mercoledì 25 marzo 2009

Casa? Piano!

Sul famigerato 'piano casa' compaiono puntuali le smentite di Berlusconi, i ripensamenti degli analisti, le riscritture degli articoli di giornale, le promesse sui controlli dei finanziamenti, le proteste delle Regioni (o delle ragioni).
Il cavaliere dice di non aver mai parlato di villette, bensì di abitazioni mono/bifamiliari, sostenendo che queste abitazioni costituiscono il 50% delle case totali italiane. Ma dove vive Berlusconi? L'ha mai vista una città? Sa cosa sono i condominii? Ma forse Berlusconi si riferisce alla miriade di seconde case abusive sparse per il Paese, allora gli diamo ragione. Il problema è che su queste seconde case, essendo molto spesso abusive, si profila un altro condono, uno di quelli maxi che fin dal 1993 stanno cambiando in peggio il volto della nostra Italia.
Altro problema: ammesso che si riesca a trovare qualche abitazione mono/bifamiliare nei centri storici, le Soprintendenze, preposte a loro tutela, non potrebbero far fronte al vaglio di tutte le richieste e, se dopo 30 giorni le Soprintendenze non risponderanno, i proprietari delle case si avvarranno del silenzio assenso e potranno modificare quel che vorranno, magari chiudendo con alluminio anodizzato una loggetta del 1500 o abbattendo qualche bassorilievo dei Della Robbia per far posto a un terrazzino. Sì, perché il problema (e il bello) dell'Italia è anche quello relativo all'enorme quantità di manufatti artistici, di edifici storici, di volumi e siti archeologici di altissimo valore che, con il piano casa del governo rischierebbero di andare perduti per sempre. Si profila una costruzione selvaggia, insomma.
Berlusconi, sempre lui, dice che questo piano serve a rilanciare l'economia. In questo tempo di crisi, è vero, tutto fa brodo e un po' di lavoro per gli edili fa sempre bene (salvo incidenti sul lavoro dovuti a ingaggi in nero e a insufficienti misure di sicurezza). Ma anche qui... andiamoci piano. Se proprio si vuol rilanciare l'economia con l'edilizia, perché non procedere alla riqualificazione dell'incredibile numero di edifici dismessi o sfitti? Ce ne sono una caterva (300 mila solo a Roma). Esistono intere aree, non solo cittadine, in cui si collocano manufatti che non servono più a nulla o che non sono mai stati utilizzati. Cominciamo da lì, semmai.
Si spera che, con la crisi, gli italiani non spendino i loro soldi per ampliare la loro casa e personalmente ritengo che questo piano sia, alla fine, un'altra legge ad personam.

Nota su Andrea Palladio
500 anni fa, il Palladio ci insegnava che, per ben costruire un edificio, bisogna anzitutto saperlo collocare nel suo contesto, disegnandolo in rapporto agli elementi naturali del luogo e al profilo del terreno circostante.
Altri tempi, altri spessori, altra Italia!

3 commenti:

Unknown ha detto...

Però, se potessi avere una casa firmata Palladio...

Andrea De Luca ha detto...

infatti :)

coscienza critica ha detto...

@ Riverinflood
Non credere che sia tutto un vantaggio... se vuoi piantarci un chiodo, devi prima presentare istanza scritta alla Soprintendenza e, forse, dopo due mesi, attaccherai il quadro. Ma questo è solo uno dei problemi.

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