Il 1° marzo 2010 tutti i lavoratori stranieri e senza diritto di voto incroceranno le braccia!
Con questo gesto, i migranti intendono far capire alla 'società civile', ma soprattutto ai fascisti-razzisti al governo, cosa succederebbe se il Paese adottasse le misure xenofobe della Lega Nord che li vuole fuori dall'Italia. Ma questi lavoratori sono già fuori dall'Italia, poiché non hanno neanche il diritto di voto, in compenso lavorano per noi, svolgendo anche i mestieri che noi rifiutiamo. Siamo noi a sfruttare loro, non il contrario! Se lo ricordino coloro che si abbeverano della cultura televisiva, manipolata a dovere!
Il Blacks Out vuole altresì dimostrare che non esistono 'soltanto' 4 milioni di ospiti su cui si basa la nostra economia e che aiutano, con il loro lavoro, la stabilizzazione del nostro sistema pensionistico, ma tantissime altre persone costrette a rimanere nell'ombra e che non hanno proprio nessun diritto, forse solo quello di respirare. Questi ospiti, che una legge assurda e razzista li ha bollati come 'clandestini', sono quelli più deboli e ricattabili e che non potranno neppure aderire al Blacks Out!
L'iniziativa, gemellata con quella francese, non è soltanto dimostrativa. Questi nostri ospiti rivendicano giustamente la loro importanza sociale ed economica e, quindi, pretendono i loro diritti per vivere una vita dignitosa.
Hanno già aderito al Blacks Out:
Hu Lanbo (direttrice del mensile “Cina in Italia”)
Eugen Terteleac (presidente nazionale dell’associazione “Romeni in Italia”)
Vladimir Kosturi (Albanesi in Italia)
Yacouba Dabre (segretario generale del Movimento degli Africani)
Aly Baba Faye (sociologo)
LE ACLI (associazioni cristiane dei lavoratori italiani: con oltre 980 mila iscritti, 4500 circoli).
Con questo gesto, i migranti intendono far capire alla 'società civile', ma soprattutto ai fascisti-razzisti al governo, cosa succederebbe se il Paese adottasse le misure xenofobe della Lega Nord che li vuole fuori dall'Italia. Ma questi lavoratori sono già fuori dall'Italia, poiché non hanno neanche il diritto di voto, in compenso lavorano per noi, svolgendo anche i mestieri che noi rifiutiamo. Siamo noi a sfruttare loro, non il contrario! Se lo ricordino coloro che si abbeverano della cultura televisiva, manipolata a dovere!
Il Blacks Out vuole altresì dimostrare che non esistono 'soltanto' 4 milioni di ospiti su cui si basa la nostra economia e che aiutano, con il loro lavoro, la stabilizzazione del nostro sistema pensionistico, ma tantissime altre persone costrette a rimanere nell'ombra e che non hanno proprio nessun diritto, forse solo quello di respirare. Questi ospiti, che una legge assurda e razzista li ha bollati come 'clandestini', sono quelli più deboli e ricattabili e che non potranno neppure aderire al Blacks Out!
L'iniziativa, gemellata con quella francese, non è soltanto dimostrativa. Questi nostri ospiti rivendicano giustamente la loro importanza sociale ed economica e, quindi, pretendono i loro diritti per vivere una vita dignitosa.
Hanno già aderito al Blacks Out:
Hu Lanbo (direttrice del mensile “Cina in Italia”)
Eugen Terteleac (presidente nazionale dell’associazione “Romeni in Italia”)
Vladimir Kosturi (Albanesi in Italia)
Yacouba Dabre (segretario generale del Movimento degli Africani)
Aly Baba Faye (sociologo)
LE ACLI (associazioni cristiane dei lavoratori italiani: con oltre 980 mila iscritti, 4500 circoli).
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