venerdì 12 agosto 2011

Ma allora cos'è la P1?

C'è la P2, la P3, la P4... certamente la lista delle associazioni a delinquere è destinata a crescere in futuro, in ragione e in maniera direttamente proporzionale al marciume e all'amoralità di questo sistema che non regge più, che non sa più reggere neanche la propria maschera, ma che gli elettori riappiccicano ogni volta al volto dello Stato.
Al cospetto di cotanti numeri, però, non è forse lecito pensare che all'appello manchi la P1? Ma certo che è lecito, anzi, doveroso! Ve lo diciamo noi cos'è la P1.
Assodato che la lettera 'P', come Gelli ci ha rivelato, vuol dire Propaganda, concentriamoci sul numero uno. Il primo numero. Il vertice della piramide. La P1 è lo Stato. Lo Stato è LA propaganda.
Da questo blog abbiamo già parlato e riparlato di propaganda di Stato, i nostri lettori più affezionati ne avranno la nausea di questa formula. Ma poiché il blog si arricchisce ogni giorno di nuovi lettori, ci sembra il caso di fare un bel punto della situazione, seppur sintetico (sennò ci vorrebbe un librone).
Partiamo dal fatto che viviamo in un sistema gerarchico (e gerarchizzato/zzante), piramidale e militarizzato (come ogni Stato 'che si rispetti'). Tale sistema è, in nuce, fascista. Lo è sempre, a prescindere dalle varie forme di Stato, dai nomi che gli si vogliono affibbiare, a prescindere anche dai vari colori dei governi, dai vari partiti (che sono solo strumenti operativi dello Stato). Il principio cardine del fascismo (inteso proprio come sistema di gestione della società e anche come mentalità) è la gerarchia, cioè una scala di valori del tutto arbitrari, artificiali (imposti con la forza e/o con l'inganno), che non ammette alcun principio di uguaglianza tra gli esseri umani. Il sistema-Stato è questo, con tutto ciò che ne consegue. Il popolo sta sempre sotto ed è costretto a reggere l'intera piramide con sudore e sacrifici. Il popolo paga per lo Stato, lavora per lo Stato, muore per lo Stato. Il popolo ha le briciole, quando le ha, e si fa convincere che quelle briciole siano libertà.
Detto ciò, già nelle righe qui sopra abbiamo scritto la parolina magica: inganno. Lo Stato è un inganno che si regge attraverso una propaganda costante, assolutamente capillare e subdola, talmente subdola che ormai non ci si fa più caso, anzi, c'è ancora gente che si esalta ad essere definita parte dello Stato (la menzogna de 'lo Stato siamo noi', ad esempio) o che è convinta di fare un servizio a se stessa quando è chiamata alle urne o a morire per la patria (che anche su questa parola ci sarebbe da abbattere tante false convinzioni).
La P1, questa propaganda costante, è applicata ad ogni cosa, sin dall'età della culla. Il concetto che debba esistere un capo ovunque, anche in famiglia, a scuola, in ufficio, nel condominio, ai mercati generali, in ogni proprietà privata, è un concetto che ci accompagna sin da quando veniamo al mondo. E' un imprinting fortissimo, a tal punto che lo Stato viene percepito più come una sorta di religione, un fatto metafisico, piuttosto che come organizzazione concreta fatta di uomini concreti. Eppure lo Stato sono loro, là in alto, e sono lì non certo per meriti morali (ammesso e non concesso). La P1 (quasi quasi cominceremo a chiamare lo Stato così) conosce la propria fragilità, perciò è costretta ad usare le tecniche sopraffine della propaganda, diffuse attraverso i mass-media, i TG, i programmi del vacuo, i film e persino i documentari e i cartoni animati, le favole per bambini, i quali assorbono tutto dal contesto, e presto, molto presto, si rendono conto che non possono fare quel che desiderano perché devono prima chiedere il permesso a qualcuno che sta più in alto di loro, poi devono sopportare mille 'no, non puoi, perché lo dico io che sono più grande di te'. Il bambino cresce con l'idea che sia normale avere intorno mille autorità, mille superiori, mille punizioni. Bravi sudditi crescono. E una volta adulti non capiscono più che il luogo in cui vivono è piuttosto una prigione, non sanno più concepire la vera libertà. Pare così normalissimo reggere la piramide dei privilegi e... mangiare le briciole sotto il tavolo. Prendiamo a prestito una frase di Silvano Agosti e la parafrasiamo dicendo che alcune persone mettono sotto il tavolo persino il loro vaso di fiori preferito. Come dire: mi piace la mia prigione e me la curo, chi ne parla male è un eretico.
L'effetto della P1 è devastante, perciò è al primo posto per atrocità. Chi non si accorge di questa atrocità sta annaffiando il vaso di fiori sotto il tavolo. Ma il numero uno indica anche il fatto che storicamente il sistema criminale statale è stato il primo a nascere, dopo migliaia di anni in cui tutti noi abbiamo vissuto in libertà, in pace, in uguaglianza, in anarchia. Ecco, se avete storto il naso di fronte alla parola anarchia, sappiate che il vostro senso di disgusto è frutto di un'abile propaganda di Stato che vi ha fatto credere, mentendo sapendo di mentire, che anarchia è uguale a violenza, caos e sciocchezze di questo genere. Non è così, ma al nostro 'non è così' si contrappone la forza della Propaganda Uno che vi ha marchiati a fuoco. Ci rendiamo conto che per voi è difficile capire, ma voi non siete diversi da noi, perché chi vi scrive non è un alieno, è parte di voi, vive con voi (ahimé costretto sotto il tavolo dal popolo votante). Chi vi scrive, però, ha avuto modo di dare un calcio ai pregiudizi, ha avuto modo di capire e di scoprire proprio grazie a quei libri tenuti nascosti (non divulgati) proprio dalla P1 (fior fior di nomi). Di più, la propaganda di Stato vi nasconde persino il fatto che moltissime personalità sono state e sono anarchiche. Ora noi è da tempo che vi diciamo che è ora di alzarci tutti da sotto il tavolo. Quelli lassù son quattro gatti. E hanno paura. Alè!

La foto è stata scattata da Luciano Sanna

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