domenica 28 novembre 2010

Addio alle otto ore? Proviamo invece a dire addio a Marchionne?

Le lunghe lotte per la conquista delle otto ore lavorative stanno per essere derise, e con esse stanno per essere vilipesi anche i nostri padri che hanno dato la vita per questo diritto inalienabile. Marchionne, con la sua proposta delle 10 ore di lavoro e con la sua carta bianca, sta portando l'Italia indietro di cento anni. Ma in tv si parla d'altro, ovvio.
Dalla Prima Rivoluzione Industriale ci volle oltre un secolo di lotte per giungere al 1866, quando dalla Prima Internazionale emerse la proposta concreta delle otto ore. E quando le otto ore arrivarono anche in Italia, nel 1919, cominciarono sin da subito ad essere attaccate, prima dalla monarchia, poi dal fascismo e dalla repubblica. Insomma, dal capitalismo (che ha molte facce). Facciamo notare che nella Costituzione italiana non c'è alcun riferimento alla difesa di questo diritto, tutto viene deciso sulla base della contrattazione collettiva e nazionale. Va da sè che un prossimo accordo tra Confindustria e sindacati potrebbe facilmente cancellare persino la Storia. Cisl e Uil sono già pronti, Marchionne, Marcegaglia e Montezemolo pure. La Fiom tratta.
Sì, sono tutti pronti a cancellare la Storia, a portarci indietro di 150 anni, a quando nelle fabbriche ci si alienava e si moriva (più di adesso), lo sciopero era inammissibile e il padrone teneva in mano il simbolo del suo dominio, il bastone, come un faraone. Oggi il bastone si chiama ricatto, stile Pomigliano. E se lavori per 10 ore dovrai pure ringraziare! Marchionne, tra l'altro, si lamenta oggi dell'assenteismo degli operai, figuriamoci quando le ore di sfruttamento saranno 10. Ma il rimedio capitalista, anche per l'assenteismo, è sempre quello: una bella punizione, un abbassamento dello stipendio (sì ma proporzionale al danno, quanta umanità!). Vedete come uno schiavo non possa neppure avere il diritto di riposarsi, se lo fa viene fustigato, soprattutto quando si inasprisce la sua schiavitù! Ma non ci si domanda mai PERCHE' un operaio si assenta dal lavoro? Non è che forse il suo corpo e il suo spirito non ce la fanno più ed hanno bisogno di un po' di riposo in più? E che, solo i padroni e i politici hanno questo diritto? E vogliamo paragonare, poi, la fatica di un operaio con quello dei padroni? O vogliamo confrontare anche i loro stipendi? Chi è il vero schiavo? Chi è lo sfruttato? E vogliono anche proporre due ore di lavoro in più? Ma con che faccia?! E non basta ancora.
Marchionne vuole anche 120 ore di straordinario all'anno, la riduzione delle pause a soli 30 minuti, la mensa soltanto a fine turno. Già che c'è, il faraone potrebbe ritornare a quando l'operaio non poteva neppure andare a pisciare (ops, gli abbiamo dato un'idea), naturalmente per il bene della Fiat, del Paese, quindi di tutti! E infatti, niente paura, ogni sorta di sopruso verrà abilissimamente mascherato da una propaganda volta a far capire che il capitalismo è cosa buona, verranno veicolate parole e formule ad hoc, capaci di far dire 'sì, è giusto, lo fanno per il nostro bene'.
D'altra parte, nei discorsi di Marchionne non esistono mai riferimenti all'operaio, le sue argomentazioni affrontano soltanto il tema azienda e il suo lustro, l'orgoglio per la Fiat, le soluzioni e i piani industriali di cui il Paese ha bisogno. NO! Il Paese ha bisogno di Persone, non di schiavi! Ci sono stati esempi in cui gli operai si sono organizzati e hanno preso pieno possesso delle fabbriche e le hanno fatte funzionare benissimo, senza padroni, per il bene della collettività. Di questo non se ne parla mai, certo.
A fronte di un capitalismo ormai in fase fallimentare, in tutto il mondo, vengono proposte soluzioni sempre a danno dei lavoratori. Come dire: spremiamo il limone fino in fondo, finché si può e anche di più. Finirà che spacceranno il succo di scorza per gustosa limonata, ne sono capaci e in parte lo fanno già. Naturalmente sempre per il nostro bene. Ahh, quanto ci vogliono bene!

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