giovedì 22 giugno 2017

Democrazia è dittatura

Soprattutto nelle democrazie, ma questo è evidente, i mali che affliggono le società sono dovuti al popolo che elegge coloro che lo affliggeranno. Finché il popolo continuerà a incolpare i padroni politici e cambiarli, anziché incolpare se stesso, non avrà modo di liberarsi. La democrazia, secondo me, è una dittatura ancora più violenta della monarchia, perché è subdola, usa violenze indirette, e lascia che siano gli stessi cittadini a costruire la gogna che dovranno portare lungo una vita di sfruttamento e ingiustizie. Le persone quindi si auto opprimono e legittimano gli strumenti istituzionali dell'oppressione. Non credo che vi sia qualcosa di più perverso. La pedagogia degli ingegneri sociali ha funzionato e continua a funzionare alla grande. 
Questo avviene perché i popoli abboccano alle illusioni, credono all'idea che c'è dietro alle parole come 'democrazia', e quando dico 'credono' mi riferisco a un credo di tipo religioso, profondissimo. Un dogma non lo scalfisci neppure quando i fatti lo smentiscono, neppure quando la realtà o l'esperienza storica insegnano che è tutta un'illusione ben progettata. Infatti ai popoli illusi dalla religione democratica non interessa niente se della democrazia non se ne vede alcuna traccia, ciò che conta per loro è la speranza che un giorno, chissà quando, chissà dove, qualcuno gliela regali calandogliela dall'alto per mezzo di norme, che è un concetto, questo, di per sé eminentemente antidemocratico. Società del paradosso costante. 
Se a tutto questo aggiungiamo un'azione continua di dissuasione nei confronti dell'anarchia da parte del sistema, per mezzo di pregiudizi, censure, menzogne, attacchi vari, allora siamo certi che la liberazione sarà davvero qualcosa di irraggiungibile. L'utopia, nel senso negativo del termine, è dunque lo Stato, lo vediamo, ma gli illusi credono in estasi, non pensano, e difendono il dogma. E difendendolo si fanno molto male, da soli. Che tristezza.

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