mercoledì 12 agosto 2009

Operazione INNSE. Gli operai sono scesi e hanno vinto. Ora l'esempio deve estendersi

Quello che gli operai della INNSE hanno compiuto ha un valore molto particolare. In un'Italia narcotizzata e lassista, l'azione di forza di questi lavoratori si configura come vero atto eroico. In altri tempi, gli italiani erano anche capaci di organizzare scioperi generali di un mese e di riguadagnare così i propri diritti. Oggi gli scioperi vengono centellinati e misurati a ore! I sindacati sono ammuffiti, andati in letargo con la pseudo-opposizione.
Occorre prendere esempio dagli operai della INNSE. In autunno ci saranno molti altri lavoratori che perderanno il posto di lavoro. La scuola pubblica ha già subìto un primo taglio di 42 mila posti, sulla base di una cifra pianificata di 200 mila. Cosa vogliamo fare? Se i sindacati non sanno organizzare una vera lotta, occorre agire da soli, sull'esempio degli eroi della INNSE.
Va da sè che un'operazione INNSE, estesa in tutt'Italia, ad effetto domino, avrebbe certamente una conseguenza devastante per questo governo di mafiosi e criminali. Ma vorremmo porre l'accento anche su un altro aspetto. Unendoci tutti nella protesta, daremmo maggior valore e più senso all'azione dei lavoratori della INNSE. Se invece rimaniamo a guardare le evoluzioni acrobatiche dei quattro operai (più un rappresentante sindacale), senza lasciarci coinvolgere, allora nessun senso potranno avere le nostre lamentele riguardo alla perdita dei nostri diritti fondamentali (pane, casa e lavoro) e dopo poco tempo ricorderemo quelle tute blu come si ricordano i trapezisti al circo.
Le aziende che arbitrariamente portano avanti la politica del licenziamento, vanno rigorosamente attaccate e, se necessario, date in mano agli operai, soprattutto se l'imprenditore vuole dichiarare il fallimento. E chi ce lo dice che il fallimento non sia dovuto proprio all'incapacità manageriale del padrone? Perciò coraggio! Uniti si vince, c'è poco da fare! Riprendiamoci quello che ci è già stato tolto e lottiamo per preservare quel che ci è rimasto.
Gsette operai della Cim di Marcellina hanno emulato i colleghi della INNSE e questo è un buon segno. Facciamo in modo che INNSE e Cim non rimangano due casi isolati.

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3 commenti:

Anonimo ha detto...

Prorio ieri notte ho fatto una riflessione simile...da troppi anni si è diffusa la convinzione idiota che lottare non serve a nulla...mi sembra di sentire la risposta di tanti lavoratori ormai "aziendalisti" e lobotomizzati: "Eh ma tanto se devono chiudere chiudono..."
si è diffusa rassegnazione e passività tra lavoratori di ogni categoria.
E ieri mi son chiesto...ma se quei lavoratori non fossero saliti su quel ponte a quest'ora la ditta sarebbe già delocalizzata o chiusa!
Certo se ti cimenti in una simile azione da solo è probabile che passi per il "pazzo furioso" di turno...ma come si è visto basta un minimo di unità...!
questi operai sono un grande esempio...oltre a conservare il loro posto di lavoro hanno fatto una "piccola" rivoluzione culturale!
Nei prossimi mesi ne vedremo delle belle.

coscienza critica ha detto...

@ ilpensieroso
C'è già un effetto emulazione e non solo tra gli operai (...)

coscienza critica ha detto...

Pubblichiamo un commento trovato in fai.informazione, relativo a questo post:

'Caso INNSE ovvero Legaioli, dove siete? Da una anno l'informazione tutta ci ha piallato i cog..oni spiegandoci che gli operai del nord hanno votato lega. Questo perché la lega raccoglie, meglio di altri, le richieste degli operai (del nord). Bene. Allora, veniamo al punto. La innse è sita a Milano in via rubattino, quindi nel nord. Quelli che protestavano erano operai. Il loro accento pareva del nord... Quindi, da diversi mesi degli operai del nord avevano un problema. Però io, a fianco di quegli operai, in tutto questo tempo non ho visto un leghista che è uno. Quindi, mi spiegate che c.... votano a fare lega gli operai del nord? Grazie'

L'autore di questo commento è piazzaxx

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