sabato 14 maggio 2011

Il cittadino-falena

Soprattutto in periodo elettorale si può assistere a quella che può definirsi la miserevole esistenza dei cittadini. E' come stare ad osservare le falene che, anziché librarsi il più lontano possibile dalla lampadina, vi svolazzano attorno, vi sbattono contro, attirate da una luce che prima o poi finirà per abbrustolirle. E quando osserviamo quei voli non possiamo fare a meno di chiederci retoricamente: ma perché le falene sono così stupide? Certo esse sono attratte dalla luce, ma a cosa servirà mai la luce di una lampadina se poi questa si rivelerà fatale?
I cittadini sono come le falene, con qualche aggravante. I cittadini non si rendono conto che le belle parole profuse dai politici, soprattutto in campagna elettorale, si comportano esattamente come la lampadina per la falena. Ai cittadini non importa nulla se alla fine si bruceranno, qualunque sia il colore di quella luce. I cittadini continuano a svolazzare e a sbattere contro quelle luci, quando invece avrebbero ben altre fonti di vita e di luce a portata di mano.
In periodo elettorale le lampadine si accendono con una luce più intensa e il battito d'ali diventa più frenetico, così come gli stordimenti e le bruciature. Ma niente, i cittadini non imparano neppure dalla loro stessa storia, non vogliono volare altrove.
Da qui un pensiero che sa di commiserazione: l'esistenza dei cittadini si inscrive nel banale, piccolo, aberrante e monotono volo destra-sinistra. Questo dunque sarebbe il senso della loro vita, un andirivieni su un percorso prestabilito e imposto che non dà mai libertà, piuttosto prigionia e tremende scottature. Davvero miserevole la 'vita' di queste persone, convinte peraltro che quel percorso segnato da un solo bivio sia il loro tutto, il loro infinito, il loro futuro e quello per i loro figli. E si scannano pure tra loro, difendono la propria scelta di volo. Ci sono quelli del volo a destra, quelli del volo a sinistra, quelli del volo... basta, non ci sono altri voli, per i cittadini-falena non esistono altre possibilità, neppure se gliele fai notare. Anzi, quando quei cittadini si accorgono che esiste un'altra via, ben più luminosa, si incazzano, non vogliono saperne.
E la cosa peggiore in tutto questo non è la triste esistenza dei cittadini rinchiusa nell'unica scelta obbligata, ma che questi stessi cittadini costringono nel loro piccolo mondo di schiavitù anche quelli che vorrebbero e saprebbero volare altrove, liberi e sereni.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

E' vero che il voto è spesso inutile, soprattutto quando vi è una continuità politica su certi fronti qualunque schieramento vinca (per es politica economica e estera di Bush-Obama). Però ho una domanda: gli anarchici hanno votato o no per l'aborto e per il divorzio? Lei, se c'era, votò (avrebbe votato) quella volta? Io non c'ero ancora e di sicuro avrei messo la croce sulla scheda. Per l'acqua per es, sono convinto che la autogestione sia la via migliore (chiaramente non indicata nei referendum), però è anche vero che a non votare SI alla fine si regala una bella fetta da 60-70 miliardi di euro ai vari Impregilo, Caltagirone, Ligresti... Una ragione di principio (ovvero rigettare il voto) vale un regalo del genere a 'sti squali? E' evidente che pure lo stato non si comporta da paladino dei poveri, eppure un peggioramento del servizio è inevitabile con la privatizzazione (e quel peggioramento riguarderà tutti, indistintamente dal proprio credo politico). Sulla privatizzazione le passo questo video (il primo di 3) sulla privatizzazione in Sud Africa, http://www.youtube.com/watch?v=FzMTAnlzsGs&feature=related , l'autore è un caro amico, anarchico da sempre di Bologna. ciao
S

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