lunedì 14 settembre 2009

Graffiti e graffitismo: considerazioni

Questa non è la storia del graffitismo, ma una teoria ordinata di considerazioni sul suo valore artistico e comunicativo nella nostra società.
Che l'Arte sia comunicazione è fuori discussione, per conseguenza e in linea di principio anche il graffito è espressione artistica, fatte le dovute precisazioni e distinzioni.
Anche se contesto -in parte- la definizione di 'graffito' (poiché attinente alle incisioni rupestri preistoriche), qui continueremo a chiamarlo così, anche per convenzione già acquisita e storicizzata. Personalmente, considero il graffito una delle pochissime e autentiche espressioni artistiche dell'individuo contemporaneo, ma come dicevo prima, occorre fare chiarezza su ciò che possiamo definire opera d'Arte; quindi, dobbiamo partire cercando di definire la figura dell'artista. Ardua impresa, se non impossibile, nel ridotto spazio di un post. Ci proverò, scusandomi fin da adesso per l'estrema sintesi.

L'artista
E' colui che conosce TUTTE le regole della grammatica visiva, i suoi CODICI (e qui potrei scrivere per ore) e sa utilizzarli per la costruzione di un MESSAGGIO. L'artista è consapevole dell'implicazione storica e stilistica della propria opera inserita nel contesto ed è perciò in grado di relazionare il proprio lavoro, riferendosi -se necessario- anche ai periodi storici precedenti. L'artista è perciò consapevole del messaggio che egli vuole lanciare alla società di cui fa parte. Da questo punto di vista, è relativamente facile individuare la figura dell'artista, ma questa descrizione si riferisce soltanto ai singoli professionisti dell'arte. Ma cosa succede quando l'opera d'Arte nasce e si sviluppa per un bisogno collettivo e assume caratteri stilistici variegati, come nel caso del graffito? Possiamo individuare nel writer la figura dell'artista? In questo caso, esistono graffitari consapevoli delle regole di cui sopra, altri che dipingono senza alcun riferimento culturale e artistico di base. Analizziamo le due figure. I graffitari consapevoli, reagiscono utilizzando sapientemente i codici del linguaggio visivo, relazionano ogni passaggio evolutivo della propria opera, interagiscono criticamente e si innestano costruttivamente nella trama sociale, creando spunti per nuove speculazioni e nuove possibilità linguistiche. I secondi possono esprimersi anche solo per moda, senza badare alle implicazioni storiche, stilistiche e tecniche (al di là del risultato finale, più o meno gradevole). Sorge la domanda: allora i graffiti realizzati da questi ultimi non sono opere d'arte? Con un po' di pazienza, cercherò di fare un ulteriore distinguo. Concentriamoci allora soltanto sulla figura del graffitaro inconsapevole (chiamiamolo così) e diciamo che nella realizzazione di graffiti può esistere una spinta individuale, cioè del singolo individuo, ma può esistere anche una spinta collettiva che nasce dalla necessità comunicativa di un insieme di individui organizzati in una comunità. Questi ultimi, anche se non consapevoli del mestiere artistico, assumono un'importanza rilevante nel tessuto sociale, proprio in virtù del bisogno collettivo di comunicare qualcosa ad un insieme di individui (città, Nazione, Continente, mondo). Tale bisogno comunicativo e collettivo, sta alla base del fare eminentemente artistico, poiché l'opera d'Arte è portatrice di un messaggio rivolto alla società. A questo punto, possiamo definire artisti di graffiti sia gli individui consapevoli del mestiere artistico, sia coloro che agiscono in nome e per conto di una comunità, portando sempre un messaggio sociale.

L'opera d'Arte
Ogni opera d'Arte conserva precisi segni organizzati (codici) che rivelano il carattere del contesto sociale in cui essa è nata. Questi codici devono poter essere decodificati dall'osservatore, altrimenti non potrà avvenire il passaggio di informazioni. La decodifica, perciò, implica necessariamente la conoscenza dei codici del linguaggio visivo. Al di qua dei codici di un'opera (lettura iconologica) esiste soltanto l'aspetto estetico ed è su quest'aspetto che, comunemente, l'osservatore ignaro si sofferma, spesso pre-giudicando l'opera in base a un proprio gusto personale. In realtà, l'aspetto estetico è solo l'involucro del contenuto, del messaggio. In certi periodi storici, addirittura, l'aspetto estetico era l'unico fattore importante. Ma questi periodi storici non ebbero mai una lunga vita (ad esempio il periodo del regno di Louis XV che in arte coincide con il periodo stilistico 'rococò'). L'opera d'Arte possiede sempre un significante (forma) e un significato (messaggio).

Il graffito
Nasce in considerazione di una necessità comunicativa di dissenso e di protesta, anche se l'anima originaria del graffito metropolitano denuncia un bisogno di affermazione del sè (tag), un sè che vive in una società discriminante e individualista, cosmopolita sì, ma allo stesso tempo disgregante e alienante. La comunicazione artistica che sceglie il muro esterno come supporto, denuncia una motivazione di base: comunicare alla gente, alla massa. Infatti i graffitari non concepiscono le proprie opere relegate in una galleria d'Arte o in un museo (molti di essi non riconoscono l'opera museale di Keith Haring), poiché il graffito è davvero un'opera della strada, destinata alla strada. Accanto a questo si colloca la provocazione, la trasgressione che diventa valore irrinunciabile nel momento stesso dell'impossibilità di espressione, imposta a questi artisti dal sistema.

Valore politico
I graffiti con tema politico sono forse i più coinvolgenti dal punto di vista emotivo e del contenuto. Rappresentano la voce di un popolo in protesta contro un governo, un sistema. Nelle dittature, il graffito rappresenta un vero mezzo di comunicazione di massa e vi sono esempi chiarissimi in Sud America (Chile), ma anche in Italia (Orgosolo - video allegato a fine post), dove i messaggi sono espressi in maniera diretta, senza troppe intermediazioni mentali, addirittura facendo appello al linguaggio verbale delle didascalie.

Valore stilistico
Non esiste uno stile unitario. Possono esserci graffiti iper-realisti oppure naïf. Questi ultimi sono quelli che pongono maggiormente l'accento sul contenuto, mentre l'iper-realismo sottolinea l'elemento estetico, quindi molto spesso a svantaggio del contenuto. I graffiti di Orgosolo sono prevalentemente naïf, con accenti espressionisti, linee taglienti, lungi dalle regole accademiche, ma portano un messaggio collettivo che è un bisogno urgente di denuncia, espresso in maniera diretta, senza troppi indugi sulla 'bella forma'. Il messaggio arriva istantaneamente.

Valore tecnico
Non è un caso che i graffitari usino lo spray. questa tecnica garantisce velocità di esecuzione e praticità d'uso. Ma lo spray denuncia anche l'elemento industriale di cui la nostra società è testimone e in cui si identifica completamente. I colori sintetici, gli smalti hanno preso il posto dei pigmenti naturali degli antichi affreschi e denunciano un contesto in cui la dimensione umana naturale è ormai -forse irrimediabilmente- perduta. Da qui lo sconforto dell'artista contemporaneo e la sua voglia di esistere (per resistere).

Valore sociale
Qui vorrei sottolineare l'importanza dei graffiti realizzati sulla carrozzeria esterna dei convogli ferroviari. Questi, non soltanto rappresentano tutto quello che ho detto fin ora, ma hanno il valore aggiunto dell'aspetto itinerante. Un'opera d'Arte che viaggia acquista un tipo di visibilità nuova, raggiungendo un pubblico più eterogeneo (pensiamo ai treni a lunga percorrenza), quindi trasportando il messaggio in altri luoghi, in altri àmbiti sociali e culturali, dove il messaggio può venire accolto e rilanciato, ma anche ignorato. Il graffito sul treno ha la stessa funzione e la medesima importanza che aveva l'arte poetica itinerante del giullare per la nascente letteratura moderna.
Anche in considerazione di ciò, posso certamente affermare che la cancellazione di un graffito equivale alla distruzione di un affresco di Giotto!

AGGIORNAMENTO DEL 7 APRILE 2010: il noto graffitista milanese 'bros' è sotto processo (nella Milano fascista) per aver 'imbrattato' edifici e quant'altro. Noi sosteniamo l'arte di bros ed esprimiamo la nostra solidarietà a chi fa dell'arte uno strumento di denuncia sociale.

I meravigliosi graffiti (o murales) di Orgosolo (NU)


(Copiare i post altrui, facendo credere di esserne gli autori, è solo una questione di povertà intellettuale)

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3 commenti:

Andrea De Luca ha detto...

Arte allo stato puro secondo me. Nel mio paesino giorni fa il comune ha organizzato pure una gara di writers, spettacolo! Io penso che si tratta di arte, il vandalismo è un altra cosa

Lollo ha detto...

concordo con andrew, il vandalismo è altro, non vedo cosa ci sia di male nel pitturare un muro....meglio sicuramente avere un murales che le solite schifezze scritte nelle stazioni!
Poi anche per murales esiste un limite, ovvio, dalle mie parti ne hanno dovuti cancellare un paio perchè fatti su una bella casetta....
Però se ben fatti, e soprattutto fatti nel rispetto di tutti, sono a mio parere un ottimo abbellimento "alternativo" =)

Anonimo ha detto...

ciao a tutti
mi chiamo Karo sono un giovane writer,mi ha fatto molto piacere leggere questo post sono pochi i sostenitori del writing o graffitismo, ma non tutti i writers sono artisti io da membro di questa comunità suddivido il gruppo in due categorie:i writer che nel tempo crescendo intellettualmente e tecnicamente diventano artisti e i writer a cui non interessa essere artisti o dare un messaggio ma solo far conoscere il nome o "TAG".
Quelli che ho visto nel video non sono proprio writers ma street artist il writer usa solo lo spray e si appoggia raramente alla vernice in latta lo street artist è un pittore che usa il paesaggio urbano come tela.
Ultimante si è aggiunta al gruppo la categoria dei "fantawriter" cioè chi dipinge per moda compiendo atti vandalici e infangando il nome del writer l'opinione pubblica pensa che i writer sono chi scrive "valentina ti amo" o "lega merda".
io sostengo che il vero witing sia pura arte con una storia alle spalle che si evolve.

http://www.karoartworks.blogspot.com/

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