domenica 11 aprile 2010

Giullari dei diritti: idea per una marcia dei disoccupati

Come vedete nell'immagine, lo Stivale è tristemente trapuntato di aziende in crisi. I punti blu sono soltanto le province, ma le aziende sono più numerose, poiché ogni provincia può avere decine di aziende coinvolte nello sfacelo italiano.
Da questo blog vogliamo lanciare un'iniziativa: portare nelle strade di tutt'Italia la crisi, attraverso la marcia di tutti i lavoratori licenziati e cassintegrati. Facciamo vedere a tutti qual è la realtà del Paese, non nascondiamo la verità! Siamo giullari dei nostri diritti!
Dalla Sicilia e dal Trentino potrebbero partire contemporaneamente le prime colonne di lavoratori che, durante il percorso, aggregheranno tutti gli altri disoccupati e cassintegrati, a formare due grandi fiumi di protesta civile che si incontreranno in una zona del centro Italia che non sia Roma (spiegheremo perché). Si può procedere anche a staffetta, provincia per provincia.
Percorrere le strade delle varie città con striscioni e cartelli (magari indossando questa maglietta) vuol dire svelare la realtà ai tanti cittadini abituati a non vederla (troppo impegnati a guardare la tv), obbligare la gente a prendere coscienza dello sfacelo, irrompere direttamente e fisicamente nella vita locale, quella di provincia, là dove vivere vuol dire spesso far spallucce e tirare a campare. E' sicuramente questo il senso della marcia. L'obiettivo finale sarà tutto ciò che dalla marcia stessa emergerà, anche estemporaneamente, come idee e propositi. Quindi una protesta in divenire, variegata, ma con un unico intento.
Roma non è l'obiettivo. Roma è la capitale politica del Paese e, come tale, è responsabile delle scelte politiche che ci hanno portato a questa situazione. Roma non ha mai garantito diritti, non ha saputo attutire i colpi della crisi, semmai li ha acuiti. E' giusto snobbarla, darle uno schiaffo morale. Evitare Roma vuol dire anche dimostrare di non volere autorità siffatte, capaci soltanto di arraffare potere sottraendolo ai cittadini, insieme ai loro diritti. Berlusconi vuole sempre più poteri, ma occorre fargli capire che il vero potere è nelle mani del popolo, già troppo sfruttato. Utilizziamo questo potere.
La nostra non è che un'idea. Andrebbe organizzata secondo un piano e un percorso precisi, indicando il periodo di svolgimento, magari dopo l'iniziativa del 25 giugno ('Lo Sbarco'). Potrebbero essere necessari dei comitati di accoglienza per offrire ai disoccupati in marcia un posto dove dormire per una notte. Perciò invitiamo i licenziati e i cassintegrati d'Italia a prendere contatto con noi, al fine di costruire insieme la nostra marcia dei diritti. Per scriverci, utilizzate questo form.

Per conoscere il numero delle aziende in crisi presenti in Italia cliccare qui

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3 commenti:

Jinocchio ha detto...

Non mi piacciono queste metonimie: Roma è solo una città e non può avere responsabilità.
Sono i politici di Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna (+ alcuni del resto del mondo) che si riuniscono a Roma (che è solo una sede, un luogo) e prendono decisioni sbagliate.
Sono sicuro che converrai con me che a forza di ripetere Roma Roma, finiremo per dimenticarsi che la città non ha una volontà propria e soprattutto che i quel luogo c'è gente mandata da noi e cresciuta e vissuta attorno a noi (valdostani, piemontesi, liguri...)
No perché quando i lomdardoveneti gridano a roma ladrona, quanti hanno idea che Roma ladrona (intesa come parlamento) è gonfia di lombardi e veneti e che questi ultimi spesso comandano più dei loro omologhi centro-meridionali?

coscienza critica ha detto...

@ jinocchio
Perché noi cosa abbiamo detto?

Anonimo ha detto...

Anche io avevo interpretato male i commenti su Roma, che è solo il luogo dove si riuniscono tutti questi marrani e dove non disdegnano di venire...ma l'importante è chiarirsi.
Mietta

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