mercoledì 13 marzo 2013

Fabbricare sudditi

 La struttura societaria è stata progettata col fine preciso di perpetuarne il modello e tutti i meccanismi, che sono di natura militare. Poiché al modello statuale serve mantenere la contrapposizione verticale tra i pochi che comandano e i molti che obbediscono, ogni settore sociale è stato costruito in modo tale da poter essere una palestra dell'obbedienza, dove i molti imparano fin da subito ad aver timore delle autorità, ma anche a desiderarle e riverirle, poiché ai molti viene tolta anche la dignità personale e la consapevolezza di poter agire tranquillamente anche senza un ordine ricevuto dall'alto. 
Questa enorme palestra, dove gli apparati gerarchici istituzionali sono stati agganciati in maniera strutturale, produce un modello sociale autopoietico e nefasto che può essere cambiato ed eliminato soltanto se, anzitutto, i molti prendono coscienza di questo meccanismo perverso autopoietico. Questa presa di coscienza viene però impedita da numerosi fattori, anche questi abilmente progettati e integrati nella palestra del sistema, sicché gli addestrati non riescono più a vedere al di là del consueto, che viene fatto apparire loro come l'unico argomento possibile di vita individuale e sociale, seppur dolorosa. A dimostrazione di questo, tutti quelli che denunciano una disaffezione al sistema, continuano lo stesso a perpetuarlo, un po' perché la macchina è stata progettata affinché ogni suddito la alimenti-per-alimentarsi, un po' perché quest'ultimo non conosce quale altra possibilità esista.  
Ma c'è un'altra categoria di sudditi addestrati, quelli più ancorati all'imprinting ricevuto, che sono talmente depotenziati in dignità da rinnegare qualsiasi altra alternativa di organizzazione sociale loro prospettata, anche se palesemente migliore dello Stato. Anche questo 'non volerne sapere a priori' da parte dei molti fa parte del progetto pedagogico statale, e si innesta quasi automaticamente nel momento in cui il suddito-bambino, che viene addestrato al devoto rispetto verso ogni autorità, avverte come 'giuste ed esatte' soltanto le argomentazioni propagandate dai canali ufficiali, quelli del sistema, i soli pensati come davvero affidabili, anche se meravigliosamente corrotti; tutto il resto viene posto in secondo ordine, e viene considerato dall'addestrato meno degno di attenzione rispetto a ciò che il sistema divulga. E' la pedagogia della gerarchia. Roba militare. Immaginiamo allora quanto un addestrato possa -per fidelizzazione indotta all'autorità- odiare qualcosa che venga pubblicamente criminalizzata dal sistema, ad esempio un altro modo di concepire la vita dei molti, senza i pochi sfruttatori, cioè la vita di tutti in eguaglianza e anarchia.  
Un buon addestrato troverà qualsiasi scusa per difendere ciò di cui si lamenta (che conosce), e criticare ciò di cui gli hanno parlato male (che non conosce). E tra le scuse, a volte, c'è anche la presunzione di conoscenza.

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1 commento:

Alessandra veg Campo ha detto...

Ti dirò...la più bella cosa che mi hanno detto di mio figlio di seconda media è stata:- Non riusciamo ad inquadrarlo!- e lì ho capito che ero sulla buona strada!

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