lunedì 24 maggio 2010

MIlano e l'Expo 2015 SpA: chi controlla gli appalti?

In realtà l'approvazione formale del progetto Expo 2015 dovrebbe arrivare entro la fine dell'anno, cioè dopo che tutti i Paesi del BIE (Bureau International des Expositions) avranno finito di leggere la nostra domanda di partecipazione che consta di ben 500 pagine; ma di fatto la società già esiste e si chiama Expo 2015 SpA, una società privata, ma che vanta finanziamenti pubblici.
Alla luce dei vari scandali relativi alle mazzette e alle corruzioni emerse dopo le indagini sui 'Grandi Eventi' (per non parlare dell'epopea di 'Mani Pulite') e nei quali sono coinvolti -oltre a Bertolaso- politici, faccendieri e Vaticano, ci chiediamo se non sia il caso di attivare dei controlli preventivi ed energici su questo colossale affare. Sappiamo bene che là dove girano tanti soldi, la mafia è sempre presente, ma un po' meno la Guardia di Finanza. A volte si è trovata la mafia perfino nei Consigli di amministrazione. A proposito, il CdA di Expo 2015 ha già reso pubblica la volontà di contenere i costi operativi (quindi non progettuali) per la messa in opera delle strutture. Questo cosa vorrà dire? Che si opererà con materiali scadenti? Che si sceglieranno contratti di lavoro anomali? Che si sfrutterà la mano d'opera? Che non verranno impiegate tecnologie sicure? Non ci è dato sapere. Ed è in virtù di questo 'non sapere' che devono nascere i dubbi e controlli immediati.
Si accerti anche se la spesa relativa alla realizzazione di una sede Rai nell'Expo sia davvero utile e funzionale o se non sia più opportuno costruire una residenza provvisoria per i giornalisti (come per le olimpiadi). A che serve una sede Rai permanente nell'Expo? Si parla davvero di una 'sede di produzione'. Vorranno forse produrre fiction riguardanti le attività dell'Expo? Sapete quanti soldi ci vogliono per attivare un CP*? Siamo nell'ordine di svariati milioni di euro che saremo noi a sborsare. Chi vigilerà? Intanto il Paese si accartoccia nella crisi e questa marea di soldi non fa altro che dissanguare ulteriormente i cittadini, per un'opera che rappresenta una finta realtà luccicante, smagliante. L'Expo è solo una vetrina ben illuminata, ma la vera Italia è nel retrobottega che langue.
Allora noi di ITALIANI IMBECILLI esortiamo chi di dovere a compiere tutti i dovuti e necessari controlli, sia sulle spese, sia sulle ditte che metteranno le mani su questa montagna di soldi. Si rendano pubbliche tutte le gare di appalto e si dia ai cittadini un'informazione corretta in merito alle entrate e alle uscite di Expo 2015 SpA. Si indaghi, finché si è ancora in tempo, prima che il governo e 'Speedypen' mettano la parola 'fine' al diritto-dovere d'informazione.

* Centro di Produzione

PS. A futura memoria... noi lo avevamo detto.

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7 commenti:

yellow ha detto...

bravo C.c. stiamo a vedere gli sviluppi....

coscienza critica ha detto...

Credo che nessuno indagherà, come al solito, se non fra 15 anni. Avranno tutto il tempo per riciclare il denaro.

Anonimo ha detto...

CC, te lo sei detto da solo! Ma chi pensi che controllerà, una entità exterrestre, un puro in mezzo agli squali, un governo che ha messo in cantiere tutto ciò, la mafia...dimmi chi? Dovrebbe assere così ma così non sarà finchè non ce li leveremo di torno...anche con i forconi..se occorre.Sempre che il popolino, anzi la plebe, si dia una svegliata...qui siamo con l'acqua alla gola ma l'importante è le pelota e le signorine, anzi mign.... con le natiche tatuate come quarti di manzo!
Mietta

coscienza critica ha detto...

Mietta, questo articolo serve 'soltanto' a far capire che in Italia non c'è mai stato un vero controllo preventivo sugli appalti. Proprio perché la risposta è scontata (la mafia controlla tutto), bisognerebbe pensare ai controlli subito. L'Italia si cambia anche con questi accorgimenti che in realtà sono basilari.

Anonimo ha detto...

CC, più che dirti che hai ragione che altro? Ma i controlli, necessari ed inderogabili in qualsiasi paese civile,da noi chi li dovrebbe decidere? E' qui che non seguo....come a dire che un ladro controlli se stesso...mai visto eh!
Abbiamo lasciato andare troppo avanti le cose, nè ci siamo curati abbastanza di quanto avveniva anche in passato...e ora se ne paga lo scotto.Non siamo civili, dahi..ce lo vogliamo dire? Quando dico "siamo" mi riferisco ad una buona parte di italiaci...ce ne sono di "civili" ma troppo pochi per poter sgominare una masnada di uomini delle caverne che guarda alla "facciata" e non a quel che c'è dietro.
Purtroppo sono una passimista di natura..ma i fatti mi danno ragione.Occorrerebbe un evento clamoroso che facesse saltare in aria tutto l'apparato....
Mietta

coscienza critica ha detto...

Dovrebbe indagare chi di dovere, la Guardia di Finanza in primis. Commissioni di controllo dovrebbero essere costituite anche dai sindacati, dalle associazioni dei consumatori, dai cittadini stessi. Ogni atto dovrebbe essere pubblico, gare d'appalto e bilanci, ditte e contratti. Nessuna fiducia (ovviamente) nelle commissioni di vigilanza dei governi.
In una società anarchica, libera, aperta e trasparente, tutto questo sarebbe ovvio. Anarchia, unica via.

Anonimo ha detto...

Beh, sì...questo si potrebbe fare. Però, la GdiF...non te lo debbo insegnare io, spesso è collusa ed è un peccato perchè in seno ha persone di gran valore e ne ho conosciute.I cittadini..eheh..sai cosa mi raccontava un'amica? Che in Spagna ha visto un signore far toc toc sulla spalla di un concittadino che stava cogliendo dei fiori in un'aiuola.Lo spagnolo del caso ha ritenuto suo dovere richiamare una persona al rispetto del bene comune...e questo avviene in tanti luoghi.
Vedi L'Aquila invece...dato le scempio i cittadini si sarebbero dovuti attivare ed anche i sindacati ed i comitati per controllare ciò che veniva fatto ed a chi veniva commissionato.Ci doveva andare la Guzzanti per sollevare il caso? Lo vorrei anche io un paese come lo desideri tu...ma abbiamo la materia prima?
Ciao..e comunque non disperiamo...forse prima deve tracimare il vaso!
Mietta

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