domenica 2 ottobre 2011

Italia, i preparativi per la rivoluzione borghese

Se i veri cambiamenti in Italia non avvengono, è anche colpa del fatto che ogni tentativo di ribellione (manifestazione, sit-in, protesta, ecc) viene puntualmente strumentalizzato e cavalcato dai partiti, al fine di acquisire consensi e poteri esclusivi. L'espediente dell'invasione di bandiere di partito nelle voci della piazza è quanto di più antirivoluzionario possa accadere. Ma si sa, i partiti servono anche a dividere il popolo, la Storia insegna. Ogni partito pretende di avere l'esclusiva sulle istanze del popolo, ne rivendica il possesso, e così la forza popolare viene frammentata, indebolita, e poi annientata. Ci vuol poco a capirlo, ma qui non siamo in Spagna.
Anche il 15 ottobre 2011, giorno della mobilitazione internazionale degli indignati, Roma sarà piena di bandiere di partito. Gli italiani non hanno imparato nulla dal movimento degli indignados spagnoli (propositori della data in oggetto) che, loro sì, sono autonomi e non delegano la loro rabbia ad alcun padrone, ad alcuna bandiera. Lo scopo degli indignados spagnoli non è quello di offrire il potere a un leader (sennò che rivoluzione è?), questo lo dicono chiaramente da tempo (vedi foto). Gli indignados spagnoli sanno bene che l'unico cambiamento reale possibile avviene togliendo di mezzo capi e partiti, l'intero sistema statale e capitalista. D'altra parte, la Spagna ha ben conosciuto i meravigliosi effetti della gestione anarchica della società (vedi), ne sono i naturali eredi. Gli italiani, in questo senso, non hanno capito mai nulla, non hanno fatto mai nulla.
Facciamo chiarezza, ci sono almeno tre tipi di rivoluzione: quella del popolo, quella borghese, quella intellettuale. Delle tre, gli italiani scelgono sempre la rivoluzione borghese, cioè quella guidata da qualche leader, da qualche partito che, come è noto, aspira solo a sostituirsi al despota in carica. Anche se la rivoluzione dovesse nascere popolare (come sta avvenendo in Spagna e altrove), qui da noi il popolo è specializzato a delegare, a farsi guidare su quella strada che alla fine riconduce alla servitù, proprio come avvenne con la rivoluzione francese, dove i borghesi, a colpi di demagogia e astuzie, riuscirono alla fine a riportare sul trono di Francia un altro despota non certo migliore di Louis XVI. Succederà così anche il 15 ottobre, da noi. E il partito che meglio saprà sfruttare la situazione, sarà quello che si vanterà talmente tanto, utilizzando tutto ilbagaglio di esperienza demagogica, che probabilmente finirà per sostituire l'attuale governo, quindi mai nulla cambierà veramente, il popolo continuerà a non conoscere giustizia, né pace, né fratellanza, né equità, e i nuovi politici continueranno a gonfiarsi le tasche di soldi, sguazzando nei privilegi. Il Gattopardo affila già gli artigli.
Nel giorno degli indignati, Roma vedrà il vero caos, quello dei mille rivoli in cui si stemprera la forza del popolo che sbava sotto i loghi di partito. Ma se osservate bene, tra il marasma di profittatori, ci sono anche quelli che rifiutano di consegnare a un leader le chiavi della ormai storica prigione. Gli anarchici non sono indignati, sono incazzati, e sostengono i veri indignados spagnoli, corrono fieri insieme a loro verso la vera libertà. La Storia continua a dar ragione agli anarchici, voi la storia non la guardate, continuando ad essere schiavi e a trascinarli nella vostra galera quotidiana.

A chi ha capito il senso di questo articolo diciamo:
se proprio vi piace portare in mano una bandiera, che sia una, di tutto il popolo libero, non di partito e non di confine, quella dell'anarchia. Altrimenti va bene anche senza. Portate con voi la vostra voglia di libertà. Non sarete mai soli, là dove c'è un anarchico o un'anarchica trovate sempre un fratello o una sorella, trovate sempre amore, ovunque nel mondo vi troviate. Sappiatelo.

'...ma c'è amore un po' per tutti e tutti quanti hanno un amore sulla 'cattiva strada' (F. De Andrè)

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