venerdì 8 ottobre 2010

Sciopero dei migranti, ma è guerra fra poveri

Nel casertano i migranti hanno scioperato contro il loro sfruttamento che li vede vittime di un sistema di caporalato che fa capo all'altro sistema, quello generale e statale che non ha nessuna voglia e intenzione di eliminare queste (e altre) schiavitù locali.
Migranti che, come a Rosarno, sono costretti a lavorare duramente per 15 euro al giorno! La grave situazione non è relegata a queste due microzone geografiche. E' un problema diffuso. A scioperare oggi sono state 6.500 persone, ma il numero era destinato ad essere più elevato se soltanto i rumeni non avessero accettato di lavorare, comunque. Non c'è unione neppure tra i diseredati, tra i disperati. Così gli africani e gli indiani accusano i migranti dell'est. Li accusano di lavorare anche per una paga più misera.
'Qui si lavora anche per avere un panino', dicono gli africani. Ed è quello che succede davvero. Ora noi volevamo soltanto rimarcare come di fronte a una condizione di sfruttamento e di alienazione, gli schiavi riescano a trovare elementi di dissenso tra loro stessi. E' esattamente quello che lo Stato vuole: dividere, disgregare, atomizzare un potenziale di forza. Se l'Uomo riuscisse davvero a mettere a fuoco l'obiettivo e a concentrarsi solo su quell'obiettivo (abbattere la schiavitù, tutte le schiavitù), nel giro di poco tempo vivremmo in un paese migliore.
E' un grosso problema quello di continuare a criticarci addosso, siamo tutti compagni di sventura e piuttosto dovremmo cercare di spodestare gli oppressori, anziché farci da soli del male o dei torti. Questo vale per tutti i cittadini. La guerra fra poveri è un'abile strategia di indebolimento, un'astuta trappola nella quale non dobbiamo cadere. Facciamo che i più astuti siamo noi?

Domani il corteo dei migranti

foto di Rainews24

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