Quando non c'erano la tv e il cinema, la propaganda si faceva anche attraverso le opere d'arte. Perciò queste hanno un valore sociale e, in certi periodi storici, anche politico, con mille altre implicazioni (religiose, filosofiche, antropologiche...)
Oggi va di moda il razzismo, la cui culla è il Veneto con i suoi leghisti che rivendicano ridicole territorialità e primati storico-linguistici. Ma in molte occasioni si sono evidenziate le dissonanze e le incongruenze tra la Storia e le velleità leghiste. Si parla, ad esempio, del fatto che moltissimi meridionali siano andati a combattere sul Carso e in altre zone del Nord-Est (ricordo una poesia che terminava con la frase 'Nuje simme ca pe l'avanzata' che parlava di un soldato napoletano della Prima Guerra, destinato alle trincee del Nord, il quale non sapeva nulla dei motivi della guerra stessa, ma sapeva solo che il suo compito era quello di fare l'avanzata, per unire l'Italia). Ma questo la Lega non lo sa oppure vuole nasconderlo.
Noi vogliamo proporre un altro disaccordo tra Storia e 'pensiero' leghista. Lo facciamo attraverso un'opera d'arte di Francesco Hayez (Venezia, 1791 – Milano, 1882) che ci dimostra come la propaganda veneta fosse tutta incentrata alla concretizzazione dell'Unità d'Italia (altro che secessioni, rivendicazioni territoriali e linguistiche, nonché razzismi di bassa... lega).
L'opera che vedete, si intitola 'I Vespri Siciliani' e ritrae quel famoso episodio storico, in cui il popolo siciliano si liberava finalmente dal dominio francese. Era il 1282 (*).
Cosa c'entrano i Vespri, la Sicilia e quell'antico avvenimento? Sostanzialmente, Hayez ha voluto fare un parallelismo tra la storia Siciliana (sotto il dominio francese) e quella italiana dell'Ottocento (sotto il dominio austriaco). Il messaggio dell'opera, quindi, risultava chiaro ai contemporanei di Hayez: per cacciare gli austriaci e unire l'Italia, bisognava imitare i siciliani del XIII secolo. All'epoca, erano gli austriaci gli 'extracomunitari' da cacciare a pedate nel culo (**).
Ai leghisti non farebbe male prendersi in mano qualche libro e cominciare a studiare. Soprattutto a coloro che si lasciano condizionare da porci e razzisti al governo, vogliamo dire che la Storia si studia e si impara a scuola, non nei comizi. Voi che scimmiottate le frasi che vi vengono dette da un palco e che pensate siano la verità assoluta, dovete sapere che quelli vi stanno maneggiando per i loro sporchi interessi. A far più paura sono i brutti ceffi al potere, nonché un sistema aberrante che schiavizza l'Uomo, non i migranti che cercano il pane. I veri clandestini sono al governo! Aprite occhi e cervello!
(*)
All'ora del vespero, una fanciulla palermitana usciva dalla chiesa, quando un militare francese cominciava a palpeggiarla con la scusa di una perquisizione. Ma il fidanzato intervenne e fu rivolta, prima a Palermo, poi in tutta l'isola.
(**)
Il messaggio del quadro venne ben decodificato dagli italiani, ma non vi fu molto interesse per l'opera, poiché Hayez dipinse l'avvenimento come fosse una scena teatrale in costume d'epoca (quindi tutto suonava falso). Si notano le quinte, il fondale e l'organizzazione delle masse con gesti tipicamente scenici.
Oggi va di moda il razzismo, la cui culla è il Veneto con i suoi leghisti che rivendicano ridicole territorialità e primati storico-linguistici. Ma in molte occasioni si sono evidenziate le dissonanze e le incongruenze tra la Storia e le velleità leghiste. Si parla, ad esempio, del fatto che moltissimi meridionali siano andati a combattere sul Carso e in altre zone del Nord-Est (ricordo una poesia che terminava con la frase 'Nuje simme ca pe l'avanzata' che parlava di un soldato napoletano della Prima Guerra, destinato alle trincee del Nord, il quale non sapeva nulla dei motivi della guerra stessa, ma sapeva solo che il suo compito era quello di fare l'avanzata, per unire l'Italia). Ma questo la Lega non lo sa oppure vuole nasconderlo.
Noi vogliamo proporre un altro disaccordo tra Storia e 'pensiero' leghista. Lo facciamo attraverso un'opera d'arte di Francesco Hayez (Venezia, 1791 – Milano, 1882) che ci dimostra come la propaganda veneta fosse tutta incentrata alla concretizzazione dell'Unità d'Italia (altro che secessioni, rivendicazioni territoriali e linguistiche, nonché razzismi di bassa... lega).
L'opera che vedete, si intitola 'I Vespri Siciliani' e ritrae quel famoso episodio storico, in cui il popolo siciliano si liberava finalmente dal dominio francese. Era il 1282 (*).
Cosa c'entrano i Vespri, la Sicilia e quell'antico avvenimento? Sostanzialmente, Hayez ha voluto fare un parallelismo tra la storia Siciliana (sotto il dominio francese) e quella italiana dell'Ottocento (sotto il dominio austriaco). Il messaggio dell'opera, quindi, risultava chiaro ai contemporanei di Hayez: per cacciare gli austriaci e unire l'Italia, bisognava imitare i siciliani del XIII secolo. All'epoca, erano gli austriaci gli 'extracomunitari' da cacciare a pedate nel culo (**).
Ai leghisti non farebbe male prendersi in mano qualche libro e cominciare a studiare. Soprattutto a coloro che si lasciano condizionare da porci e razzisti al governo, vogliamo dire che la Storia si studia e si impara a scuola, non nei comizi. Voi che scimmiottate le frasi che vi vengono dette da un palco e che pensate siano la verità assoluta, dovete sapere che quelli vi stanno maneggiando per i loro sporchi interessi. A far più paura sono i brutti ceffi al potere, nonché un sistema aberrante che schiavizza l'Uomo, non i migranti che cercano il pane. I veri clandestini sono al governo! Aprite occhi e cervello!
(*)
All'ora del vespero, una fanciulla palermitana usciva dalla chiesa, quando un militare francese cominciava a palpeggiarla con la scusa di una perquisizione. Ma il fidanzato intervenne e fu rivolta, prima a Palermo, poi in tutta l'isola.
(**)
Il messaggio del quadro venne ben decodificato dagli italiani, ma non vi fu molto interesse per l'opera, poiché Hayez dipinse l'avvenimento come fosse una scena teatrale in costume d'epoca (quindi tutto suonava falso). Si notano le quinte, il fondale e l'organizzazione delle masse con gesti tipicamente scenici.
1 commento:
invece di sentirsi Berlinesi o Parigini o anche Madrileni o Barcellonesi i leghisti ne studiano una deklle loro per tornare indietro negli anni alle lotte campaniliste e a scoprire i dialetti che sono importanti e non vanno messi nel dimenticatoio ma quello che oggi abbiamo bisogno è sentirsi europei , allargare i confini delle menti ristrette italiane mettersi in sana competizione per essere in una società evoluta etc etc
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