domenica 18 settembre 2011

Sulla bellezza estetica e sul suo odierno valore

Le terrificanti affermazioni della signorina Terry de Nicolò, trasmesse da Rai2, affermazioni esternate con quell'allarmante disinvoltura che denota anche profonda ignoranza in materia, ci inducono a chiarire il concetto di bellezza e del suo valore, senza però poggiare il piede sul terreno del moralismo, divenuto ormai un'arma (quella sì moralista) di cui i difensori di Berlusconi si servono per attaccare chi li accusa di comportamento immorale. Ma qui il moralismo non c'entra proprio niente. Affrontiamo l'argomento dal punto di vista squisitamente sociologico e anche artistico. L'immagine che abbiamo allegato al post è quella che, alla fine, metterà i puntini sulle i.

Cos'è la bellezza?
La bellezza è un concetto, un'opinione relativa maturata in un preciso momento storico da una specifica comunità. Esiste una bellezza assoluta? Dal punto di vista umano no, il concetto di bellezza si trasforma di pari passo alle trasformazioni dell'essere umano (trasformazioni culturali, di pensiero, di costume). Oggi, nella società che definiamo occidentale (noi preferiamo chiamarla occidentalizzata), la bellezza -nello specifico femminile- ha assunto i canoni e i caratteri che sappiamo, quelli inculcati dai media di regime, non stiamo qui a specificare, avete capito tutti. Ma questo modello di bellezza femminile oggi è associato alla sua vendita al miglior offerente, in modo che, chi ne è fornito, possa trarne profitto economico ritenendo giusto tale mercimonio. E anche questo mercato (soldi in cambio di bellezza fisica) è divenuto un modello culturale da imitare. Sarebbe il caso di fare una lunga analisi sul significato odierno di cultura, tanto per far prendere coscienza del brodo in cui i poteri ci stanno facendo nuotare, ma non lo facciamo. Confidiamo nella vostra intelligenza.

Quale valore oggi?
Ora, posto il fatto che la bellezza esiste, si pone l'altra questione del suo valore. Ma il valore, anche quello, non è assoluto e unico. Esistono vari tipi di valore: quello economico, quello culturale, quello sociale, quello storico, quello religioso, eccetera. Il valore che oggi si associa alla bellezza estetica di una donna, lo abbiamo detto, è quello meramente economico. Più un corpo è bello, più se ne può ricavare danaro. Il corpo è diventato merce. Tutte le altre componenti dell'essere umano non contano nulla in un sistema fondato sui modelli economico-speculativi, aziendali, fascisti. Quando -nello specifico- una bella signorina parla di 'valore' riferendosi alla propria bellezza fisica o in generale, quel valore è esclusivamente economico. A questo punto, basterà domandarsi se il valore economico serva realmente alla società, se sia cioè utile alla crescita culturale e umana di una comunità, per scoprire che... no, una comunità non può basarsi sul valore economico delle cose (e della bellezza), perché ciò conduce a forti sperequazioni e gerarchizzazioni, sfruttamenti e divisioni sociali: una bella donna finisce per essere considerata superiore rispetto a un'altra donna meno bella della prima. Nascono le competizioni, con tutti i problemi, le crisi personali e le sofferenze che ne conseguono. Allora possiamo affermare, come da oltre due secoli denunciano gli intellettuali, che il valore economico, le logiche di mercato, il capitalismo, conducono le società alla sofferenza. Può una società essere sofferente? E' la sofferenza di cui la società ha bisogno e di cui dobbiamo persino vantarci? Secondo le 'signorine arcoriane' sì. La società è stata condotta nel girone dei profittatori senza scrupoli: tutti boia di qualcun altro, in nome del valore economico.

Perché quella 'Monna Lisa'?
L'artista anarchico Marcel Duchamp, protagonista indiscusso e geniale del Dada, realizza nel 1919 quest'opera dal titolo 'L.H.O.O.Q.' ('Lei ha caldo al culo', il titolo emerge dallo spelling veloce in lingua francese delle lettere L-H-O-O-Q, che diventano: elle a chaud au cul). Il poster della Gioconda, scarabocchiato, dove oltre al titolo irriverente appaiono i baffi e il pizzetto, non è una provocazione fine a se stessa. Qual è stata l'intenzione di Duchamp?
L'artista ha denunciato fortemente questo tipo di società basata sul mercato e sull'economia. Egli ha preso l'opera d'arte più famosa e la più costosa (almeno all'epoca). Dopodiché ha provveduto a sbeffeggiarla. La bellezza anche estetica, di cui l'Arte è la testimone più eminente, non può avere un valore economico, non deve averlo. Le opere d'Arte, come la bellezza estetica di un corpo vivo, non possono essere oggetti di mercato, da mercato, perché il loro valore non appartiene ai mercanti, ai puttanieri, al portafoglio di qualcuno. La bellezza dell'arte appartiene al mondo intero, per sua natura non concede diritti esclusivi di proprietà da far rivendicare a chicchessia. Capite bene che il messaggio è importante e edificante per una buona società: Duchamp ci sta anche dicendo che se la società prosegue sul suo cammino di ingiustizia e di violenza è anche per colpa della proprietà privata, delle gerarchie, perché la formula secondo cui chi ha più soldi ha anche il privilegio (e il presunto diritto) di comprare la bellezza, è un modello deleterio che non fa progredire la società nel senso in cui dovrebbe, cioè in senso umano.
Se Monna Lisa rappresentava già nel 1919 l'equazione tanta notorietà = tanti soldi, possiamo dire che Duchamp ha svolto davvero un'operazione di denuncia fortissima rispetto alla sperequazione sociale imposta dal sistema, dove la bellezza dà anche notorietà, e dove più la notorietà è diffusa più viene pagata. Questo oggi appare persino normale, ma il modello è fortemente sperequativo, sbagliato, dannoso per le società dove ogni individuo dovrebbe essere considerato prezioso allo stesso modo, quindi anche bello per ciò che è, e non per come appare. Già, ma questo è un altro tipo di valore, quello umano, che oggi non può essere propagandato e alimentato, pena la distruzione del sistema capitalistico e statal-fascista, un sistema che, salvo gli anarchici, tutti alimentano, legittimando i potenti di ogni colore che hanno l'interesse di mantenere e promuovere i modelli attuali.

Buon pro' vi faccia.

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5 commenti:

Anonimo ha detto...

la ragazza che parla nel video dice che e' normale correre da silvio,ci mancherebbe,purtroppo non pensa che se non ci fossero infami come lui compagnia cantante di politici (e non solo)tante ragazze non avrebbero bisogno di fare le prostitute per campare.ma da come parla si capisce che ritiene buona e giusta una societa' dove,come hai detto tu,ognuno e' boia di qualcun'altro

coscienza critica ha detto...

Il problema non è 'lui' (Berlusconi), ma l'intero sistema, di cui anche Berlusconi è il prodotto. Se vogliamo porre rimedio allo scempio, bisogna far cadere tutto il sistema. Non votare.

Anonimo ha detto...

certo,e' quello che ho scritto,lui e TUTTI gli altri che compongono il sistema.chi pensa che il problema sia solo berlusconi e' lontano dal capire il problema

Sandra C. ha detto...

Ho visto il video e mi è parso chiaro che la signora De Nicolò ripetesse quanto le è stato insegnato da chi di dovere,per convincerla che vendere il proprio corpo al miglior offerente è cosa buona e giusta e soprattutto adatta al genere femminile che altrimenti non varrebbe niente.Oramai non vomito più!

amina salina ha detto...

quello cheha detto la escort e esattamente la fine che faranno fare a noi lavoratori e persone PERBENE se continueranno a vincere le elezioni e a comandare...per questa donna e giusto opprimere e sfruttare il prossimo o che uno muoia di fame come il povero pensionato che rubava biciclette per mangiare mentre lei vuole gli abiti da tremila euro ma non sa che in effetti e soltanto una cortigiana e lui la pio scaricare quando vuole per fortuna c e ancora tanta gente che non la pensa come lei che schifo

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