mercoledì 26 giugno 2013

disumanizzazione sistemica

Una volta divisa la società in classi, una volta addestrata la società ad autoclassificarsi, lo stato assume il totale controllo militare e burocratico di tutte le divisioni per mantenerle tali o per esasperarle, sì da disumanizzare gli strati popolari e costringerli alla sopravvivenza e all'autoschiavitù. In un centinaio di generazioni, da che la forma sociale può dirsi statalizzata, lo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo non ha garantito alcun tipo di benessere, né di progresso umano, né di giustizia o pace sociale; al contrario, la dimensione umana e autenticamente naturale è stata completamente alienata, e la grande potenzialità che gli esseri umani conservano nel loro profondo è stata ridotta a mero servigio per il mantenimento di un sistema artificiale autolesivo e mercantile, dove l'attrito nervoso dovuto alle migliaia di coercizioni divenute automatismi anche mentali, non fanno altro che produrre crimini e ingiustizie, oltre che malattie. Di fronte a questi crimini e a tutte le ingiustizie, le masse bene addestrate al sistema e alla mediocrità non sanno o non vogliono affrontare la questione a partire dalla causa-prima, ma si concentrano sugli effetti chiamando in soccorso proprio la causa che li ha determinati -lo stato- e perpetuando così il circolo sistemico del crimine, dell'ingiustizia, della servitù, del disumano. 

PS. cercate in rete il triangolo della violenza di Johan Galtung

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