Sabato, 22 dicembre 2012
La Slovenia è scossa dalla prima rivolta di massa degli ultimi due decenni, ed è anche la prima rivolta diretta contro l'establishment politico, contro le misure di austerità, in alcune città queste proteste hanno carattere anticapitalista.In meno di tre settimane ci sono state 35 manifestazioni in 18 città, dove in totale hanno pertecipato più di 75.000 persone. Le proteste si traducono spesso in scontri con la polizia che tenta brutalmente di disperdere le manifestazioni. 284 persone sono state arrestate e alcune di esse già liberate. Molti i feriti.
Tutto è cominciato a metà novembre con alcune persone che protestavano contro il sindaco di Maribor, la seconda città slovena (il sindaco ha già dato le dimissioni). I manifestanti hanno usato slogan come 'è finita' ('gotof je') che è stato usato anche dopo per designare più o meno tutta la classe politica del Paese. In qualche giorno appena, queste proteste si sono espanse in tutto il Paese e sono diventate la strada scelta dal popolo per esprimere la collera riguardo alle condizioni generali della società: niente lavoro, niente sicurezza, niente diritto al futuro.
Le proteste sono decentralizzate, antiautoritarie e non gerarchiche (carattere eminentemente anarchico - ndt). Le persone che non sono mai scese in strada prima di adesso stanno partecipando e animando anche quelle città che non hanno mai conosciuto una sola protesta prima d'ora. Le persone stanno creando nuove alleanze tra loro, divengono compagne di lotta, e sono determinate a continuare per tutto il tempo che ci vorrà. Non sappiamo per quanto tempo possiamo rimanere ancora nelle strade, ma una cosa è certa, le perone hanno conosciuto un processo di emancipazione e hanno ripreso quella parola che èstata loro rubata in passato, ed è qualcosa che nessuno ormai potrà più rubare loro.
Solidarietà internazionale!
FAO (Federazione Anarchica Slovena, membro dell'Internazionale delle Federazioni Anarchiche - IFA).
Fonte dal sito della FAO
Traduzione di ' Italiani Imbecilli - blog '
Intanto le proteste procedono col metodo anarchico, spontaneamente anarchico. Cosa vuol dire? Vuol dire anzitutto non avere alcun capo da seguire, nessun dirigente, nessuno che cavalchi la protesta ad esclusivo e personale vantaggio, nessuna bandiera di partito o di sindacato di Stato. Vuol dire soprattutto non avere nessuno intenzionato a seguire un leader! In secondo luogo, le proteste hanno carattere creativo e decentrato, cioè partono dai piccoli centri periferici e si dirigono verso la capitale, segno di una lotta davvero spontanea ma sentita da tutti. Ogni villaggio adotta il proprio dialetto, la prorpia impronta culturale e creativa, che però non rivendica assolutamente alcun primato sulle altre, insomma, solidarietà e nessuna discriminazione, ma una buona unità nelle differenze. Cosa distante anni luce da quel che avviene nella gretta Italia e altrove.
Naturalmente anche in Slovenia i media sono tutti allineati al regime, e tentano di seppellire i motivi delle proteste facendo deviare l'attenzione sulla questione dell'ordine pubblico, sulla vetrina rotta, ma pare che almeno in Slovenia quasi nessuno voglia lasciarsi influenzare dai giornalisti di regime.
Adesso è il caso che queste proteste si trasformino in decisioni comuni, in obiettivi comuni da stabilire tutti insieme attraverso delle assemblee, e che queste assemblee non abbiano carattere gerarchico, altrimenti ogni sforzo sarà come sempre vano. Solidarietà al popolo sloveno!
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