venerdì 30 novembre 2012

Scuole di Genova riunite in assemblee autogestite

Ci giunge un appello per la diffusione di questo comunicato. Le scuole di Genova hanno deciso di riunirsi in assemblee autogestite, e questo è il loro ultimo documento stilato. Ci informano anche che alle scuole di Genova si sono aggiunte alcune scuole della provincia di Imperia. La lotta, se tale è, si fa in autonomia, in àmbito collettivo, e al di là dei sindacati venduti. C'è solo un errore in questo comunicato: l'illusione di appellarsi al governo (con una semplice richiesta), cioè proprio a quelle istituzioni che hanno voluto e che vogliono una scuola da terzo mondo.

La notizia della chiusura di un paio di piani del Liceo Artistico Barbino per motivi di sicurezza sembra essere fatta apposta per fare capire a tutti ciò che docenti e studenti della scuola pubblica statale sanno benissimo da molti anni. La situazione da Terzo Mondo (con tutto il rispetto dovuto a chi ha meno di tutti noi) dell’edilizia scolastica si trascina ormai da decenni, senza che nessun governo l’abbia mai messa al centro della propria azione come dovrebbe fare chi abbia realmente a cuore la scuola pubblica statale. E invece che si fa? 
  1. La “spending review” ( forse si usa l’inglese per non dovere dire brutalmente tagli) prevede tagli per 173 milioni nel 2013, di 183 milioni nel 2014 e di 230 milioni nel 2015 (in totale circa 600 milioni), mentre vengono regalati ulteriori 223 milioni di finanziamento alle scuole private le quali, chissà perché, sono state escluse dalla suddetta spending review grazie ad un emendamento presentato dal Partito Democratico. 
  2. Si spendono (almeno a parole) milioni per digitalizzare la scuola, come se un po’ di tablets siano la panacea per tutte le difficoltà in cui la scuola pubblica statale si dibatte. Per un docente avere davanti ben più di 30 studenti per classe dotati di libro cartaceo o di tablets non fa alcuna differenza. 
  3. Si stanziano 600 milioni di euro nei prossimi due anni per tenere in vita la Ponte sullo Stretto s.p.a., costata già svariati miliardi per la progettazione di un’opera che tutti sanno non si farà mai. 
  4. Decine di miliardi verranno spesi per comprare decine e decine di aerei da guerra, i famigerati F35. (Nessuno si ricorda l’art. 11 della Costituzione?) 
E’ ora di dire basta ed è ora che lo dicano tutti i cittadini e non solo studenti e lavoratori della scuola. Chi ci governa si decida una volta per tutte a considerare la scuola una priorità e non soltanto un settore su cui risparmiare. La scuola deve tornare ad essere un bene comune di tutti.
Genova, 21/11/2012 

1 commento:

Anonimo ha detto...

No, per ora si pensa soltanto a fare i tagli... tagli e ancora tagli! Oltre, ovviamente, a introdurre leggi scolastiche abominevoli, come quello dell'inno Mameli; che, ricordo, sarà "materia" d'obbligo dal prossimo anno (Hitler non avrebbe potuto fare di meglio...).
Comunque la legge Aprea è stata rimandata soltanto per far placare i vari scioperi, il classico biscottino insomma... peccato per moltissimi studenti che ci sono cascati in questa trappola per i polli (basta vedere le varie occupazioni, autogestioni, manifestazioni finite): La solita strategia del "tira e molla", l'imbonimento sociale ha funzionato anche questa volta.

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