lunedì 19 aprile 2010

Avanguardie artistiche: linee generali e motivazioni

Anzitutto, un benvenuto a tutti gli studenti maturandi che passano da qui, soprattutto in questi giorni di esami. Approfittate anche degli altri post etichettati 'arte'. E partiamo.
Di norma, i movimenti culturali nascono da una maturazione dei precedenti, da un bisogno di evoluzione degli stessi. Ad esempio, da Carlo Magno al Rinascimento, tutte le correnti artistiche dell'Europa centro meridionale (specialmente dell'Italia) hanno inseguito le auliche vette degli stilemi classici. Anche il Barocco, successivo al Rinascimento, non ha escluso il classico, ne è stato una conseguenza, esasperatosi poi nel Rococò, il quale non poteva non generare il Neoclassicismo di fine '700.
Ma per le avanguardie del '900 non è stato così. Le avanguardie nascono espressamente per tagliare definitivamente i rapporti con tutto ciò che era precedente. Le avanguardie non muovono da un bisogno evolutivo del Romanticismo, anzi lo escludono, rigettandone le tesi positiviste, criticandone le istanze borghesi ree di aver portato l'umanità ad uno stadio di intollerabile diseguaglianza sociale. Diseguaglianza, ingiustizia e nazionalismi che avrebbero condotto alla Grande Guerra. Ecco perché quasi tutti gli artisti e gli intellettuali erano anarchici, soprattutto tra '800 e '900, e combattevano fortemente lo Stato. Solo alcune figure dell'Ottocento vennero considerate meritevoli di attenzione da parte delle Avanguardie: Cézanne, Munch, Van Gogh, Gauguin e i realisti francesi come l'anarchico Courbet. Figure isolate, altissime, capaci di trasportare il loro pensiero sin dentro il Novecento, aiutando le ricerche linguistiche degli artisti.
Perché questa rottura impetuosa con le precedenti culture? Come dicevamo, le Avanguardie imputavano alla borghesia la distruzione della società e delle coscienze, promuovendo l'alienazione degli individui attraverso lo sfruttamento sistematico dell'essere umano, costretto in lavori logoranti, deleteri anche per la dignità personale. Il mito della macchina, del motore, della scienza, dell'industria, dell'economia, era risultato un falso mito di progresso, ripreso solo dai futuristi guerrafondai e, successivamente, fascisti. La società era spaccata, divisa in classi, con due caste dominanti (Chiesa e politica, quest'ultima costituita per lo più da banchieri e industriali), mentre ogni nazione gareggiava in nazionalismi, patriottismi e potenza industriale. Lo sfruttamento nelle fabbriche e nei campi era insopportabile, ma questo sfruttamento era considerato dalla borghesia il giusto sacrificio per una presunta 'causa nazionale'. Operai senza alcuna tutela potevano essere licenziati in qualsiasi momento, ingiustamente, e molte mogli furono costrette a prostituirsi per far mangiare i propri figli. Questi figli non possedevano agi, nè studi, poiché venivano mandati a lavorare molto presto. Le malattie sociali erano una piaga e la mortalità nel proletariato era altissima. Insomma, quel che veniva nascosto dal potere con una buona dose di propaganda ottimistica, stava lentamente distruggendo dal di dentro tutta la società. La classe governante, quella dei borghesi conservatori, era complice di tutto questo, anzi artefice. Bisognava reagire anarchicamente.
Dal punto di vista artistico la reazione non tardò, anzi fu contemporanea allo sfacelo, per merito dei realisti francesi (1850 circa). Come reagirono le avanguardie del '900? Sostanzialmente abolendo le regole, anch'esse viste come un'istituzione della borghesia. Quindi occorreva eliminare le regole accademiche, quelle della 'bella pittura': la prospettiva, lo sfumato, le proporzioni. Queste regole di 'belle arti' vennero messe al bando e ci vollero un po' di anni prima di riuscirvi totalmente. Iniziarono gli espressionisti ad eliminare lo sfumato leonardesco, a non badare alle proporzioni e a voler disarmonizzare i colori. Nel 1907 il Cubismo tolse di mezzo la prospettiva tradizionale e nel 1910 gli astrattisti eliminarono completamente il dato reale dal quadro. Nel 1916/18 i dadaisti denunciarono la realtà usando i pezzi stessi della realtà (oggetti trovati - 'ready made') e nel 1924 i surrealisti si occuparono di tutto ciò che l'inconscio e l'attività onirica potessero offrire in alternativa alla vita reale. Non parliamo del Futurismo, poiché fu l'unica Avanguardia a esaltare le stesse istanze della borghesia (guerra, motori, industria...) e la Metafisica di De Chirico meriterebbe davvero un capitolo a parte.
Si aprirono strade assolutamente nuove e che ancora oggi influenzano gli artisti Quella delle Avanguardie fu una stagione di intense e appassionanti collaborazioni tra artisti e letterati, tra poeti registi e musicisti, danzatori russi, attori e filosofi anarchici. L'idea comune era quella di scardinare tutte le regole che il sistema borghese aveva imposto all'umanità nei secoli precedenti. Ma i nazionalismi crescevano, le ambizioni dei potenti pure e la profetizzata guerra non tardò a giungere con tutta la sua crudeltà, facendo arricchire esclusivamente la nuova classe dirigente che avrebbe portato il mondo verso un'altra guerra, motivo di ulteriore arricchimento per i potenti e i despoti.
Oggi, a ben vedere, salvo qualche eccezione, l'eredità delle Avanguardie è soltanto un metodo applicato senza nessuna consapevolezza nè impegno politico, una sorta di manierismo moderno fine a se stesso. Ma le ragioni delle Avanguardie rimangono ancora un esempio da seguire, per la costruzione di una società migliore, giusta e libera. Davvero libera e anarchica.

Agli studenti: la nostra bibliografia è di tutto rispetto, principalmente Argan e De Micheli. Tuttavia, anche su questi autorevoli testi è intervenuto il vaglio dello Stato, quindi non troverete mai scritto che gli artisti e gli intellettuali erano anarchici. Ora lo sapete. E se volete conoscere un intero periodo di Storia anarchica (durato millenni), censurato completamente, CLICCATE QUI.

(Ci scusiamo per l'estrema sintesi e per la consapevole omissione di elementi importanti).


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15 commenti:

Anonimo ha detto...

Ammirevole sintesi critica della recente storia dell'Arte, complimenti ...tra l'altro è applicabile anche alla materia "musica".

an mi

Anonimo ha detto...

Hai fatto bene a metter da parte il futurismo che non amo,anzi mi infastidisce....nè per il messaggio, falso secondo me, nè per l'sser divenuta arte di regime.
Condivido quanto dici, dopo un certo punto l'arte anche avanguardista è diventata puro diletto fine a se stesso ed infatti la seconda metà del secolo scorso non mi pare abbia prodotto alcunchè di notevole da passare alla storia....Diciamo che l'arte al momento, ma questa è sola una mia personale valutazione,mi sembra morta, poco capace di tirar fuori nuove idee o proposte.
Mietta

coscienza critica ha detto...

@ Anonimo
Grazie. In effetti, le linee generali possono essere valide anche in musica e nelle altre discipline.

@ Mietta
Per l'Arte contemporanea bisognerebbe fare un discorso a parte. E' più complessa di quel che si pensi.

Anonimo ha detto...

Sarò limitata ed anche "vecia" ma per es. le "installazioni" mi lasciano del tutto indifferente...eppure ho frequentato l'Accademia di Belle Arti ed ho dipinto per anni.A quel tipo di "arte" il mio cuore non risponde e neanche la materia grigia :-D
Mietta

coscienza critica ha detto...

Mietta, ci sono moltissimi millantatori, ma anche qualche vero artista. Ma è un discorso troppo lungo, davvero.

Unknown ha detto...

L'arte di oggi? Fare qualsiasi cosa in qualsiasi maniera per stupire imbarazzare, confusionare ma sopratutto VENDERE!

yellow ha detto...

c.c. portami a vedere il Caravaggio e fammmi una lezione su quel mascalzone....
averne oggi di mascalzoni così, ciao.

coscienza critica ha detto...

Nel blog c'è un post su Caravaggio ;-)

Anonimo ha detto...

Di Caravaggio ne ha parlato sabato scorso il prof.Caroli, ospite di Fazio...che fascinazione nelle sue parole! L'andrò a vedere presto, c'è la settimana della cultura e si entra gratis. Ma il mio Ministero fa veramente pena, neanche una brochure per reclamizzarla......
Averne di Caravaggio, e sì....
Mietta
@ CC....ma se non sono indiscreta, ti occupi di arte (o lavori nell'ambito della scuola)? Perchè ne parli molto bene e con cognizione...e comunque sia, complimenti.

coscienza critica ha detto...

@ Mietta
Mi occupo di analisi degli ambienti sociali, di cui fanno parte anche le espressioni artistiche. L'Arte rivela i contesti, li sintetizza. Studio l'Arte dal 1977 attraverso gli autori più eminenti nel campo (che non sono mai citati in tv) e ne scrivo, scegliendo sempre un costrutto assimilabile dal pubblico.

PS. Al 'tuo' ministero interessa pubblicizzare il futurismo, più che Caravaggio. Questo è l'anno del centenario dell'Astrattismo... non ne parlerà nessuno. Noi, dell'Astrattismo, ne avevamo fatto il primo post del 2010.

Anonimo ha detto...

Caro CC,dal mio ministero come del resto anche dai media grandi peana al Futurismo...puoi fartene una ragione? Sarà mica perchè è stato il movimento poi assurto a manifesto del periodo fascista ed in questo momento c'è tanta "nostalghia"?
Mietta

coscienza critica ha detto...

Ovvio! Fin troppo elementare e banale, ma visti gli elementi che governano... cosa ci dovevamo aspettare? Alè, una bella propaganda fatta anche di restauro del futurismo ('Noi vogliamo glorificare la guerra, sola igiene del mondo...')

Anonimo ha detto...

A loro dovrebbe essere propinata una bella terapia di "igiene mentale"...cafoni ed ignoranti come cucuzze!
Ciao
Mietta
p.s.quanto ad ignoranza....tempo fa un mio amico purtroppo di destra, mi disse che per godere della "stanza degli sposi" a Mantova non aveva bisogno di andarci,per vederla basta un libro o internet....che dici, come gli avrò risposto?

coscienza critica ha detto...

Figurati cosa gliene frega al tuo amico della stanza degli sposi. Forse gli interessa solo la sposa.

Anonimo ha detto...

Hai colpito nel segno....:-DD
Mietta

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