lunedì 8 agosto 2011

Anarchici: quante ne devono sopportare!

C'è stato un periodo della Storia in cui l'ideale anarchico era l'unico punto di riferimento per il popolo oppresso. Parliamo del periodo che va dalla metà dell'Ottocento ai primi del Novecento. L'anarchia non è mai stata un partito perché non vuole e non concepisce leader, li rifiuta per principio e per definizione (semmai li combatte, la storia del dissidio tra i vecchi amici Bakunin e Marx parla chiaro), ma il progetto politico anarchico così diffuso nel popolo aveva fatto tremare tutti i governi del mondo, tanto che a un certo punto i borghesi, le teste coronate e i generali si diedero delle regole (in un convegno ad hoc!) per attuare una strategia propagandistica anti-anarchica. Ma se in quel congresso internazionale i capi delle Nazioni non seppero neppure mettersi d'accordo, proprio lì nacque l'idea di ottimizzare la propaganda diffamatoria nei confronti degli anarchici, una diffamazione alla quale certe persone ancora credono.
Ma, ancorché demonizzata e vessata, l'anarchia è rimasta sempre la stessa, cioè quella forza portatrice di libertà e di vera giustizia che rifiuta categoricamente gerarchie e capi di qualunque sorta, cercando di portare la società a un livello di benessere, di pace e di solidarietà come ai tempi in cui non esistevano Stati e governi, servi e padroni, chiese e caserme (link).
Ora, questo ideale anarchico è talmente alto e prezioso e forte, che sempre viene temuto, persino da coloro che si sono lasciati condizionare dalla propaganda denigratoria. Così avviene che a qualcuno venga in mente di indicare l'anarchia come un'organizzazione gerarchica, con all'interno dei capi (inaudito!), sperando ingenuamente di dimostrare una contraddizione in termini all'interno dell'ideale libertario. Assurdo è dir poco. E' talmente ovvia l'intenzione denigratoria di questi personaggi che non sprecheremo altre parole per non offendere la vostra intelligenza. Qualunque organizzazione basata sulla gerarchia non è veramente anarchica.
L'anarchia ha subìto sempre attacchi, proprio per il suo carattere libero e propugnatore di eguaglianza e di pace (che si ottiene solo se non esitono capi e gerarchie), la storia dell'anarchia è contrappuntata da persone innocenti che sono state accusate ingiustamente e ammazzate (valgono per tutti gli indimenticati Sacco e Vanzetti e, più recentemente, Pino Pinelli). Tutte le volte che lo Stato ha bisogno di un capro espiatorio s'inventa un anarchico che firma un volantino, o un anarchico che lancia un ordigno, persino un qualcuno che tiene in casa un gatto nero e che perciò è sicuramente un anarchico (ridicolo, ma certa gente ci crede ancora). Siamo giunti persino a conoscere l'esistenza di una sedicente Federazione Anarchica Informale che è probabilmente frutto dell'inventiva di qualche sbirro appartenente ai servizi segreti e che, furbescamente, ha usato l'acronimo della vera FAI (Federazione Anarchica Italiana) che nulla ha a che fare con le bombe e con la violenza.
Insomma, c'è un clan di denigratori sempre pronto ad additare l'anarchia. Evidentemente la summa dei propositi anarchici fa troppa paura. E chi ha paura teme la propria oggettiva fragilità ed è costretto a mentire continuamente per sopravvivere. Proviamo quasi pena per loro. Sarà il caso di riprendere in mano l'ideale anarchico, tutti, proprio come hanno fatto i nostri bisnonni, e proseguire insieme verso la costruzione di un mondo alfine pacifico e libero.

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