I ragionamenti dei falsi rivoluzionari si riconoscono perché, immancabilmente, nel loro dipanarsi, espongono una prima parte assolutamente condivisibile, che però va a cozzare contro una parte, generalmente finale, sempre antirivoluzionaria, quindi autoritaria e pro-sistema. C'è sempre, insomma, una struttura logica contraddittoria che però i 'veri falsi rivoluzionari' non colgono, non possono farlo, perché sono stati addestrati fin da piccoli a credere fino in fondo in quel che dicono, nelle 'soluzioni' che propongono. Colpa dell'istruzione ricevuta.
L'esempio più basico può essere questo: 'un popolo non può essere costretto a vivere in queste condizioni, manca il benessere di cui abbiamo diritto, qui occorre un governo serio'. La parte finale guasta tutto, è ovvio, ma il falso rivoluzionario è davvero convinto di ciò che dice. Ho però anche esperienza di contraddizioni finissime e quasi impercettibili che, se fossero volute, avrebbero un che di geniale.
I falsi rivoluzionari (inconsapevoli o consapevoli di esserlo), alla fine li riconosci comunque, perché ragionano come la maggioranza, quindi parlano come i padroni, propongono le stesse false soluzioni borghesi di cui parlano i governanti, che non a caso fanno capo alle solite trappole: 'più governo, più polizia, più istruzione, più educazione, più leggi, più esercito, più disciplina, più galere, più nazionalismo, più lavoro, più merito...', praticamente tutto l'armamentario culturale che garantisce da millenni la perpetuazione di questo schifo di società.
Basta con questa cultura, qui urge una controcultura diffusa! Giovani, spetta soprattutto a voi: leggete di anarchia, informatevi altrove, bandite la scuola e la sua colonizzazione, bandite i libri del sistema buoni solo per le masse (sono il 90% di tutta l'editoria in commercio), e ragionate con la vostra testa, col vostro cuore!
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