giovedì 8 marzo 2012

Parlerò alle donne

Amiche, compagne, sorelle, il mio pensiero e le mie parole cominciano con amarezza perché amara è la realtà: voi non avrete mai rispetto, né giustizia, né la dignità che vi è propria per natura, finché lo Stato patriarcale e gerarchico non sarà completamente distrutto insieme al potere altrettanto subdolo e ipocrita della Chiesa. Oggi siamo costretti a sopravvivere dentro una menzogna, prigionieri di morali artificiali che soffocano la vera natura dell'essere umano, ad essa queste falsi morali si sono sostituite, e sono incrostazioni dure da raschiare. Come un'àncora sommersa per secoli, il lucente metallo originario, puro, temprato, non si percepisce più, e chi ne va alla ricerca viene calunniato, deriso, demonizzato. La storia del dominio dell'uomo sulla donna ha origine dalla nascita dello Stato: in guerra servono soldati e muscoli, non vagine ciclicamente sanguinanti e uteri gravidi! Tornare indietro, care sorelle mie? E' la nostra lotta! E' la nostra promessa! Società davvero civili di uomini e donne in comunità e in armonia tra loro è stata la vera storia dell'essere umano prima della nascita degli Stati, una storia tenuta ben nascosta affinché non si svelasse la verità, quindi la menzogna permanente dello Stato e della Chiesa.
In questo sistema autoritario, patriarcale, gerarchico, militare, parlare di diritti tra uomini e donne è un'utopia, così come utopia è ancora credere nello Stato e nella Chiesa. In questo sistema piramidale, dicevo, i diritti delle donne conquistati hanno lo scopo di porle sullo stesso livello degli uomini, ma è un livello autoritario: soldati uomini e soldati donne, capi uomini e capi donne, schiavi uomini e schiave donne. A ciò si ambisce? E' questo l'obiettivo? Il dissidio? Il contrasto? O forse non dovremmo invece cercare un altro tipo di parità? Un altro livello? Quello solidale e originario? Ma no, è inutile illuderci, non lo raggiungeremo mai finché i due mostri infami e odiosi ci terranno in catene, e fintanto che continueremo ad alimentarli.
Vi hanno illuse due volte, prima con l'inganno della sottomissione dovuta per diritto divino e militare, poi con l'inganno del diritto al voto. Diritto a cosa? A perpetuare la vita del mostro! A essere anche voi, come noi, umiliate nella vostra dignità di persone, perché anche a voi hanno fatto credere di non essere in grado di gestire la vostra vita e la vostra autonomia. Oggi credete -per colpa di quelle morali di cui parlavo- che delegare la vostra vita a un'autorità, a un partito, a un falso idolo di carne e ossa, sia persino un atto 'responsabile e civile', ma in realtà la vostra delega, come la nostra, è solo un atto di sottomissione volontaria, e ci siete cadute anche voi, vi hanno fatto lottare per questo, vi hanno fatto gettare sangue, anelare la schiavitù, e allora la vostra lotta e il vostro prezioso sangue hanno assunto inevitabilmente un valore, che però tale non è, perché il fine di quel valore non siete voi, non siamo noi, ma... loro! La parità che avete ottenuto riguarda, pensateci bene, soltanto quei settori utili allo Stato, utili per dividerci, per farci la guerra, per renderci sudditi/e. Non è stata colpa vostra, hanno ingannato anche voi, lo Stato e la Chiesa hanno guidato e decretato le vostre istanze, come le nostre, approvandole o negandole a seconda della convenienza istituzionale. E questa convenienza istituzionale è ben lungi dall'avere come scopo quello di restituire ai suoi schiavi la libertà, la giustizia, la pace, l'uguaglianza.
Perciò dobbiamo lottare. Affinché tutto crolli. Affinché dal crollo possa rinascere la vera civiltà, l'umanità che abbiamo sempre inseguito e che portiamo tutti dentro, nel profondo, intimamente, come l'anima di metallo dell'àncora sommersa e incrostata. Vi abbraccio.
'La storia ci ha insegnato che ogni classe oppressa ha ottenuto la sua liberazione dagli sfruttatori solo grazie alle sue stesse forze. E’ dunque necessario che la donna apprenda questa lezione, comprendendo che la sua libertà si realizzerà nella misura in cui avrà la forza di realizzarla. Perciò è molto più importante per lei cominciare con la sua rigenerazione interna, facendola finita con il fardello di pregiudizi, tradizioni e abitudini.'
(Emma Goldman)
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