lunedì 28 gennaio 2013

Anarchia come organizzazione in pdf

Spesso le persone, di fronte allo schifo politico e di sistema, si domandano e ci domandano: 'si, ma cosa possiamo fare? L'anarchia non è un'utopia? Cosa può offrire l'anarchia? A queste domande si può solo reagire in due modi: o ti metti di buzzo buono e spieghi per ore e ore (ma solo se vedi l'interlocutore sinceramente interessato), oppure dici: 'guarda, non hai che da scegliere tra i libri di una vastissima letteratura anarchica'. Perché, nel caso specifico, semplificare non è cosa buona. Se ad esempio diciamo che 'anarchia è ordine senza potere'... cosa volete che capiscano le persone abituate da sempre al loro amatissimo disordine del potere?
Allora ecco finalmente online il libro di Colin Ward, della Elèuthera edizioni, che risponde anche alle domande di cui sopra, e lo fa in maniera puntualissima, accorta, con esempi CONCRETI e riferimenti precisi.
'Anarchia come organizzazione' (ne parlavamo anche tempo fa) racconta di un'anarchia che vive nella società, nonostante il potere costituito, che si muove, che costruisce realtà palpabili. Niente cassonetti incendiati, ma dimostrazione tangibilissima di una non-utopia che vuol dire organizzazione naturale degli esseri umani, solidarietà applicata per il bene di tutti, armonia e ordine nella complessità. E siamo tutti anarchici, per natura. Quindi un libro che in verità risponde anche ad altre mille domande, e che rivela ciò che onestamente è già rivelato in ogni gruppo sociale (anche il nostro), esemplificando con quei contesti eminentemente anarchici sparsi per il mondo, cioè con quelle civiltà che mai vi faranno vedere in tv o leggere nei libri di scuola. Il libro percorre capitoli che sono tappe progressive, e alla fine il cerchio si chiude perfettamente. Ecco l'indice:

I. L'anarchia e lo Stato
II. La teoria dell'ordine spontaneo
III. La dissoluzione della leadership
IV. L'armonia nasce dalla complessità
V. Federazioni senza vertici
VI. Chi deve pianificare?
VII. Costruttori, inquilini e senza-casa
VIII. Famiglia chiusa e famiglia aperta
IX. Descolarizzazione
X. Il gioco, parabola dell'anarchia
XI. Senza padroni
XII. Il fallimento dello Stato assistenziale
XIII. Diversità, devianza, criminalità
XIV. Anarchia e futuro plausibile

La quarta di copertina:
“L’anarchismo non è la visione, basata su congetture, di una società futura, ma la descrizione di un modo umano di organizzarsi radicato nell’esperienza di vita quotidiana, che funziona a fianco delle tendenze spiccatamente autoritarie della nostra società e nonostante quelle”

Per molti l’anarchia è un improbabile modello sociale basato sulla disorganizzazione caotica. Per altri è invece un’utopia generosa ma impraticabile. Ribaltando entrambe le interpretazioni, Ward la intende come un’efficace forma di organizzazione non gerarchica, una vivente realtà sociale che è sempre esistita e tutt’ora esiste nelle pieghe della prevalente società del dominio. Utilizzando un’ampia varietà di fonti, l’autore articola in modo convincente la sua tesi volutamente paradossale, con argomenti tratti dalla sociologia, dall’antropologia, dalla cibernetica, dalla psicologia industriale, ma anche da esperienze nel campo della pianificazione, del lavoro, del gioco…

Colin Ward (1924 – 2010)
è stato architetto, insegnante, giornalista e scrittore, ma soprattutto uno degli anarchici più influenti e innovativi del secondo Novecento. A partire dagli anni Sessanta, elabora un anarchismo pragmatico del «qui e ora» che rintraccia in particolare nei modi non ufficiali con cui la gente una l’ambiente urbano e rurale, rimodellandolo secondo i propri bisogni. Autore di una ventina di libri, per elèutera sono inoltre usciti Dopo l’automobile, Acqua e comunità, L’anarchia e Conversazioni con Colin Ward, a cura di David Goodway.
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Veramente bellissimo libro.
Ne consiglio spassionatamente la lettura a tutti.
In formato cartaceo gia` ce l'ho e a maggior ragione mi scarico questo per poterlo condividere con qualcuno che non abbia il cervello bruciato definitivamente.
Un fortissimo grazie da me e anche dal Mulo :)

blackblogger ha detto...

Personalmente preferisco i libri stampati, ma vivendo all'estero (e preferendo, quando posso, le letture in italiano) colgo l'occasione per scaricare il libro di Ward, che avrei voluto leggere già da tempo. Grazie per averlo reso accessibile!

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