domenica 24 marzo 2013

Addomesticare al programma

Bisogna addomesticare i popoli per far loro accettare l'esistente e le ingiustizie del sistema, ma anche per far loro riedificare ogni volta il sistema stesso. Addomesticare è un verbo crudele, è un'azione che comporta varie fasi, e che iniziano tutte appena nasce un'individuo. Si comincia col far assorbire al nascituro il modello autoritario gerarchico della famiglia tradizionale, immediatamente si inculcano paure, ricatti, pregiudizi, sensi di colpa, quindi l'idea che un qualsiasi salvatore possa venire in soccorso a redimere le questioni o a portare 'salvazione e cambiamento'. Poi subentra la fase della scolarizzazione, dove il bambino impara ad obbedire ad altre autorità che non siano familiari, a non avere facoltà di libera scelta, a essere in competizione coi compagni, a soffocare l'autostima, a subire le decisioni altrui e a considerarle 'sacre'. Contemporaneamente l'ambiente sociale e i media insistono con una propaganda costante autoreferenziale, si impongono modelli autoritari, si nascondono molte informazioni e tutti i punti di vista contrari a ciò che viene considerato 'normale'. E' un allenamento continuo che crea l'esistente, e che viene considerato 'giusto', gli individui diventano prestissimo massa plasmabile, orientabile, al cui interno ognuno è sbirro dell'altro, e si fa a gara per diventare superiori a qualcuno utilizzando i mezzi più meschini e violenti. Non c'è libertà, non c'è individuo, non c'è solidarietà, ma solo esseri addomesticati al programma, ed è un programma deciso a monte da chi vuole che tutto ciò si perpetui. E ci riesce da secoli e secoli. 

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Gran bel pensiero. Anche se sembra un'ovvietà, mi ha colpito molto il comportarsi da "sbirri" reciprocamente... Talvolta ci sono cose terribili che si aggirano in noi, che crediamo facciano parte di noi ma sono solo rifiuti che ci inquinano nella nostra bellezza; che ci portiamo dentro come cose ormai naturali... Ma non è mai tardi per accorgersene e gettarle via e fa sempre piacere che qualcuno ci aiuti ad accendere la nostra luce. Perché ahimè, l'inerzia è sempre pronta a catturarci nella sua mortale spirale, ad ucciderci lentamente senza farcene rendere conto.

Daniele

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