giovedì 16 dicembre 2010

Vietato resistere

L'invenzione dei reati da parte dello Stato è qualcosa di veramente machiavellico, cinico e oppressivo. Prendiamo ad esempio un cittadino che protesta per difendere i propri diritti (negati dallo Stato), finché questo cittadino reclama urlando e mostrando cartelli va ancora più o meno bene, perché in questo modo egli non ottiene nulla di veramente concreto e risolutivo; ma se uno sbirro comincia a picchiare quel cittadino e quest'ultimo, comprensibilmente, reagisce per difendere sia se stesso, sia le proprie idee e i propri diritti, allora la legge dello Stato fa valere un qualche tipo di reato (non ha che da scegliere nel suo pingue dépliant), ad esempio quello di resistenza a pubblico ufficiale, spesso aggravata.
Si evince che:
1) Se in questa società esiste una qualche forma di violenza, questa è da attribuire inizialmente allo Stato e ai governi.
2) Il vero ruolo della polizia è quello di rendere manifesta la violenza dello Stato e di difenderne le prerogative di dominio, non già quello di difendere i diritti dei cittadini.
3) Lo Stato è nato per garantire fasce gerarchiche e caste (Stati nello Stato, cioè tante prigioni dentro la prigione), quindi per sussistere, perpetuare il dominio di una casta su tutti gli altri uomini.
Allora qual è il grado e il rapporto di attenzione dello Stato nei tuoi confronti durante le tue proteste di piazza? Vediamolo in questi cinque punti, in ordine progressivo di forza.
1) Se stai buono nella tua posizione gerarchica e accetti in silenzio ogni sopruso, tutto andrà bene per lo Stato e per chi ti governa. Se stai tranquillo, ti convinceranno che sei una persona corretta e responsabile, ma in realtà sei solo un suddito, spesso inconsapevole di esserlo, quindi pronto a difendere persino lo Stato, cioè il tuo padrone assoluto e indiscusso. Prendi frustate e dici che è giusto.
2) Se cominci a protestare per qualcosa che ritieni giusto per te o per la società, sappi che lo Stato ti sta già sorvegliando ed è in allerta. Di te conosce tutto perché sei anche schedato all'anagrafe.
3) Se la protesta è estesa, lo Stato comincia ad avere paura e a mettere in campo il suo braccio armato.
4) Se durante la protesta, per iniziativa personale o per direttive ricevute, la polizia ti usa violenza, la colpa ricadrà su di te qualora tu osassi contrastare i manganelli, i lacrimogeni, le pistole, la forza brutale dello Stato.
5) Se reagisci alla forza dello Stato (perché sei testardo nel voler difendere a tutti i costi i tuoi diritti), prima ti portano in questura, ti interrogano, ti rosolano per bene, ti incolpano quantomeno del reato di resistenza aggravata, ti sbattono in un carcere e nel frattempo la televisione ha dimostrato a tutto il mondo che il delinquente violento sei tu.
Buona schiavitù a tutti e... un sentito grazie a coloro che, credendo che non vi sia soluzione e andando a votare, imprigionano anche chi vorrebbe liberarsi -e liberare tutti- dalle catene dello Stato.

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