Quando gli ateniesi ebbero Pericle a capo del loro governo, le città greche avevano già raggiunto una profonda maturità storica e culturale. Proprio grazie a questa loro maturità e consapevolezza, gli ateniesi poterono inventare la democrazia che, infatti, nasce dal popolo e per il popolo. Pericle non ha inventato la democrazia, l'ha soltanto codificata, quindi, nella società di quel tempo, c'erano già tutti i presupposti affinché qualcuno potesse ufficializzare la nuova forma di governo. Ma da cosa nasce una democrazia? Da quale istanze? anzitutto la democrazia (lo dice la parola stessa) nasce dall'esigenza di conferire al popolo dei poteri che sono quelli relativi alla LIBERA scelta del proprio governo. Ma per giungere a una simile concezione di governo che lascia facoltà decisionale al popolo, un'autorità deve essere impazzita oppure consapevole della maturità culturale del proprio popolo. Pericle non era pazzo! L'Italia ebbe pochi momenti, nella sua storia, in cui si creò la piena coscienza della propria maturità culturale; forse uno di questi momenti -se non l'unico- è stato l'Umanesimo (e il conseguente Rinascimento), nato dopo ben 400 anni di 'gestazione' e di maturazione. Certo, nel XVI secolo, l'Italia non era neanche uno Stato e non c'era la democrazia, ma si tentava di seguire dei 'modelli democratici' che venivano adattati alle esigenze di questo o di quell'altro principe, di questa o di quell'altra realtà territoriale. L'Italia, perciò, non ha mai avuto una vera vocazione democratica, anche perchè, dopo la caduta (caduta?) del fascismo, il voto degli italiani si orientò a fatica verso la Repubblica che s'impose solo per un effetto reattivo alle angherie, ai danni, ai disagi, alle guerre che, la monarchia prima e il fascismo dopo, avevano prodotto. A conferma di ciò, vediamo oggi che quel mostro chiamato fascismo sta rialzando la testa, anzi, l'ha già rialzata! Di fatto, il fascismo non ha avuto che un breve periodo di letargo, durato circa 30 anni (cosa volete che siano 30 anni, di fronte a 2700 anni di storia?). Già all'inizio degli anni '80 del Novecento, archiviati tutti i movimenti di protesta precedenti e i moti di coscienza critica giovanile, il popolo italiano ha cominciato ad essere rifascistizzato e a bersi tutto quello che la TV -novella arma del neofascismo- diceva. In questo modo, i giovani cresciuti a 'pane e veline' hanno ora la testa colma di modelli nefasti: razzismo, violenza, apparenza, mediocrità, protagonismo, arroganza... Come può, oggi, un popolo cresciuto con questi modelli imposti, possedere una propria coscienza critica? E soprattutto -e chiudiamo il cerchio- senza la consapevolezza della propria maturità culturale, come si può concepire una vera democrazia?
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