domenica 13 dicembre 2009

Nasce 'Puttanopoly'. A proposito della Carfagna...

A Genova, in un locale al piano terra di piazza Postavecchia, si gioca a Puttanopoly. Il locale è la sezione genovese del Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute ('Le Graziose'), mentre il gioco da tavola ricalca il celebre Monopoli, ma racconta quello che realmente esiste intorno al mondo della prostituzione. Nel gioco si incontrano scafisti e papponi, poliziotti e corrotti, giudici e preti, mafiosi e ruffiani, clienti e clienti, medici e volontari, mariti e serial killer, cioè quella varietà di gente che anima le stanze e la vita delle prostitute clandestine nei quartieri protetti dalle mafie. Si tratta di un gioco per ragionare, più che per giocare, dove si impara a conoscere quella realtà, divertendosi, anche se le storie non sono sempre a lieto fine. Esiste una carta obiettivi; vince chi raggiunge per primo il proprio obiettivo.
Al di là del gioco in sè, il tema della prostituzione in Italia ha assunto caratteri grotteschi da quando alla guida del Ministero delle Pari Opportunità c'è Mara Carfagna, una vera professionista. Tra le più ipocrite proposte carfagnesche, si registra l'ultima relativa alla riapertura delle case chiuse, proprio come ai tempi del fascismo, ma... d'altra parte... chi ancora pensa di vivere in una democrazia è soltanto un ingenuo.
La dignità della donna non può essere recintata con la scusa dei controlli sanitari e della 'pulizia delle strade'. Le prostitute pagheranno a caro prezzo quella che a loro (e a noi) viene presentata come una opportunità. Chi lo ha detto che nei bordelli c'è più tutela e sicurezza? Nei bordelli si consumano i peggiori ricatti e le più crudeli violenze anche psicologiche e, a volte, anche i peggiori crimini; le prostitute non saranno più libere di decidere come fare l'amore e per quanto tempo, ma saranno costrette a orari e prestazioni prepagate alla cassa, il cui importo va anche allo Stato. Un cliente, in un bordello, non lo si può rifiutare. Chi poi pensa che con i bordelli si risolva il 'problema della decenza urbana', per quanto ci riguarda è molto più indecente e pericoloso respirare coattivamente PM10 e mille altri agenti inquinanti oppure vedere la gente che saluta l'onorevole nell'auto blu lanciata a 70 Km/h in città o ancora sapere che in quell'appartamento un padre sta ancora violentando la figlia o la moglie, piuttosto che vedere una prostituta sotto un lampione. Ma si sa, l'Italietta perbenista e ipocrita è troppo vile e stupida per ragionare con la propria testa e preferisce essere imbonita dalle mafie di turno, specie se le mafie parlano attraverso la tv e/o portano la tiara.
Per fortuna qualche sprazzo di orgoglio femminile c'è ancora. Un manipolo di donne, il 27 novembre scorso, si è dato appuntamento davanti Palazzo Grazioli con uno striscione recitante 'non c'è casa più chiusa di questa', per protestare contro la proposta della Carfagna. E...


le regole di Puttanopoly

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2 commenti:

Agente Mangiariano ha detto...

L'Italia non è l'Olanda ma andrebbe studiata la situazione dei paesi bassi per capire meglio queste dinamiche.
Forse le case chiuse non sono una risposta conveniente al problema (se problema c'è), ma i ricatti, le violenze (anche psicologiche), la non libertà sulle prestazioni sono problemi che affliggono le prostitute di strada: a protestare probabilmente sono le 'liere professioniste' che ad oggi esercitano in libertà nei propri appartamenti, quelle contro cui nemmeno la pubblica ipocrisia ha molto da occuparsene.
Quelle degli ipocriti e delle strade di certo non peggioreranno la propria situazione in una casa chiusa.
Al massimo c'è da aspettarsi un incremento delle tariffe (sai com'è, l'iva al 20%).

coscienza critica ha detto...

Comunque, Agente Mangiariano, in una casa chiusa una qualsivoglia tipologia di prostituta non è libera di dire 'no' a un cliente. Questo è già abbastanza per ridurre una prostituta ad una condizione alienante (e sono buono) in appena qualche mese di lavoro.

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