Non spero in un anno migliore! Io non devo sperare in un anno migliore, e neanche in una vita futura migliore! Affidarsi alla speranza è la cosa più stupida che si possa fare, è un modo come tanti per lavarsene le mani e delegare, a chi? A un deus ex machina? A quattro sanguisughe che sfruttano i popoli imboniti? No grazie. Un buon futuro lo costruisco ogni giorno, a partire dalla impetuosa distruzione.
Io distruggo anzitutto la falsa coscienza, i pregiudizi, le false morali dello stato e della chiesa, gli stereotipi borghesi che sono prigioni mentali orripilanti. Io distruggo chi vuole comandarmi, governarmi, orientarmi, normalizzarmi. Distruggo chi vuole impedirmi di autoaffermarmi nella mia naturale dimensione di essere umano. Io distruggo i sostenitori della speranza, i costruttori del male, i propagandisti delle illusioni, i difensori anestetizzati del sistema. Non lancio piatti dalla finestra, ma simulacri spacciati per realtà ineluttabili. Nulla si salva! Ed ogni volta che distruggo un elemento, scopro che non ho fatto il vuoto, ma un pieno totalmente appagante, fatto di un'essenza che mi appartiene intimamente, e che ha lo stesso respiro della natura.
3 commenti:
Grazie. Post potente, così come le parole di Monicelli. Ti faccio eco. Grazie ancora.
ogni giorno, sul lavoro, in famiglia, sulle strade ogni giorno si lotta perchè non se ne può fare a meno!!!
Una visione del mondo, della vita. degli eventi e dell'opera dell'uomo molto veritiera e corretta. Questa visione porta a stare con i piedi sempre per terra e la testa sgombra da preconcetti e condizionamenti compresi quelli che ci imprimiamo da noi stessi.
Tuttavia rimane una parte sottile del nostro essere incline al sogno, alla favola e alla speranza per un mondo più piacevole. Questo sogno e questa speranza non può essere uccisa o mortificata per l'insuccesso (che dipende solo da noi nell'accettare i propri limiti),individuale o collettivo. Monicelli, uomo di genio, amato, rispettato, onorato per la sua opera non ha saputo godere di questi beni proprio perché aveva ucciso in lui la speranza che lui stesso aveva nutrito in chi lo ha onorato attraverso le sue grandi opere cinematografiche. La vita lo ha amato ma non l'ha ricambiata dei beni ricevuti in dote, riconcigliandosi con lei. Non ha voluto essere amato.
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