sabato 3 aprile 2010

La 'Saeta': testimonianze pagane nella Pasqua cristiana

Anche la Pasqua è una festività che il cristianesimo ha rubato al paganesimo. Duemila anni di Storia hanno poi contribuito all'oblio e all'innesto del nuovo dogma.
Presso i popoli pagani (pagano non è una parolaccia), da dicembre ad aprile si svolgevano feste rituali per preparare i campi e propiziare la fertilità della terra. Il 25 dicembre era la festa del Sol Invictus ed i riti erano legati alla rinascita del dio Sole, quando le giornate cominciano ad allungarsi e le popolazioni si apprestavano a salutare il risveglio della terra e a prepararla per la semina. La nostra Pasqua coincide con le antiche feste pagane di primavera, quando dalla terra comincia a nascere il germoglio, fonte di sostentamento per tutta la comunità. Il cristianesimo, appropriandosi di queste feste, cambiò le immagini e le liturgie, la Madre Terra diventò Madonna, il vino di Diòniso diventò sangue di Cristo, la croce assunse un altro significato e così via.
Tra i rituali pagani collegati alla 'rigenerazione', c'erano molti canti e azioni teatrali, danze, musiche e processioni, simbologie di ringraziamento e di esorcismo affinché il germoglio potesse crescere e resistere fino alla sua raccolta (altro momento sacro).
Cosa rimane ancora di quegli antichissimi rituali? A ben vedere più di quanto si possa credere. Forando l'involucro di apparenza cristiana, la struttura dei riti è ancora pagana. Spogliare queste festività degli orpelli cristiani, vuol dire andare a trovare le vere radici della nostra antica civiltà. Così succede che a Siviglia, ad esempio, la Sacra Rappresentazione della via crucis che si svolge in strada è accompagnata da canti spontanei di un singolo che emerge, con la sua voce, dal caos della processione. In quel momento, la liturgia vuole che tutti si fermino e ascoltino in silenzio questo canto appassionato. Si tratta della 'Saeta', un canto improvvisato e molto accorato, dove il cantante esprime il proprio ringraziamento che, seppur personalissimo, è condiviso da tutti: siamo di fronte a un atto fortemente catartico e teatrale. Il canto è rivolto direttamente a Cristo o alla Madonna, ma anticamente questo ringraziamento era diretto ai simboli divini della rigenerazione e della rinascita. Chi canta una 'Saeta' sta realmente parlando alla divinità, è assolutamente immedesimato nella parte, è in contatto diretto col divino.
Se ascoltiamo una di queste 'Saetas', è facile riscontrare una fortissima influenza arabica, dovuta alla lunghissima permanenza dell'islam in quella terra. Ma non v'era soltanto l'islam, infatti anche la 'Saeta' testimonia il perfetto sincretismo tra le quattro religioni presenti nell'antica penisola iberica: paganesimo, ebraismo, islamismo e cattolicesimo. Questa cultura popolare è preziosa e assolutamente da preservare. Scegliamo per voi due esempi di 'Saeta', uno femminile e uno maschile, quest'ultimo particolarmente emozionante (a nostro giudizio).




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7 commenti:

yellow ha detto...

Grazie c.c. ,non conoscevo questa Saeta e ne approfitto per augurarti una buona Pasqua, ciao.

yellow ha detto...

Grazie c.c. ,non conoscevo questa Saeta e ne approfitto per augurarti una buona Pasqua, ciao.

coscienza critica ha detto...

Buona Pasqua, yellow

Anonimo ha detto...

ho assistito a tante processioni d'incappucciati a Siviglia ma mai sentite le saetas...questo blog è sempre più interessante! auguri agli amministratori del sito e a tutti i lettori :)
dani

coscienza critica ha detto...

@ Dani
Peccato tu non abbia potuto assistere a queste saetas. La prossima volta che vai a Sevilla per la Semana Santa, ti auguro di imbatterti in questi cantanti.
Buona Pasqua anche a te :-)

yussindaco ha detto...

anche la pasqua è stata rubata? di riti di passaggio ne è piena l'antichità ma non capisco come questo possa delegittimare la specificità ebraica e quella cristiana; capisco l'astio, l'antipatia, la non comprensione e la prevenzione ... ma la distorsione della verità NO

coscienza critica ha detto...

@ yussindaco
E saremmo noi a distorcere la verità? E quale sarebbe la verità dei cattolici che abbiamo distorto? Che la Pasqua è roba loro?
Piuttosto il clero dovrebbe far scrivere sul librettino del catechismo dei bambini da dove proviene il cristianesimo. Anche questo è un furto da parte del Vaticano: un furto della conoscenza.

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