Analisi di una frase
'Io sono per l'abolizione del valore legale del titolo di studio'.
Lo dice Mariastella Gelmini, ministro della pubblica istruzione. Scioccati? Non è neppure una notizia fresca, infatti quest'affermazione è contenuta in questa videointervista (al minuto 2,45) realizzata quasi due mesi fa. ATTENZIONE: video censurato, come tutti quelli che dànno fastidio al governo. Viva la libertà!
In queste parole c'è tutta la linea politica del governo riferita al mondo della scuola.
Cosa vuole dire abolire il valore legale dei titoli di studio? Vuol dire sostanzialmente che la scuola non serve a niente e che basta qualche raccomandazione per poter insegnare o trovare lavoro. Anche qui qualcuno potrebbe cadere nel tranello e dire: 'beh, in Italia il lavoro si trova solo per raccomandazione'. Che si traduce in: visto che esiste un crimine, legalizziamolo e non se ne parla più.
In un colpo solo, la Gelmini cancella anni di studio e di sacrifici, di esami, di tasse pagate, di spese sostenute dagli studenti e dai loro genitori. In un istante vengono automaticamente gettati nell'immondizia i libri e i loro autori, la conoscenza millenaria, la preziosità dell'istituzione universitaria di cui l'Italia (Bologna in testa) può vantarsi nel mondo.
Vediamo un po': con quali criteri un aspirante insegnante potrebbe entrare nel mondo della scuola, se non verranno conteggiati i suoi titoli? E con quali criteri un laureato entrerà nel mondo del lavoro, se non conteranno più i titoli di studio? Scatterà, in ambedue i casi, la guerra a chi otterrà la raccomandazione più alta?
Associazioni di pensiero
Secondo la Gelmini, quindi, la scuola non crea merito. Se non crea merito, vuol dire che la scuola non possiede un merito. Se non possiede un merito, vuol dire che gli insegnanti non hanno acquisito la cultura necessaria e sono dei fannulloni (come diceva Brunetta). Se sono dei fannulloni, non si capisce perché i nostri ricercatori vengano ben accolti all'estero, tanto che molti nostri laureati ci rimangono tutta la vita.
In sostanza
La scuola viene considerata dalla Gelmini come una presenza inutile e fastidiosa nella società, più o meno come il chewing gum attaccato sui marciapiedi.
Per non dimenticare
Ricordiamo che Mariastella Gelmini, non avendo avuto nessuna possibilità di superare l'esame a Brescia per diventare avvocato (non hanno saputo valutare il suo merito, dice lei), si è recata a Reggio Calabria per ottenere quella promozione. Perché proprio quella sede? E in che modo ha ottenuto la promozione? La Lega dice che al Sud gli insegnanti sono meno preparati e che i titoli di studio si comprano. Allora le cose sono due: o la Gelmini ha comprato il titolo di studio oppure, di fronte a docenti ignoranti, avrà farfugliato qualcosa ed ha superato l'esame. In ambedue i casi, però, siamo di fronte a una persona ignorante. Un'ignorante come ministro della pubblica istruzione. Bella roba!
Inoltre, ricordiamo che Mariastella Gelmini, in qualità di presidente del consiglio del Comune di Desenzano del Garda, è stata allontanata dall'incarico per inoperosità. Ma che importa? Per governare gli italiani imbecilli non servono i titoli di studio, bastano altre credenziali.
'Io sono per l'abolizione del valore legale del titolo di studio'.
Lo dice Mariastella Gelmini, ministro della pubblica istruzione. Scioccati? Non è neppure una notizia fresca, infatti quest'affermazione è contenuta in questa videointervista (al minuto 2,45) realizzata quasi due mesi fa. ATTENZIONE: video censurato, come tutti quelli che dànno fastidio al governo. Viva la libertà!
In queste parole c'è tutta la linea politica del governo riferita al mondo della scuola.
Cosa vuole dire abolire il valore legale dei titoli di studio? Vuol dire sostanzialmente che la scuola non serve a niente e che basta qualche raccomandazione per poter insegnare o trovare lavoro. Anche qui qualcuno potrebbe cadere nel tranello e dire: 'beh, in Italia il lavoro si trova solo per raccomandazione'. Che si traduce in: visto che esiste un crimine, legalizziamolo e non se ne parla più.
In un colpo solo, la Gelmini cancella anni di studio e di sacrifici, di esami, di tasse pagate, di spese sostenute dagli studenti e dai loro genitori. In un istante vengono automaticamente gettati nell'immondizia i libri e i loro autori, la conoscenza millenaria, la preziosità dell'istituzione universitaria di cui l'Italia (Bologna in testa) può vantarsi nel mondo.
Vediamo un po': con quali criteri un aspirante insegnante potrebbe entrare nel mondo della scuola, se non verranno conteggiati i suoi titoli? E con quali criteri un laureato entrerà nel mondo del lavoro, se non conteranno più i titoli di studio? Scatterà, in ambedue i casi, la guerra a chi otterrà la raccomandazione più alta?
Associazioni di pensiero
Secondo la Gelmini, quindi, la scuola non crea merito. Se non crea merito, vuol dire che la scuola non possiede un merito. Se non possiede un merito, vuol dire che gli insegnanti non hanno acquisito la cultura necessaria e sono dei fannulloni (come diceva Brunetta). Se sono dei fannulloni, non si capisce perché i nostri ricercatori vengano ben accolti all'estero, tanto che molti nostri laureati ci rimangono tutta la vita.
In sostanza
La scuola viene considerata dalla Gelmini come una presenza inutile e fastidiosa nella società, più o meno come il chewing gum attaccato sui marciapiedi.
Per non dimenticare
Ricordiamo che Mariastella Gelmini, non avendo avuto nessuna possibilità di superare l'esame a Brescia per diventare avvocato (non hanno saputo valutare il suo merito, dice lei), si è recata a Reggio Calabria per ottenere quella promozione. Perché proprio quella sede? E in che modo ha ottenuto la promozione? La Lega dice che al Sud gli insegnanti sono meno preparati e che i titoli di studio si comprano. Allora le cose sono due: o la Gelmini ha comprato il titolo di studio oppure, di fronte a docenti ignoranti, avrà farfugliato qualcosa ed ha superato l'esame. In ambedue i casi, però, siamo di fronte a una persona ignorante. Un'ignorante come ministro della pubblica istruzione. Bella roba!
Inoltre, ricordiamo che Mariastella Gelmini, in qualità di presidente del consiglio del Comune di Desenzano del Garda, è stata allontanata dall'incarico per inoperosità. Ma che importa? Per governare gli italiani imbecilli non servono i titoli di studio, bastano altre credenziali.
6 commenti:
un ulteriore porova della nostra scarsa classe politica arruffona e pressappochista......uno scempio nazionale questa Gelmini.....
fai bene a ricordare l'episodio della gelmini perchè il suo allontanamento, se non sbaglio, fu votato anche dal suo stesso partito!insomma, una stacanovista, eh..
p.s.
ho fatto bene a non laurearmi...
Lei? Lei perchè è una macchinetta nelle mani del PIDUISTA CANCRONANO MAFIOSO.
Lei non conta un cazzo!
leggi leggi
http://www.gennarocarotenuto.it/4228-licio-gelli-p2-piano-di-rinascita-democratica/
bastano altre credenziali?
quali?
...
...mmmhhh...
...forse le stesse che hanno la carfagna e la brambilla, e delle quali ci ha parlato qualche giorno fa paolo guzzanti?
Marystar merita solo di fare il percorso inverso della sua collega Mara: da ministro a showgirl di scarsissimo talento. (Ovviamente mi auspico che anche Mara torni da dove è venuta!)
Posta un commento