venerdì 29 gennaio 2010

Il popolo delle libertà (o della cieca schiavitù)

Il paradosso del nome di questa coalizione (Pdl) è intrinseco. Non si è mai vista una coalizione di destra, un partito di destra, un'ideologia di destra appropriarsi della parola 'popolo', da sempre valore e prerogativa della sinistra, se non per condurre una politica populista e demagogica, fondata sulla propaganda continua. Per non parlare della parola 'libertà', da sempre valore assoluto dell'antifascismo, dell'antimperialismo, dell'anarchia; a meno che la libertà di cui questi figuri al governo parlano non si riferisca a quella loro, esclusiva degli alti ordini gerarchici o quella del 'libero mercato' (più verosimilmente). Le destre di tutto il mondo e di tutti i tempi contemplano e promuovono le gerarchie e là dove esistono gerarchie è impossibile che vi sia libertà. Il Pdl osa associare persino le due parole e, in questo modo, il paradosso, il non-sense, l'illogicità diventano addirittura abnormi, insostenibili, persino grotteschi e surreali e senza alcuna implicazione culturale, letteraria o artistica (com'è ad esempio il teatro di Ionesco o le opere di Magritte).
E' ridicolo sentir pronunciare dalla bocca di questi politicanti fascisti parole come democrazia, libertà, popolo. Ma è ancora più ridicolo e addirittura patetico assistere al compimento di questa loro propaganda (quasi tutta televisiva). Schiere di idolatranti creduloni abboccano all'amo, dove è notorio che ci sia quasi sempre appeso un verme (in questo caso, mascherato dalle parole libertà, popolo, democrazia). Gente ormai divenuta schiava inconsapevole, pronta a difendere ogni nefandezza del padrone, a costo della propria vita (se è il caso). Siamo al delirio collettivo. E questa gente somiglia troppo a quella del caso lanciato da 'Le Iene' e riferito a quei parrocchiani che, di fronte all'evidenza di atti licenziosi del loro parroco commessi ai danni delle ragazzine del paese, difendono il parroco, anziché le ragazzine oltraggiate! La rabbia è anche quella che nasce dall'ipocrisia di un uomo che predica il bene, ma che non lo mette in pratica. C'è poi la rabbia nel constatare il livello di schiavitù, di idolatria, di ignoranza, di remissione, di cecità di questa gente. Così non possiamo esimerci dall'indignarci nel vedere persone che, pur conoscendo i reati di Berlusconi e la sua scriteriata politica, continuano a difenderlo, a svantaggio della collettività, del futuro del nostro Paese.
Ma qual è la libertà di cui va blaterando il Pdl? E' solo la libertà di pochi. E' solo la LORO libertà di considerare il popolo uno schiavo da sfruttare. E' solo la LORO libertà di creare divisioni sociali, disoccupazioni, licenziamenti, paure, razzismi, regole di mercato che permettono lievitazioni incontrollate e ingiustificate dei prezzi (e se non paghi vieni multato, se sei povero... fatti tuoi).
Quale libertà, se persino tra di loro esiste una precisa gerarchia da rispettare e chi non si allinea viene punito? Dov'è la libertà del popolo, se persino ai parlamentari del Pdl giungono lettere (diktat) dall'alto che bisogna necessariamente seguire? A tal proposito, un esempio concreto di 'diktat cordiale' lo fornisce il 'Popolo Viola Puglia' che pubblica una lettera molto esplicativa sul metodo gerarchico del Pdl. Altro che libertà individuale!
Infine, quale popolo? Qual è il popolo che davvero si riconosce nei principi di libertà e di democrazia? Sarà quello che spara alle gambe dei raccoglitori di arance? Sarà quello che si beve tutto ciò che viene detto in tv? Sarà quello che difende le leggi ad personam di Berlusconi, pensando che servano davvero a tutti? O saranno i giovani senza più un briciolo di capacità critica, immersi soltanto nei culi televisivi, nei telefonini e negli stipendi milionari dei calciatori?

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2 commenti:

Aries 51 ha detto...

Bello, molto questo post. Talmente limpido che è impossibile commentarlo.

coscienza critica ha detto...

Grazie, Aries 51 :-)

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