Al Presidente della Rai, Paolo Garimberti
Egregio Presidente
Poiché il servizio pubblico televisivo non è un organo di governo e neppure un ufficio censure, i cittadini italiani vogliono anzitutto dimostrare, con la presente, il loro dissenso nei confronti di una testata giornalistica televisiva nazionale, quale il Tg1, che occulta le notizie o le distorce in maniera sistematica, secondo una precisa volontà e al fine di promuovere una smaccata propaganda governativa. Questo è assolutamente inaccettabile e anticostituzionale. La Rai appartiene allo Stato, non al governo. I telegiornali non possono subire ingerenze da Palazzo Chigi o da qualsiasi altro palazzo governativo. La censura, assurta a sistema, denuncia una grande paura del governo ed è indice di debolezza, ma anche di viltà. I cittadini italiani non pagano per avere un'informazione vile, censorea e di parte. I cittadini italiani, contribuenti, abbonati rai, hanno il diritto di informarsi attraverso canali liberi e obiettivi. E i giornalisti che lavorano in Rai hanno il diritto dovere di lavorare in un contesto sereno. Questo risulta impossibile, considerata anche la figura del direttore del Tg1, Augusto Minzolini. Sin dalla sua nomina, il 'direttorissimo' ha voluto impostare una propria linea non tanto editoriale, quanto di condotta. In Rai esistono professionisti che lavorano nelle redazioni, ai quali nessuno può insegnare una condotta, sia nell'informazione data, sia nel rapporto con i colleghi e con i superiori. Tra questi superiori, Minzolini si caratterizza più per la sua autorità che per una sua presunta autorevolezza e ciò è dimostrato anche dall'ultimo episodio relativo alla 'epurazione' dei giornalisti Paolo Di Giannantonio, Piero Damosso e Tiziana Ferrario: un atto che un in Paese civile non dovrebbe nemmeno essere pensato. Conosciamo bene i motivi che stanno dietro a questa epurazione e il segnale richiama alla mente un passato triste e nefasto per l'Italia, un passato a cui oggi il governo si ispira, palesemente, anche per attuare riforme decisamente anticostituzionali.
Alla luce di ciò, gli italiani - che stanno dimostrando tutta la loro incondizionata solidarietà ai giornalisti in questione - desiderano esprimere il loro dissenso in merito alla linea editoriale del Tg1 e chiedono che il direttore di questa testata, Augusto Minzolini, venga sospeso dal suo incarico. Contestualmente, i cittadini italiani chiedono che i giornalisti qui citati vengano riassunti al più presto e ricollocati al loro consueto posto di lavoro.
I contribuenti italiani.
Egregio Presidente
Poiché il servizio pubblico televisivo non è un organo di governo e neppure un ufficio censure, i cittadini italiani vogliono anzitutto dimostrare, con la presente, il loro dissenso nei confronti di una testata giornalistica televisiva nazionale, quale il Tg1, che occulta le notizie o le distorce in maniera sistematica, secondo una precisa volontà e al fine di promuovere una smaccata propaganda governativa. Questo è assolutamente inaccettabile e anticostituzionale. La Rai appartiene allo Stato, non al governo. I telegiornali non possono subire ingerenze da Palazzo Chigi o da qualsiasi altro palazzo governativo. La censura, assurta a sistema, denuncia una grande paura del governo ed è indice di debolezza, ma anche di viltà. I cittadini italiani non pagano per avere un'informazione vile, censorea e di parte. I cittadini italiani, contribuenti, abbonati rai, hanno il diritto di informarsi attraverso canali liberi e obiettivi. E i giornalisti che lavorano in Rai hanno il diritto dovere di lavorare in un contesto sereno. Questo risulta impossibile, considerata anche la figura del direttore del Tg1, Augusto Minzolini. Sin dalla sua nomina, il 'direttorissimo' ha voluto impostare una propria linea non tanto editoriale, quanto di condotta. In Rai esistono professionisti che lavorano nelle redazioni, ai quali nessuno può insegnare una condotta, sia nell'informazione data, sia nel rapporto con i colleghi e con i superiori. Tra questi superiori, Minzolini si caratterizza più per la sua autorità che per una sua presunta autorevolezza e ciò è dimostrato anche dall'ultimo episodio relativo alla 'epurazione' dei giornalisti Paolo Di Giannantonio, Piero Damosso e Tiziana Ferrario: un atto che un in Paese civile non dovrebbe nemmeno essere pensato. Conosciamo bene i motivi che stanno dietro a questa epurazione e il segnale richiama alla mente un passato triste e nefasto per l'Italia, un passato a cui oggi il governo si ispira, palesemente, anche per attuare riforme decisamente anticostituzionali.
Alla luce di ciò, gli italiani - che stanno dimostrando tutta la loro incondizionata solidarietà ai giornalisti in questione - desiderano esprimere il loro dissenso in merito alla linea editoriale del Tg1 e chiedono che il direttore di questa testata, Augusto Minzolini, venga sospeso dal suo incarico. Contestualmente, i cittadini italiani chiedono che i giornalisti qui citati vengano riassunti al più presto e ricollocati al loro consueto posto di lavoro.
I contribuenti italiani.
8 commenti:
Con tutto rispetto, cari I.I., tutti sti appelli ormai non sortiscono un emerito piffero. Qua dobbiamo trovare modalità più incisive, tipo lo sciopero totale verso la Tv tutta ( non guardare la rai per guardare mediaset sarebbe assurdo) Asteniamoci DAVVERO dall'accendere la tv, ma non un giorno, per settimane, mandiamo in malora la pubblicità e tutto quel che ne segue.
Chi paga il canone ha diritto di guardare anche il tg1. Noi possiamo anche spegnere la tv, ma il governo va avanti lo stesso. Il problema vero è saper guardare la tv, con occhio critico e denunciare. Questi appelli non è vero che non servono. Ultimamente, proprio Minzolini sta facendo credere che agli italiani il suo tg sta bene così. No. Bisogna scrivere e far capire che agli italiani non sta per niente bene e che vogliono le dimissioni di Minzolini.
Inaccettabile il comportamento del Minzo e sono d'accordo con questo post di c.c. che punta il dito su un importante problema come quello del tg nazionale.
Non si può guardare, è irritante e si dà spazio a notizie di gossip ridicole come i tg di mediaset: è ora di porre un freno prima che sia troppo tardi.
Vai col passaparola....
Sì, yellow, dobbiamo condividere le informazioni e contrastare ogni censura.
ono pienamente d accordo sul contenuto del tuo articolo ,ma molto meno nel dare solidarieta` ai giornalisti in questione..Giornalisti che da subito si sono resi complici di questa informazione pilotata,MENTENDO sapendo di MENTIRE.....
Sono d'accordo anche io...è una vergogna!Lo sciopero da video non servirebbe a niente....chi non ha l'apparecchio auditel non viene rilevato e quindi che danno faremmo? L'unico vantaggio sarebbe quello di manetenere integro il nostro cervello ed il fegato...ma nascondere la testa sotto la sabbia non è il metodo giusto per tentare di contrastare il metodo P2che avanza!Prendiamo queste iniziative...male certo non farà!
Mietta
Sono d'accordo anche io...è una vergogna!Lo sciopero da video non servirebbe a niente....chi non ha l'apparecchio auditel non viene rilevato e quindi che danno faremmo? L'unico vantaggio sarebbe quello di manetenere integro il nostro cervello ed il fegato...ma nascondere la testa sotto la sabbia non è il metodo giusto per tentare di contrastare il metodo P2che avanza!Prendiamo queste iniziative...male certo non farà!
Mietta
@ raffa
Bisogna anche dare alle persone la possibilità di ricredersi...non sono come la pensassero i 3 giornalisti ma c'è sempre una prima volta..per ribellarsi.La Busi ora ha avuto una lettera di richiamo per l'intervista a Repubblica, dopo che non aveva firmato l'appello a favore del lecca/Minzo..ecco, questa è vera democrazia..
Mietta
Posta un commento