martedì 4 agosto 2009

Quando l'Italia era bella

Il nostro era un Paese straordinario, tanto da essere definito il Bel Paese e non soltanto per via delle amenità paesaggistiche e archeologiche. Chi veniva dall'estero, era certo di trovare la nostra proverbiale accoglienza, pronta a far bella mostra di sè, con quella tipica esterofilia che ci connotava positivamente.
Da sempre l'Italia ha saputo integrare gli stranieri, quand'anche questi furono invasori, traendo dalle altre culture spunti per la propria crescita culturale. Persino dal giogo austriaco l'Italia ha saputo trarre benefici, in termini culturali, adottando stilemi che si sono tradotti in linguaggi autonomi.
L'Italia era bella, gli italiani di più.
Una terra ricca, preziosa di diversità nell'arte, nella letteratura, nella lingua, nella gastronomia, nel teatro, nel pensiero. E là dove il sincretismo è stato più intenso, maggiore è stata la presenza di testimonianze preziose. Una terra straordinariamente accogliente come la Sicilia, ad esempio, ha potuto far maturare ricchezze incommensurabili in ogni àmbito culturale.
L'Italia era bella, con i suoi monumenti che testimoniano intrecci di varia civiltà, con la ricchezza del suo vocabolario, i cui termini possiedono etimologie uniche al mondo per varietà di cultura e provenienza. Greci, etruschi, latini, bizantini, longobardi, musulmani, normanni, svevi, aragonesi, angioini (per citare i principali) hanno fatto bella l'Italia. L'hanno fatta, ancor prima del Risorgimento che ha rappresentato soltanto una canonizzazione territoriale.
Nel Cinquecento, dopo la crisi fiorentina e romana, Venezia era un tripudio di colori e di culture e questa varietà non poteva che portare beneficio alla città. Vadano, i leghisti, oggi, nei musei veneti e ricordino -se ci riescono- che da quel crogiuolo di civiltà che animava la Venezia del '500 sono nati Tiziano, Tintoretto, Giorgione, Veronese, Palladio...; si riconoscano nel mirabile paiolo di diversità, in cui i tanto odiati mori di oggi hanno portato linfa vitale e competenze scientifico-matematiche ad una terra povera, malarica e salmastra. Venezia non sarebbe tale, se avesse cacciato gli stranieri. Il discorso riguarda anche le altre regioni d'Italia.
Era bella l'Italia, quando sparuti grumi di civiltà integrate parlavano ancora albanese in Puglia e greco in Sicilia, francese in Val d'Aosta e turco in Friuli, testimoni di ricchezza, di solidarietà, di libertà, di accoglienza, di pace.
Esportammo nel mondo il Rinascimento, quale frutto di abile integrazione tra popoli che, in quasi 500 anni di maturazione, ha forgiato uomini eccelsi come Leonardo, Raffaello, Michelangelo, Ariosto, Machiavelli, Caccini, Peri... Non ci sarebbe stato il Rinascimento, senza un Medioevo carico di incontri tra latinità e islamismo, ancorché gli incontri si risolsero in violenti scontri per colpa della Chiesa.
Dall'estero appresero le meraviglie italiane anche grazie a Goethe e al suo 'Viaggio in Italia'. Nacque il 'Gran Tour', tutti dovevano far visita al nostro Paese per allietare lo spirito e abbeverarsi di cultura. Filosofi, scrittori, artisti, intellettuali d'ogni sorta vennero qui a stupirsi di fronte alla meraviglia nata da un magico miscuglio di civiltà. L'Italia non era una penisola, era LA penisola!
Era bella L'Italia prima di questa dittatura, prima di questa politica che porta in seno l'odio per la diversità culturale, l'amore per la speculazione economica e che innesta nelle coscienze il tarlo della violenza e del vuoto più profondo. Vorrei ritrovarti, Italia mia!



10 commenti:

Crocco1830 ha detto...

...ed invece stiamo velocemente regredendo. Fa paura pensare a come secoli e secoli di contaminazioni culturali, possano essere rimosse dalle coscienze che accettano passivamente la violenza.

Lucien ha detto...

Mi unisco al tuo appello! Il nostro popolo sta diventando gretto e insensibile. L'integrazione e l'accoglienza erano e sono ancora valori da coltivare.

Unknown ha detto...

Eravamo in quel contesto più ragionevoli e creativi ma anche molto imberbi, inesperti e creduloni.
Quel bel paese è stato un incendio di paglia scoppiato sulla nostra ingenuità politica.

Anonimo ha detto...

Deriviamo dalla fusione di antichi e lontani popoli...altro che Padania!

Mario ha detto...

Circa la capacità di accoglienza, messa in dubbio dalle politiche securitarie trasversali agli schieramenti e dalle nuove leggi razziali del governo, è convocata per il 17 ottobre a Roma una grande manifestazione antirazzista:
http://mariobadino.noblogs.org/post/2009/08/04/manifestazione-nazionale-antirazzista-roma-17-ottobre-2009-ore-14.00-piazza-repubblica
Per dire no al razzismo e non essere complici col nostro silenzio...

coscienza critica ha detto...

@ Crocco
E' stata un'operazione di rimozione collettiva, complice anche la TV.

@ Lucien
Erano valori che ci appartenevano come le cellule nel nostro sangue. Oggi quei valori devono essere reimmessi nell'organismo con le flebo.

@ River
Forse eravamo creduloni, ma non totalmente fessi come adesso.

@ ilpensieroso
Eh gia!

@ Mario
Grazie del link. Certo che fare una manifestazione nazionale contro il razzismo, in Italia, la dice lunga.
Ora, dato che la tv non ne parlerà, anche quella manifestazione sarà un flop. A meno che non si eserciti una protesta fortissima, tale per cui la tv è costretta a parlarne. Ma anche in questo caso, i manifestanti saranno tacciati di terrorismo.

Anonimo ha detto...

Ma che cavolo aspettano gli italiani a ribellarsi a questo stato di polizia?
Vedere questi filmati mi da` semplicemente la nausea!
http://www.pieroricca.org/
Altro che bella l'Italia... si` era bella ...... era!!!
Roberta da Sydney

coscienza critica ha detto...

Cara Roberta, lo stato di torpore in cui versa il popolo italiano è tale per cui ogni sopruso viene accettato senza batter ciglio. Ogni popolo ha il governo che si merita. Quasi quasi ti raggiungo e da Sydney vado in Polinesia ;-)

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo su quasi tutto (meno il seguente punto 2), cisarebbero tante cose da dire, mi fermerei a due:
1- era bella l'Italia fino all'unità d'Italia:una molteplicità, di tradizioni, di parlate, lingue e dialetti su cui si è accanito un azione sistematica di appiattimento ed annullamento di quelle diversità che rendevano appunto bellissima e ricchissima la penisola.Un appiattimento che è entrato a tal punto nella coscienza comune che parlare in "dialetto" prima era da ignoranti, ora addirittura da razzisti.
2- che gli incontri tra islam e latinità si siano trasformati in scontro "per colpa della Chiesa" mi sembra un ragionamento un po' dimentico del fatto che, nel medio evo,molta parte della latinità (tutta l'africa del nord, spagna sicilia) e tutta la "grecità" furono conquistate "manu militari" dall'islam ed in massima parte sparirono per sempre; Se vogliamo quindi cercare un aggressore lo vedrei abbastanza distante da Roma.
Ciao e grazie

coscienza critica ha detto...

@ Anonimo
Per ragioni di sintesi, non si può scrivere l'intero libro di Storia in un post. Non vorrei che l'esaltazione dei dialetti che tu fai, celi apologie di stampo leghista.
Lo scontro latinità e islamismo va inteso nel contesto delle sanguinose campagne crociate. Ma vorrei ricordarti che l'islamismo delle regioni del Nord Africa, della Spagna e della Sicilia ha portato un gran beneficio, in termini letterari e scientifici. In Spagna, los Reyes Catolicos hanno sterminato senza pietà 'gli infedeli', senza accorgersi che stavano distruggendo anche l'identità stessa della Spagna. Per fortuna, salvò un po' la situazione Alfonso X (el Sabio). Noto nel tuo narrare, una certa piega leghista, antislamista e pro-ecclesia. O sbaglio?

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