Dal 1954 la tv italiana non fa altro che modificare le coscienze. Lo stuolo di psicologi -che lavorano di concerto con le produzioni e le redazioni- sono operatori occulti di una propaganda permanente e subdola. Il risultato del lavoro di persuasione è sotto gli occhi di tutti: modelli negativi che invadono la società, imposti atraverso il piccolo schermo e che vanno a formare l'unica base di conoscenza dei cittadini, al di fuori della quale null'altro esiste.
Il rapporto tv-individuo è impari. A rimetterci è l'individuo. Qualsiasi messaggio fuoriuscito dalla tv viene percepito dall'osservatore come un precetto dogmatico. Lo diceva anche Pasolini: esiste un rapporto di sudditanza tra l'Uomo e la televisione, dove l'Uomo è subordinato alla tv, quindi schiavo, spesso inconsapevole.
I danni prodotti dalla tv in questi 50 anni sono enormi. In termini di profitto culturale, possiamo dire che i cittadini hanno subìto un depauperamento abnorme e sono stati appiattiti a un grado di coscienza critica vicino allo zero. Il guaio è che non se ne rendono conto, anzi, si ostinano a difendere chi li ha resi schiavi, soggetti passivi, acritici.
Il punto di vista della televisione è sempre univoco e controllato, perciò può essere distorto senza che vi possa essere alcuna controinformazione a bilanciare quel punto di vista. Di fatto, la tv è una dittatura. Lo è già per sua natura, poiché costringe la gente a vedere e a sentire solo determinate cose, le quali possono essere manipolate a piacimento, al fine di veicolare informazioni anche false, ma che vengono percepite come vere. Facevamo l'esempio di un regista che documenta la vita dei leoni; se il regista decide di farci vedere il muso sporco di sangue del felino, magari con la voce narrante che dice 'il leone ha divorato il suo pasto', esclude dalla nostra visione (e coscienza) il fatto che, forse, quel sangue possa essere stato prodotto in un altro modo, magari da una lotta tra quel leone e un altro animale. E' solo un esempio per dire che la realtà, in tv, può essere tranquillamente modificata. Persino la scelta di una inquadratura piuttosto che un'altra ha valore di 'significante' ed esclude altre mille varianti (un piano americano non ci farà mai vedere alcuna calzatura).
Il potere delle immagini è molto più forte di qualsiasi altro linguaggio ed è perciò che tutto quel che è posto sotto l'obiettivo di una telecamera viene minuziosamente ponderato, studiato a priori. Chi consegna una diretta televisiva a un regista ha anzitutto la responsabilità di scegliere il regista più adatto. E' la regola. Se invece il prodotto televisivo viene registrato, il compito di modellare il messaggio viene lasciato in gran parte alla postproduzione (montaggio).
L'individuo sceglie, valuta, vive esclusivamente in base alle conoscenze che ha acquisito e queste conoscenze hanno formato la sua coscienza nel corso degli anni. Ma l'italiano medio si è formato davanti alla tv, perciò non ditegli mai che possono esistere anche altri punti di vista oltre a quello imposto dalla televisione, perché quell'italiano medio non sarà mai disposto a credervi, sarebbe come invitare il telespettatore a tradire la sua stessa coscienza.
Ora fatevi la domanda: chi possiede e gestisce le televisioni in Italia? Volete l'aiutino? Uno che ha dichiarato che il prodotto televisivo deve essere tarato per un pubblico di tredicenni!
Il rapporto tv-individuo è impari. A rimetterci è l'individuo. Qualsiasi messaggio fuoriuscito dalla tv viene percepito dall'osservatore come un precetto dogmatico. Lo diceva anche Pasolini: esiste un rapporto di sudditanza tra l'Uomo e la televisione, dove l'Uomo è subordinato alla tv, quindi schiavo, spesso inconsapevole.
I danni prodotti dalla tv in questi 50 anni sono enormi. In termini di profitto culturale, possiamo dire che i cittadini hanno subìto un depauperamento abnorme e sono stati appiattiti a un grado di coscienza critica vicino allo zero. Il guaio è che non se ne rendono conto, anzi, si ostinano a difendere chi li ha resi schiavi, soggetti passivi, acritici.
Il punto di vista della televisione è sempre univoco e controllato, perciò può essere distorto senza che vi possa essere alcuna controinformazione a bilanciare quel punto di vista. Di fatto, la tv è una dittatura. Lo è già per sua natura, poiché costringe la gente a vedere e a sentire solo determinate cose, le quali possono essere manipolate a piacimento, al fine di veicolare informazioni anche false, ma che vengono percepite come vere. Facevamo l'esempio di un regista che documenta la vita dei leoni; se il regista decide di farci vedere il muso sporco di sangue del felino, magari con la voce narrante che dice 'il leone ha divorato il suo pasto', esclude dalla nostra visione (e coscienza) il fatto che, forse, quel sangue possa essere stato prodotto in un altro modo, magari da una lotta tra quel leone e un altro animale. E' solo un esempio per dire che la realtà, in tv, può essere tranquillamente modificata. Persino la scelta di una inquadratura piuttosto che un'altra ha valore di 'significante' ed esclude altre mille varianti (un piano americano non ci farà mai vedere alcuna calzatura).
Il potere delle immagini è molto più forte di qualsiasi altro linguaggio ed è perciò che tutto quel che è posto sotto l'obiettivo di una telecamera viene minuziosamente ponderato, studiato a priori. Chi consegna una diretta televisiva a un regista ha anzitutto la responsabilità di scegliere il regista più adatto. E' la regola. Se invece il prodotto televisivo viene registrato, il compito di modellare il messaggio viene lasciato in gran parte alla postproduzione (montaggio).
L'individuo sceglie, valuta, vive esclusivamente in base alle conoscenze che ha acquisito e queste conoscenze hanno formato la sua coscienza nel corso degli anni. Ma l'italiano medio si è formato davanti alla tv, perciò non ditegli mai che possono esistere anche altri punti di vista oltre a quello imposto dalla televisione, perché quell'italiano medio non sarà mai disposto a credervi, sarebbe come invitare il telespettatore a tradire la sua stessa coscienza.
Ora fatevi la domanda: chi possiede e gestisce le televisioni in Italia? Volete l'aiutino? Uno che ha dichiarato che il prodotto televisivo deve essere tarato per un pubblico di tredicenni!
8 commenti:
son vent'anni che dico di buttare le tivvù in piazza e riunirsi per discutere come persone civili.
ma la gente è DROGATA, altro che cocaina ed eroina......
stupendi i polli che attendono il turno di venir cotti e mangiati, meditate gente meditate.
Pasolini ha detto tutto quello che c'era da dire, 30 anni fa.
Io da anni vivo senza TV: non per questo sono un cavernicolo 'che non si informa', sono meno stressato da pubblicità o cazzate che 'dovrebbero interessarmi' e non ne sento la mancanza.
Basta 'provare'.
Qualcuno potrebbe obiettare che ci sono anche programmi "alternativi" come Annozero e Report. A questi si potrebbe controbattere dicendo che sono cosi pochi questi programmi che, contro i quotidiani telegiornali faziosi (e programmi trash), non hanno alcun potere.
Ci si formano opinioni (ma anche no) attraverso le urla. Le urla per cosa? Per 2 ex sposi che litigano, ad esempio. Dopo queste sfuriate in diretta nazionale la gente per strada urlerà per cretinate simili e si sfogherà sempre per delle piccolezze anzichè per problemi seri dove, prima di urlare, bisognerebbe fermarsi a pensare e cercare e studiare i dati. Troppa fatica, meglio urlare per ogni cosa.
Ma perchè pochi leggono e molti accettano ciò che dicono i personaggi della tv? Perchè così non avranno problemi nei dialoghi in ufficio e fra conoscenti dove, nelle questioni importanti, si sta sempre un pò sui "generis", mentre sulle cavolate ci si accanisce.
Purtroppo non basta buttare le tv: anche gli sport, i videogiochi e i siti cretini concorrono nella distruzione dell'umanità!
http://cavaale.blogspot.com/2009/11/litalia-va-in-onda-in-prima-serata-su.html
Il problema maggiore è che la tv trasmette quello che noi vogliamo. Se tutti smettessero di guardarla cambierebbero ovviamente il palinsesto
assolutamente condivisibile,pero' negli ultimi anni noto una forte accelerazione verso il peggio.Non dico che la televisione di20 o 30 anni fa' fosse perfetta,ma manteneva comunque una parvenza di serieta'.I programmi televisivi odierni sono assolutamente mediocri.
Come è mediocre la nostre società
@ Tutti
I vostri commenti impreziosiscono il post. Sono punti di vista differenti che convergono verso l'unico assunto: la tv fa male!
Grazie a voi.
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