto di svolta in questo senso. Magari ci fosse! Io intendo la crisi economica quel momento in cui si cambia totalmente metodo di gestione delle finanze, magari distribuendo equamente le ricchezze, senza più dover sottostare a regole finanziarie e di mercato dove chi è più ricco vince e chi è povero... fatti suoi.
Tutto è rimasto inalterato, secondo i piani diabolici di questo governo: i poveri (sempre più poveri) non sono diventati ricchi e i ricchi (sempre più ricchi) continuano a prendere per fessi i poveri.
In realtà è dal medioevo che funziona così, dal primo nucleo di borghesia nascente, dalla nascita dei Comuni. La Storia non è cambiata, semmai cambia il metodo, ma la sostanza resta. Ed è una sostanza fatta di soprusi di 'pauper et divas', di ricatti e ingiustizie ai danni del popolo che è sempre stato il principale artefice della propria disperazione e della ricchezza dei potenti. E da mille anni non è cambiato niente. Ancora oggi il popolino addomesticato, anziche organizzarsi in una protesta sociale, scende in piazza e sfida il gelo per supplicare la non cessione di un calciatore (miliardario) a un'altra squadra. Poi quel popolino torna a casa, magari in un monolocale, a far di conto per arrivare vivo a fine mese e a farsi svuotare il cervello dalla tv. E a proposito di svuotamenti di cervello e abbindolamenti mediatici, se vado più indietro nel tempo mi ritrovo persino nell'impero romano, al tempo del 'panem et circenses'. E' il caso di dire porca miseria, non è cambiato nulla e Berlusconi ha ragione.

7 commenti:

Lucien ha detto...

E infatti dov'è la crisi? L'importanza è che si possa vedere il grande fratello, che si vendano i telefonini e che il Milan non venda Kakà, il calcio non può andare in decadenza! Conosco persone che hanno più o meno il mio reddito (middle class),spendono 200€ al mese nel cellulare e mi chiedono esterrefatte: " Come fai a permetterti dei viaggi?" Semplice basta fare 200 x 12= 2400€ (togliamo pure 100€ che un po' lo uso anch'io). Ognuno ha le sue priorità! Ehi, mi hai dato lo spunto per un post.
P.S.
Quella del concerto di De André non te l'ho ancora perdonata. Scherzo, si vede che te l'eri meritato

coscienza critica ha detto...

@ Lucien
E sì, ognuno ha le sue priorità. Anche io ho amici come i tuoi. Ma il clamore di questi giorni su Kakà non l'ho proprio digerito, tutti quei tifosi invasati... che se usassero la loro rabbia per altri scopi...
Sì, Lucien, fai un post su questo argomento. Ci vuole!
ps. Io invece non ti ho perdonato Lolli, ma anche io scherzo, ovviamente :-)
Un caro saluto

Unknown ha detto...

Anche vecchio porcone... si può dire, con una eco rivolta a quel tal nanetto che si prende per gioco di noi per il suo massimo diletto.

Anonimo ha detto...

Le parole ormai non contano più niente, non si guarda l'etimologia, ma l'uso improprio (ma accettato dai più) che se ne fa.
Giornalisti, scrittori, ma anche maestre e professori sono convinti che il lessico cambi continuamente e che sia giusto che le parole assumano significati diversi. Non sono assolutamente d'accordo. Anche il linguaggio deve avere delle regole : il significato di una parola deve essere lo stesso per sempre. Semmai se ne possono creare delle altre. Senza regole una società non può esistere, si sgretola (lo stiamo provando sulle nostre spalle, da quando il mercato non è più regolamentato). Ugualmente, per quanto riguarda il linguaggio, senza regole si finisce per avere una Babele. Ed ecco allora una guerra che si trasforma in missione di pace, una dittatura si trasforma in democrazia e via così... Alcuni (come me) si sentono a disagio nel parlare con gli altri: se non siamo d'accordo neanche sul significato di una parola, come possiamo comunicare?
Per quanto riguarda il contenuto del post, che trovo interessante come sempre, non posso che essere d'accordo: sono cambiati i metodi, grazie al progresso scientifico, ma il risultato è quello di sempre: pochi ricchi e moltissimi poveri e servi.
Un saluto.

coscienza critica ha detto...

@ Riverinflood
La rima è ottima, ricercata. E' l'oggetto del poetar che mi fa dipoi inc...ar!

@ holamotohd
Mi trovo particolarmente aderente al tuo discorso, soprattutto quando dici che ti trovi in difficoltà a parlare con gli altri. Questo tema è quello dell'incomunicabilità, già caro a Ionesco e a tutto il teatro dell'assurdo. Già negli anni '50 saltava fuori la questione linguistica (in realtà esiste da sempre). Ma ci dobbiamo rassegnare... gli studiosi dell'Accademia della Crusca ammettono che la lingua, essendo viva, muta nei termini e nei significati degli stessi. Quale la nostra difesa? Non lo so. Ma fin che posso, cerco di analizzare le questioni anche sotto il profilo etimologico, finchè non mi scoppia il cervello e finché me lo permettono i miei grandi limiti.

CIAO :-)

Anonimo ha detto...

Cito : "la lingua, essendo viva, muta nei termini e nei significati degli stessi". Ci potrei anche stare, ma quello che mi fa paura è il fatto che spesso il cambiamento del significato delle parole è volutamente strumentalizzato dai mezzi di informazione e dal potere costituito. Alcune parole assumono il significato inverso! Difendersi è difficile, ma non impossibile. L'importante è ascoltare, cercare di capire ed avere una coscienza critica ;-)

Anonimo ha detto...

Che dire? Osservazione brillante e tragica. Magari fosse una crisi nel senso di inizio di rivoluzione! L'Italia imploderà in modo assolutamente silenzioso e inodore (escludendo la puzza per la monnezza) e il mondo civilizzato non se ne accorgerà nemmeno.

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