Verso la metà del XIX secolo, a proposito di letteratura, Jules Michelet ebbe a scrivere: 'la generazione passata è stata una generazione di oratori, l'attuale sia di veri produttori, di uomini d'azione, di lavoro sociale'. Lo stesso Michelet, riferendosi al suo amico pittore Daumier, scrisse: 'vedo con piacere avvicinarsi il giorno in cui, andando al governo il popolo e diventando perciò educatore, farà certamente appello al vostro genio [...] è per mezzo vostro che il popolo potrà parlare al popolo'.
Se questo blog si occupa anche di Arte è perché siamo consapevoli del suo valore sociale. Ne è consapevole anche l'attuale governo italiano che persegue l'infausto obiettivo -tra gli altri- di eliminare lo studio dell'Arte nelle scuole.
Honoré Daumier è un realista, sicuramente il più caustico tra i realisti, colui che per i suoi soggetti di carattere popolare ha saputo utilizzare una tecnica pittorica poderosa, mai retorica, anche materica, anticipando qualche carattere espressionista. Come tutti gli intellettuali, Daumier era consapevole dell'importanza sociale del proprio lavoro, della spinta che le sue opere avrebbero prodotto nella ricerca di giustizia. Ed è questa giustizia sociale che tutti gli intellettuali -non soltanto gli artisti- cercavano di infondere attraverso il loro operato. Valori di uguaglianza e di libertà vennero infusi nella denuncia continua delle condizioni miserevoli in cui le classi sociali più povere versavano. Gli stessi valori che furono soffocati dai regimi imperialisti, sorti dopo la Rivoluzione Francese. Come un riflusso illuminista, la coscienza collettiva esplose nelle rivolte del 1848, coinvolse scrittori e artisti in maniera attiva (Baudelaire fu sorpreso a girare per le strade di Parigi con il fucile in spalla). E in questo clima di rivolta per una giustizia sociale, i realisti occuparono un ruolo di primissimo piano, parlando al popolo attraverso le loro opere.
Ecco perché Daumier si occupò anche di satira*, ferocemente, senza sconti, caricaturizzando i politici imperialisti e le loro ipocrisie, deridendoli pubblicamente e utilizzando varie tecniche (incisione, disegno, acquaforte, litografia, oltreché pittura a olio). L'effetto dirompente della satira fece breccia nella coscienza collettiva, proprio perché è un genere che parla al popolo, alla moltitudine, attraverso un linguaggio diretto e arguto.
* La caricatura mostra l'attività principale del potere, qui seduto in trono come un grasso politico intento a ingurgitare i denari rubati al popolo attraverso le tasse e lo sfruttamento e a defecare leggi e decreti. Ci ricorda qualcuno.
Se questo blog si occupa anche di Arte è perché siamo consapevoli del suo valore sociale. Ne è consapevole anche l'attuale governo italiano che persegue l'infausto obiettivo -tra gli altri- di eliminare lo studio dell'Arte nelle scuole.
Honoré Daumier è un realista, sicuramente il più caustico tra i realisti, colui che per i suoi soggetti di carattere popolare ha saputo utilizzare una tecnica pittorica poderosa, mai retorica, anche materica, anticipando qualche carattere espressionista. Come tutti gli intellettuali, Daumier era consapevole dell'importanza sociale del proprio lavoro, della spinta che le sue opere avrebbero prodotto nella ricerca di giustizia. Ed è questa giustizia sociale che tutti gli intellettuali -non soltanto gli artisti- cercavano di infondere attraverso il loro operato. Valori di uguaglianza e di libertà vennero infusi nella denuncia continua delle condizioni miserevoli in cui le classi sociali più povere versavano. Gli stessi valori che furono soffocati dai regimi imperialisti, sorti dopo la Rivoluzione Francese. Come un riflusso illuminista, la coscienza collettiva esplose nelle rivolte del 1848, coinvolse scrittori e artisti in maniera attiva (Baudelaire fu sorpreso a girare per le strade di Parigi con il fucile in spalla). E in questo clima di rivolta per una giustizia sociale, i realisti occuparono un ruolo di primissimo piano, parlando al popolo attraverso le loro opere.
Ecco perché Daumier si occupò anche di satira*, ferocemente, senza sconti, caricaturizzando i politici imperialisti e le loro ipocrisie, deridendoli pubblicamente e utilizzando varie tecniche (incisione, disegno, acquaforte, litografia, oltreché pittura a olio). L'effetto dirompente della satira fece breccia nella coscienza collettiva, proprio perché è un genere che parla al popolo, alla moltitudine, attraverso un linguaggio diretto e arguto.
* La caricatura mostra l'attività principale del potere, qui seduto in trono come un grasso politico intento a ingurgitare i denari rubati al popolo attraverso le tasse e lo sfruttamento e a defecare leggi e decreti. Ci ricorda qualcuno.
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3 commenti:
ah, che bello daumier...ho iniziato a disegnare con le sue litografie sulla mitologia greca. troppo belle...
Ahhhh... ora capisco da dove viene la tua satira ;-)
ti svelo un segreto allora...i miei idoli: daumier e groucho marx :-)
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