C'era una volta un'officina coi muri decrepiti, semibuia, coi rottami di auto che servivano per i pezzi di ricambio spacciati per nuovi. A parte l'ambiente lugubre e la truffa perpetua, sia i meccanici sia gli attrezzi non funzionavano. Mannaggia! tutti però andavano in quell'officina, anche perché non ce n'erano altre, e chi provava ad aprirne una veniva ferocemente taglieggiato, boicottato, imprigionato. E poi, signori miei, la gente ormai s'era talmente abituata ad andare in quell'officina, che ormai non aveva neppure la capacità di immaginarne un'altra, diversa. Fattostà che le automobili non funzionavano, e i guidatori finivano sempre per schiantarsi contro i muri. S'erano abituati anche a quella brutta fine, e per consolarsi dicevano 'siamo nati per soffrire', oppure dicevano 'speriamo bene la prossima volta'.
Un giorno un ragazzo, fiero e sognatore, decise di aprire un garage tutto suo e, sfidando le ire dei meccanici dell'altra officina e persino dei loro clienti, cominciò a costruire un motore perfettamente funzionante. Ma i meccanici incazzati si misero addosso le tute nere e gli bruciarono il garage dichiarando il ragazzo fuorilegge, i clienti furono tutti soddisfatti e fecero festa, dicevano 'giustizia è fatta'. Però il ragazzo non si perse d'animo, e la volta successiva volle utilizzare come garage il suo sottoscala, e il motore che riuscì a costruire era sì più piccolo del primo, ma sempre perfettamente funzionante. Vennero di nuovo i meccanici incazzati, stavolta con le tute rosse, e gli bruciarono pure il sottoscala con il motorino dentro, presero il ragazzo e lo misero in prigione. I clienti acclamarono i meccanici dalla tuta rossa, e festeggiarono la loro vendetta. Strano senso della giustizia!
Però il ragazzo aveva una compagna fuori, la quale voleva a tutti i costi convincere i clienti che il motore del suo ragazzo funzionava veramente, e così prese a costruire anche lei un motore, lo costruì piccolo piccolo, di nascosto, e quando fu terminato lo mise in moto e lo fece vedere a tutti. Fu allora che i clienti si incazzarono in modo furibondo e brutale, ma non gridarono 'a morte' contro la vecchia officina e contro i meccanici truffaldini, ma contro la ragazza! Ci fu un trambusto e un corri corri generale, e spari, e botte, e sbirraglia ovunque. A un certo punto un tizio che si credeva intelligente cercò di acquietare gli spiriti, 'ci penso io' disse, e quando tutti si calmarono il tizio disse alla ragazza: 'è evidente che quel motore non funziona, è piccolo! e poi tu sei sola, mentre noi siamo in tanti, quindi abbiamo ragione noi'.
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