martedì 25 agosto 2009

Fronte del porco

Per un momento, possiamo anche girovagare nel mondo della fantasia e dirigerci in un pensiero preciso, forse comune a tutti gli italiani.
Di fronte a tutto quello che è emerso dagli scandali a luce rossa che riguardano Berlusconi a Palazzo Grazioli, a Villa Certosa, a Bari, a Casoria (e chissà in quanti altri luoghi), quale idea si sarà fatta, il popolo italiano, intorno al rapporto showbusiness - sesso?
Sappiamo ormai che avvenenti ragazze con 'spettacolari aspirazioni' sono state -e sono- considerate veri e propri oggetti di scambio, con buona pace della dignità femminile, personale e collettiva. Ottenere una parte in una fiction vuol dire passare attraverso compromessi erotici ed è inutile, ormai, cercare di nasconderlo. Ma ci chiediamo: questa che ormai appare una regola, vale solo per le particine nelle fiction? Possiamo legittimamente pensare che tutte le belle donne del mondo dello spettacolo abbiano accettato tali compromessi? E da quanto tempo va avanti questo mercato? Possiamo legittimamente pensare che sia stato sempre così?
Ricordo un Maurizio Costanzo che difendeva a spada tratta la buona morale nello showbusiness, lanciando strali avvelenati e anatemi a quanti la pensassero diversamente. Ci piacerebbe sapere cosa avrebbe da difendere, adesso.
Non siamo certo qui a fare moralismi sul sesso, ben inteso. Rileviamo soltanto l'ipocrisia nel mondo dello spettacolo e della politica. Di certo, è molto più onorevole e onesto l'atteggiamento di una cicciolina o di una Moana Pozzi, rispetto alle dichiarazioni di showgirls (tutte) che giurano: 'mai fatti compromessi'.
Naturalmente, la chiesa non obbedisce alle sue stesse regole morali e, ipocritamente, preferisce al massimo dare un buffettino di rimprovero al cavaliere, tacendo quelle feroci prediche che normalmente vengono invece riservate a chi usa il profilattico o a chi sostiene la laicità dello Stato, in tutte le sue forme. Non una parola è stata spesa dal signor Ratzinger ad indirizzo del mondo femminile. Ma è chiaro il motivo: le donne dello spettacolo sono già tutte come Maddalena, già redente, persino quelle che a Palazzo Grazioli devono ancora entrarci! Dare un messaggio di ortodossia moralcattolica alle donne dello spettacolo, sarebbe come ammettere l'esistenza del peccato. Giammai, in questo caso!
Fattostà che il mondo dello spettacolo va così, se non addirittura peggio. Sì, perché a noi ci fanno sapere sempre mezze verità, ma se provassimo a portarci più in là con il nostro pensiero, forse ci troveremmo di fronte scenari davvero inquietanti e raccapriccianti. Com'è andata a finire la vicenda processuale delle lolite di 'Non è la Rai'? Tutti assolti? E i bagnetti delle minorenni nella vasca di Boncompagni, con lui che lavava loro la schiena? Invenzioni? E lo showman Valerio Merola che si difese dicendo che le ragazze erano consenzienti? Fantasia?

* Copiare i post altrui, facendo credere di esserne gli autori, è solo una questione di povertà intellettuale *

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5 commenti:

Lollo ha detto...

E' proprio vero, la società di oggi modella (o almeno ci prova) le menti di tutti a partire dai più piccoli ai più anziani.

E' ormai palese che per avere successo, andare in tv, essere famosi bisogna passare per certi compromessi.
E sono proprio la televisione e quelle miriadi di giornali di gossip a confermarlo!

Il popolo è immerso in una società dove l'unico modo per essere felici (e avere qualche possibilità) è: farsi una sesta di seno, andare a giocare ai quiz televisivi e vincere migliaia di euro (alla faccia di chi la tv neanche ce l'ha), rubare e aggirare le regole.

Recente conferma di ciò è lo scandalo di villa certosa&Co. dove una serie di atti, scusate il termine, schifosi da parte del nostro Mister B. non hanno avuto nessuna conseguenza, nascosti dalle parole : "in fondo cosa c'era di male"?

Si sta spingendo la gente a pensare che tutto è lecito, facendole dimenticare valori come libertà, giustizia, collettività.

yellow ha detto...

è lo schifo nazionalpopolare che ci imbratta tutti i giorni, evviva Fabrizio Corona, evviva Lele Mora e tutti quelli come loro che sanno quello che fanno.....i giovani sanno adesso chi adorare, facciamo un p......... e ci regalano la borsa firmata forza fanciulle date via la f....e vi comprano l'attichino e vi mettono nella meravigliosa scatola magica chesi chiama tv, forza gente che c'è posto , avanti il prossimo.

Dario Lesca ha detto...

Post un po OT....
Complimenti per il blog, gli articoli in esso contenuti sono sempre interessanti e ben scritti.

Ma chi dobbiamo ringraziare?

Non che sia importantissimo saperlo, possiamo anche prendere e basta. Ma quando sostieni: "liberamente dettato dalla mia coscienza critica" ...

A chi appartiene quel "Mia" ?
dai ... ce lo dici?

Sarò un po' cecato, ma in giro per il blog non ho trovato alcun nome di persona/e da poter ringraziare...

Comunque complimenti e Grazie.
Ciao
Dario.

coscienza critica ha detto...

@ Lollo e Yellow
L'Italia sta attraversando un periodo di imbarbarimento. Mi stupisce constatare l'assenza degli intellettuali a difesa della buona cultura. Quei pochi che osano parlare (Camilleri, Fo...) non hanno comunque la forza necessaria a ristabilire un equilibrio tra barbarie e civiltà. Non per colpa loro, ma perché i loro messaggi non passano in tv.

@ Dario
Credimi, non ha alcuna importanza il nome. Questo blog vive grazie al 'lavoro' di una équipe motivata ed io potrei fornirti nomi di fantasia, anche se non è nel mio stile mentire. Se non firmiamo con i nostri nomi è anche perché siamo consapevoli che la coscienza non può avere un nome. Questo, nella speranza che la coscienza critica diventi davvero collettiva.
Esiste anche un altro motivo. Porre un nome in calce ai post, significherebbe riferirsi a quel nome, dare un'identità precisa a un pensiero. Invece noi vogliamo che questo blog diventi uno specchio per i nostri lettori. Chi legge un articolo non deve dire 'lo ha scritto tizio', ma deve avere la sensazione di leggere un po' se stesso, la propria coscienza.
Ciao e grazie

coscienza critica ha detto...

Un commento di 'moccomocco', pervenuto via mail:

quando va via? purtroppo non posso nominarlo e in tv tolgo l'audio, sono disperato mi intossica l'esistenza, scusa lo sfogo, buon lavoro

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