Alla fine dell'Ottocento, tutti i Paesi europei stavano chiudendosi in pericolosi nazionalismi, anche la Germania, la quale aveva addotto ragioni di unità nazionale. Le popolazioni dell'antica confederazione germanica, prima ancora di pensare a un proprio territorio nazionale, erano alla ricerca di radici comuni in cui potersi riconoscere. E' logico: una Nazione si riconosce anzitutto in una lingua. La Germania nutrì allora un forte gusto per la ricerca storica, etnologica, antropologica e linguistica della propria evoluzione filogenetica, ritrovando nel medioevo gotico l'èra ideale dalla quale tirar fuori le proprie radici.
Gli intellettuali tedeschi ebbero un gran da fare per propagandare le 'nuove' conoscenze e per portarle sin dentro la coscienza della gente. Si trattò di una vasta operazione moralizzatrice e pedagogica. Nessuno poteva evitare la propaganda, innestata a colpi di 'piacevoli mode del momento' e diffusa attraverso tutti i media dell'epoca. In architettura si diede il via alle costruzioni in stile neogotico. In pittura, Friedrich propose visioni romantiche dove non era difficile trovare ruderi di antiche cattedrali nordiche, gotiche appunto. In letteratura venne la moda dei racconti popolari, storici, di fantasia e delle fiabe dei fratelli Grimm, ricchi di quelle antiche usanze locali che nell'impero romano sarebbero state definite 'barbare usanze'. Anche in teatro la propaganda nazionalista era fortemente divulgata, si riscoprì la maschera di Hanswurst (Gianni Salsiccia), non propriamente medievale (XVI sec.), ma tipicamente nordica. Richard Wagner, attraverso la sua 'opera d'arte totale' (Gesamtkunstwerk), ripropose in musica e in versi le saghe legate al ciclo dei cavalieri della Tavola Rotonda e della mitologia nordica, propagandando anche il Reno, come fiume sacro dei popoli nordici. Insomma, un apparato davvero imponente di persuasione e di catechizzazione del futuro popolo tedesco, unito anzitutto linguisticamente e moralmente.
Nel 1871 la Germania fu dichiarata Nazione, ma la propaganda non cessò, anzi proseguì fino allo scoppio della Prima Guerra: un'atrocità inevitabile, viste tutte le premesse fatte di nazionalismi crescenti, di difesa del territorio e del popolo, rivendicazione di tradizioni, di lingue e di sicurezza (con conseguenti odii e razzismi), manie di grandezza nazionale e di espansione territoriale. Anche Hitler si servì del ripescaggio delle antiche tradizioni, al fine di fortificare l'idea assurda della purezza della razza ariana. Mussolini non fu da meno, con le riproposizioni dei miti classici, gli stilemi dell'impero romano e le eroiche gesta dei cesari.
Come si nota, tutto sta nell'abituare il popolo ad una certa condotta attraverso l'innesto di conoscenze mirate. La conoscenza delle cose, infatti, porta ad agire di conseguenza. Se un popolo viene indottrinato in senso razzista, allora quel popolo sarà razzista. Perciò è meglio conoscere quante più cose possibile, magari attingendo da fonti diverse.
Oggi, la propaganda politica utilizza la potentissima televisione (unica fonte di conoscenza per la maggior parte delle persone). Per raggiungere un risultato politico, occorre creare l'humus cognitivo ove far sguazzare il popolo e farlo agire di conseguenza, portandolo naturalmente all'accettazione di quel bisogno politico. Se ad esempio al governo servono leggi razziste, bisogna creare le condizioni necessarie perché queste vengano accettate e richieste dal popolo, anche attraverso la menzogna, ad esempio facendo credere che la Nazione sia in pericolo da qualcosa o da qualcuno, che il popolo necessiti di più sicurezza, che una certa etnia possa nuocere al popolo, ecc. Le tecniche di persuasione televisiva sono utilizzate attraverso una retorica populista che fa molta presa sui deboli cervelli e sulle coscienze più malleabili.
La Lega Nord adotta queste tecniche, fa presa sulla gente perché usa l'espediente della creazione di un bisogno, che in realtà non è tale. Attraverso la propaganda televisiva del governo, la gente crede che sia davvero necessaria un'Italia divisa e razzista. A colpi di demagogia, la gente è condotta a credere che la 'padania' sia una regione avulsa dall'Italia, anche se compresa nel territorio nazionale. Se la tv continua a ripetere che esiste un problema di sicurezza, di razze e di religioni, vuol dire che la tv sta creando un falso bisogno di sicurezza e sta formando una coscienza razzista di cui l'Italia non ha proprio bisogno. Il Vaticano, dal canto suo, appoggia colpevolmente questo tipo di propaganda e, tacendo sulle politiche discriminatorie, si rende complice del governo e lascia che i fedeli accettino supinamente queste leggi criminali.
La propaganda è molto pericolosa perché è sempre subdola e riesce a far percepire come 'normali' le cose più assurde e nefaste. Oggi ci stupiamo nel vedere come interi popoli abbiano seguito ciecamente dittatori come Hitler, accettando idee e comportamenti deplorevoli. Ma quei popoli erano stati ben indottrinati, a tal punto che ritenevano normali quelle ideologie. Così oggi sembra normale ascoltare le ideologie razziste della Lega o certi proclami indecenti del governo. Allora vi chiediamo: se nell'Ottocento vi era un preciso disegno (bisogno) dietro la propaganda nazionalistica, non pensate che debba essercene uno anche oggi, dietro quella televisiva? Provate a chiedervi quale sia questo disegno (bisogno) e se ne avvertiate davvero la necessità.
Gli intellettuali tedeschi ebbero un gran da fare per propagandare le 'nuove' conoscenze e per portarle sin dentro la coscienza della gente. Si trattò di una vasta operazione moralizzatrice e pedagogica. Nessuno poteva evitare la propaganda, innestata a colpi di 'piacevoli mode del momento' e diffusa attraverso tutti i media dell'epoca. In architettura si diede il via alle costruzioni in stile neogotico. In pittura, Friedrich propose visioni romantiche dove non era difficile trovare ruderi di antiche cattedrali nordiche, gotiche appunto. In letteratura venne la moda dei racconti popolari, storici, di fantasia e delle fiabe dei fratelli Grimm, ricchi di quelle antiche usanze locali che nell'impero romano sarebbero state definite 'barbare usanze'. Anche in teatro la propaganda nazionalista era fortemente divulgata, si riscoprì la maschera di Hanswurst (Gianni Salsiccia), non propriamente medievale (XVI sec.), ma tipicamente nordica. Richard Wagner, attraverso la sua 'opera d'arte totale' (Gesamtkunstwerk), ripropose in musica e in versi le saghe legate al ciclo dei cavalieri della Tavola Rotonda e della mitologia nordica, propagandando anche il Reno, come fiume sacro dei popoli nordici. Insomma, un apparato davvero imponente di persuasione e di catechizzazione del futuro popolo tedesco, unito anzitutto linguisticamente e moralmente.
Nel 1871 la Germania fu dichiarata Nazione, ma la propaganda non cessò, anzi proseguì fino allo scoppio della Prima Guerra: un'atrocità inevitabile, viste tutte le premesse fatte di nazionalismi crescenti, di difesa del territorio e del popolo, rivendicazione di tradizioni, di lingue e di sicurezza (con conseguenti odii e razzismi), manie di grandezza nazionale e di espansione territoriale. Anche Hitler si servì del ripescaggio delle antiche tradizioni, al fine di fortificare l'idea assurda della purezza della razza ariana. Mussolini non fu da meno, con le riproposizioni dei miti classici, gli stilemi dell'impero romano e le eroiche gesta dei cesari.
Come si nota, tutto sta nell'abituare il popolo ad una certa condotta attraverso l'innesto di conoscenze mirate. La conoscenza delle cose, infatti, porta ad agire di conseguenza. Se un popolo viene indottrinato in senso razzista, allora quel popolo sarà razzista. Perciò è meglio conoscere quante più cose possibile, magari attingendo da fonti diverse.
Oggi, la propaganda politica utilizza la potentissima televisione (unica fonte di conoscenza per la maggior parte delle persone). Per raggiungere un risultato politico, occorre creare l'humus cognitivo ove far sguazzare il popolo e farlo agire di conseguenza, portandolo naturalmente all'accettazione di quel bisogno politico. Se ad esempio al governo servono leggi razziste, bisogna creare le condizioni necessarie perché queste vengano accettate e richieste dal popolo, anche attraverso la menzogna, ad esempio facendo credere che la Nazione sia in pericolo da qualcosa o da qualcuno, che il popolo necessiti di più sicurezza, che una certa etnia possa nuocere al popolo, ecc. Le tecniche di persuasione televisiva sono utilizzate attraverso una retorica populista che fa molta presa sui deboli cervelli e sulle coscienze più malleabili.
La Lega Nord adotta queste tecniche, fa presa sulla gente perché usa l'espediente della creazione di un bisogno, che in realtà non è tale. Attraverso la propaganda televisiva del governo, la gente crede che sia davvero necessaria un'Italia divisa e razzista. A colpi di demagogia, la gente è condotta a credere che la 'padania' sia una regione avulsa dall'Italia, anche se compresa nel territorio nazionale. Se la tv continua a ripetere che esiste un problema di sicurezza, di razze e di religioni, vuol dire che la tv sta creando un falso bisogno di sicurezza e sta formando una coscienza razzista di cui l'Italia non ha proprio bisogno. Il Vaticano, dal canto suo, appoggia colpevolmente questo tipo di propaganda e, tacendo sulle politiche discriminatorie, si rende complice del governo e lascia che i fedeli accettino supinamente queste leggi criminali.
La propaganda è molto pericolosa perché è sempre subdola e riesce a far percepire come 'normali' le cose più assurde e nefaste. Oggi ci stupiamo nel vedere come interi popoli abbiano seguito ciecamente dittatori come Hitler, accettando idee e comportamenti deplorevoli. Ma quei popoli erano stati ben indottrinati, a tal punto che ritenevano normali quelle ideologie. Così oggi sembra normale ascoltare le ideologie razziste della Lega o certi proclami indecenti del governo. Allora vi chiediamo: se nell'Ottocento vi era un preciso disegno (bisogno) dietro la propaganda nazionalistica, non pensate che debba essercene uno anche oggi, dietro quella televisiva? Provate a chiedervi quale sia questo disegno (bisogno) e se ne avvertiate davvero la necessità.
5 commenti:
Bell'articolo c.c....ma niente di nuovo, noo? La manipolazione dei popoli ha avuto sempre lo stesso fine...annientare le coscienze per conquistare il potere assoluto e distrarre da altre necessità molto più impellenti quali l'occupazione, la sopravvivenza,la cultura, i servizi etc.etc.
E comunque costoro trovano già terreno fertile..a volte sentendo parlare gli intervistati padani vien da piangere...sembra abbiano dismesse quelle piccole virtù o scampoli di saggezza di cui pur erano dotati. Ma i cumenda son quelli ancor più versati, i brianzoli con la panza piena ed il suv, quelli che pensano solo alla fabbrichètta e ai danè.
L'altra sera Lerner ha mostrato la cartina con l'avanzata del verde leghista nel nord italia...sembrava una cartina militare...ci mancavano solo le bandierine...ed io temo che questi vogliano conquistarla tutta o quasi l'Italia..forse il sud no, sono tropo terroni.
Che possiamo fare...siamo circondati da imbecilli (ahah già è nel titolo del blog)e solo la cultura potrebbe forse trarli in salvo...oltre ad un poco di memoria storica. Ancora debbo capire cosa rimpianga tanta gente del fascismo...io sono nata dopo ma mio padre l'ha vissuto e non ne aveva proprio alcun rimpianto.
Mietta
La Lega vuole anche il sud. La Lega lavora 'dal di dentro' per distruggere tutta l'Italia. Odia Roma, ma è a Roma.
Molti leghisti sono delusi perché Bossi & C. pensano al proprio tornaconto e alla smania di potere. Ma cosa si aspettavano questi leghisti? Che davvero il Trentino diventasse provincia austriaca?
L'ipocrisia e l'opportunismo della Lega sono tali che non trovo parole per descriverli. Basta solo dire che un tempo Bossi accusava silvio di essere mafioso. Oggi lo ricatta. E intanto gli italiani, illusi e imbecilli, affondano e ridono.
Sono dei trucidi ignoranti, buoni solo a far soldi e privi di qualsiasi desiderio di migliorarsi.Lo so bene che anni fa schifavano Roma e criticavano aspramente il sultano...ma il potere è potere e quanti bei principi si abbandonano in nome suo.Io spero di non vederli sbarcare alla conquista di Roma...ma vorrei farmi due risate sulla conquista del sud e sulla convivenza con popolazioni che sì hanno dei defattacci ma anche un passato di cultura. Forse anche lì varrà su tutto il dio
denaro...e non mi meraviglierei perchè già sono sulla buona strada!
Mietta
Il sud ha una grande cultura, ma credimi, è già stata seppellita da tempo.
Eh sì,sai cosa mi ha detto tempo fa un siciliano?Sono saliti a Roma per civilizzarci....t'è capì?Certo di mafia, camorra e 'ndrangheta ce ne hanno scaricate un bel po' su su fino al laborioso nord...ma quella possiamo chiamarla civilizzazione? Quindi è vero, troveranno anche lì terreno fertile!
Mietta
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