martedì 2 agosto 2011

Polizia londinese contro gli anarchici. Precisiamo qualche punto

L'articolo comparso ieri sul Fatto Quotidiano merita una riflessione. A quanto pare, la polizia londinese ha emanato un ordine -che rientra nello scellerato e ridicolo 'Progetto Griffin'- secondo cui, in vista delle olimpiadi 2012, ogni cittadino britannico dovrebbe denunciare il vicino di casa se questi è un anarchico o soltanto sospettato di essere un attivista di questa filosofia. Questo il succo della notizia. Ma l'oggetto del nostro articolo prende in analisi parte del documento emanato dalla sbirraglia in bombetta, che dice:
'L’anarchia è una filosofia politica che considera lo Stato indesiderato, non necessario e dannoso e al suo posto promuove invece una società senza Stato. Qualsiasi informazione che riguardi gli anarchici deve essere comunicata alla polizia locale'.

Ora, al di là del fatto che l'iniziativa sbirresca autoritaria è già stata oggetto di pesanti critiche, non foss'altro per il fatto che tali affermazioni rappresentano una illecita discriminazione per idee politiche (a priori e a prescindere), ma una piccola analisi della succitata dichiarazione fa emergere chiaramente la condizione di sudditanza anche mentale e reverenziale dei cittadini nei confronti dello Stato. Il documento pone lo Stato al di sopra di ogni cosa, viene dato per scontato che lo Stato sia un dogma, un assoluto inarrivabile, un'entità metafisica superiore, un totem che non deve essere violato. Ed è in questo modo che una parte di cittadini lo reputa: un dogma talmente sacro che qualsiasi atto, e in questo caso persino solo un pensiero, volto alla sua destabilizzazione sarebbe da denunciare. A nessuno di questi cittadini verrebbe mai in mente il contrario, cioè che è proprio lo Stato a dover essere denunciato. Ma andiamo avanti.
Dire che gli anarchici promuovono una società senza Stato è assolutamente corretto, ma se lo Stato non dà ai cittadini la possibilità di informarsi sul PERCHE' gli anarchici sostengono questo, allora il vero crimine è proprio questa non diffusione delle informazioni, il vero criminale è colui che censura l'informazione anarchica. E' evidente che il documento parte dal presupposto che le persone siano in gran parte fidelizzate allo Stato e, al contempo, terrorizzate da quell'anarchia propagandata sempre per diffamarla e criminalizzarla. Ma l'anarchia non è violenza e il documento della polizia londinese può far breccia soltanto nelle persone incolte che non hanno mai avuto modo di sapere che l'anarchia non è neppure caos, né disorganizzazione, non è quella serie di idiozie vendute alla gente attraverso i media, ma un progetto politico preciso e assolutamente concreto, basato sulla vera giustizia sociale e la vera libertà, dove l'individuo è finalmente tale e non più suddito imbonito. Non è un caso che il sistema di informazione nazionale, controllato dagli Stati, nasconda ai cittadini tutte le prove della realizzazione dell'anarchia e dei suoi benefici effetti. Chi ha la testa zeppa di propaganda di Stato ha sempre detto che l'anarchia è irrealizzabile e/o che non si è mai realizzata. Questo è completamente falso.
Insomma, da che pulpito viene la predica, l'uomo con le mani sporche di sangue dà del criminale alla sua vittima, e la gente dovrebbe anche crederci. Ridicolo. Piuttosto sarebbe il caso che le persone ricomincino ad approcciarsi in maniera serena all'anarchismo, se non vogliono rimanere per sempre intrappolate nel sistema e in una propaganda autoreferenziale di Stato che non fa altro che criminalizzare, offendere, discriminare, uccidere, e mantenere i cittadini nell'ignoranza.
Un'ultima cosa ci pare importante evidenziare. La polizia londinese teme per le multinazionali che potrebbero essere attaccate durante le olimpiadi (e chiaramente le protegge). Ma signori cari, gentili signore, se le multinazionali hanno il terrore di essere aggredite, non sarà forse che queste hanno la coda di paglia? Se le multinazionali sono terrorizzate non è un problema di anarchia (che per fortuna esiste ed esisterà), ma proprio delle stesse multinazionali che, anziché aiutare i popoli più disagiati del pianeta, investono soldi per sponsorizzare atleti e stadi per un tornaconto del tutto personale e quindi estremamente antisociale. Sanno di avere torto, ma fanno credere che i cattivi siano coloro che vogliono giustizia sociale. Ridicoli e patetici.
Scrive l'ineccepibile Colin Ward in 'Anarchia come organizzazione - la pratica della libertà' (pag. 19):
'...se vogliamo rafforzare la società dobbiamo indebolire lo Stato. I fautori del totalitarismo di qualunque tipo se ne rendono conto, il che spiega perché cerchino sempre di distruggere le istituzioni sociali che non riescono a dominare. [...] Spogliato dalla giustificazione metafisica di cui filosofi e politici l'hanno ammantato, lo Stato si può definire come un meccanismo politico che si serve della violenza. Per il sociologo [lo Stato - ndr] non è che 'una delle tante forme di organizzazione sociale, che si distingue dalle altre associazioni per la sua prerogativa esclusiva di usare la coercizione' (Colin Ward cita Robert MacIver e Page, 'Society', Londra 1948).

Il vero violento è dunque lo Stato, non l'anarchia. L'anarchia difende semmai i cittadini dalla violenza dello Stato e dalle sue continue menzogne.

PS. Se la polizia ce l'ha a morte con gli anarchici, provi solo lei a cercarli, non coinvolga i cittadini in disdicevoli atti di infame delazione fascista.

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2 commenti:

Sandra C. ha detto...

E un commento OT,è che vorrei fare qualche domanda.
In una futura società anarchica che verrà,le donne saranno libere anch'esse o il loro corpo verrà ancora considerato un contenitore sotto il controllo maschile e la loro sessualità limitata? La libertà delle donne sarà quella delle regole degli uomini o quella naturalmente anarchica che ogni donna ha ma che le viene sopita durante la crescita ed educazione? La libertà della donna sarà quella di non "appartenere" a nessuno se non a se stessa ed alla collettività?.Faccio queste domande perchè quando affronto questo argomento con i miei pochissimi amici anarchici maschi il punto "libertà femminile" blocca tutto,come se non fosse contemplata una libertà diversa da quella modello maschile,o che l'idea di femminile di libertà non sia degna di assere presa in considerazione....non posso sempre dare la colpa al corpo calloso!

coscienza critica ha detto...

Cara Sandra, probabilmente i tuoi amici non sono veri anarchici. Mi sembra completamente ovvio che in anarchia non esista differenza tra uomo e donna. L'anarchia non concepisce nessuno al di sotto o al di sopra di nessun altro. La libertà non è esclusiva di qualcuno. Non potrebbe esistere un'anarchia senza una piena libertà anche della donna, perciò Emma Goldman, Louise Michel e mille altre donne hanno abbracciato l'ideale anarchico. Se i tuoi amici non hanno capito questo, che è l'ABC dell'anarchia, essi sono tutt'altro che anarchici. Però attenta, non si deve cadere nell'errore di creare fazioni. Il femminismo è stato un movimento che si è contrapposto al maschilismo, e che ha creato due poli ben distinti e ostili. Nessuno deve dichiarare guerra a nessuno. Non esistono distinzioni in anarchia. Nessun attrito nel popolo, con il popolo. E in questa eguaglianza naturale, che porta gli anarchici ad amare l'umanità tutta, non possono esistere né maschilismi, né femminismi, ma solo persone.

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