giovedì 4 gennaio 2018

Sacchetti: molto più che 2 centesimi


Qualcosa ha fatto scattare una molla. Se tanta gente ha reagito in questo modo alla nuova tassa sui sacchetti, non è certo per via del suo ammontare. Non sono i due centesimi che fanno incazzare gli italiani, ma quello che rappresentano. Questa tassa è una di quelle che, forse più di altre, manifesta apertamente, platealmente, sfacciatamente, il carattere abusivo e arrogante dello Stato.
C'è in ballo non tanto il portafogli - che comunque conta, quando ad esempio un pensionato deve comprare tre o quattro varietà di ortaggi che si traducono in sei o otto centesimi a botta - qui c'è in ballo la libertà personale di scegliere se comprare il sacchetto o usarne uno personale. Sì perché, ammessa pure questa tassa insulsa, lo Stato non ti lascia neppure scegliere di usare un tuo altro sacchetto o una sporta riutilizzabile (quella sì che sarebbe utile per l'ambiente): tu devi usare per forza il sacchetto del supermercato e lo devi anche pagare! E' questo il principio che c'è dietro a questa tassa, ed è questo principio che è oggetto di attenzione e di incazzatura da parte della gente. E finalmente che si incazza per qualcosa che non sia il calcio! 
Non siamo liberi di scegliere, ci costringono a pagare per campare, chi non può pagare si arrangi, e chi aiuta i poveri sarà punito, e intanto qualcuno si arricchisce sulle nostre spalle e con i nostri soldi. Ma scusate, ma questo principio autoritario e ricattatorio non è forse quello che normalmente adotta il sistema statuale in tutto ciò che fa? Contro di noi? L'uccisione della libertà di scelta personale (si pensi anche alla recente questione vaccini) non è forse uno dei grandi obiettivi di ogni Stato per ottenere il massimo dai suoi servi? E naturalmente il tutto viene sempre indorato superficialmente con delle pseudo giustificazioni sociali come la 'sicurezza' o come in questo caso 'la tutela dell'ambiente'. Falso! Giustificazione palesemente falsa che adesso sta emergendo in modo sfacciato. Ecco perché c'è tutto questo clamore intorno alla questione sacchetti.
Mi auguro soltanto che la gente capisca che questo sporco gioco ricattatorio e autoritario del sistema non riguarda soltanto il sacchetto della verdura, ma riguarda tutto, perché è proprio questo il modus operandi dello Stato, suo proprio. Mi auguro che la gente capisca finalmente che lo Stato è contro il popolo! Mi auguro che capisca che un governo, qualsiasi governo, non è mai la soluzione ma il problema! E di fronte a cotanto autoritarismo occorre reagire, anzitutto non legittimando col voto i legislatori di ogni governo (il non essere complici è soprattutto una questione di dignità personale), e poi riappropriandoci dell'autodeterminazione per organizzare in modo autonomo e solidale un altro tipo di società, un altro tipo di cultura. Se non ci son servi, non ci son padroni!

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2 commenti:

Antonio ha detto...

personalmente i supermercati li evito, molto meglio i mercatini rionali direttamente dai produttori o attraverso un GAS (Gruppo di Acquisto Solidale), in questo modo i sacchetti di plastica non mi servono e per me sono pienamente figli della società del consumismo, la peggior evoluzione del capitalismo moderno che ha comperato la coscienza di quasi tutti

coscienza critica ha detto...

Sicuramente i mercati rionali e i GAS sono la risposta più giusta in termini etici, ma purtroppo non in termini economici. Fin quando non si abolirà il denaro, ci saranno sempre molti poveri che preferiranno, loro malgrado, la frutta del supermercato, perché costa meno. E' un dato di fatto. A meno che il contadino che vende al mercato o che fornisce i GAS non cominci a fare un altro tipo di ragionamento, non basato sul profitto.

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