sabato 3 giugno 2023

'Non voglio vendetta, solo giustizia', dicono. Cosa vuol dire?


I
o non capisco la gente quando, volendo condannare qualcuno alle pene stabilite dalle leggi scritte dello Stato, dice: 'non voglio vendetta, voglio giustizia'. No, questa gente non la capisco proprio! La sua è mera retorica indigesta, vuota e sommamente ipocrita! Questa gente, guarda caso, non ha mai spiegato che cosa intenda per 'giustizia'. Sono certo che, se me lo spiegasse, non farebbe altro che delineare una prodigiosa vendetta, perché di vendetta si tratta tutte le volte che proviamo un risentimento, un senso di rivalsa, e vorremmo che anche il prossimo soffra in maniera esemplare, a prescindere da tutto. E si badi bene a questo 'tutto', se vi riesce di capirlo.


giovedì 11 maggio 2023

Come riconoscere un falso rivoluzionario?


I
ragionamenti dei falsi rivoluzionari si riconoscono perché, immancabilmente, nel loro dipanarsi, espongono una prima parte assolutamente condivisibile, che però va a cozzare contro una parte, generalmente finale, sempre antirivoluzionaria, quindi autoritaria e pro-sistema. C'è sempre, insomma, una struttura logica contraddittoria che però i 'veri falsi rivoluzionari' non colgono, non possono farlo, perché sono stati addestrati fin da piccoli a credere fino in fondo in quel che dicono, nelle 'soluzioni' che propongono. Colpa dell'istruzione ricevuta. 
L'esempio più basico può essere questo: 'un popolo non può essere costretto a vivere in queste condizioni, manca il benessere di cui abbiamo diritto, qui occorre un governo serio'. La parte finale guasta tutto, è ovvio, ma il falso rivoluzionario è davvero convinto di ciò che dice. Ho però anche esperienza di contraddizioni finissime e quasi impercettibili che, se fossero volute, avrebbero un che di geniale. 
I falsi rivoluzionari (inconsapevoli o consapevoli di esserlo), alla fine li riconosci comunque, perché ragionano come la maggioranza, quindi parlano come i padroni, propongono le stesse false soluzioni borghesi di cui parlano i governanti, che non a caso fanno capo alle solite trappole: 'più governo, più polizia, più istruzione, più educazione, più leggi, più esercito, più disciplina, più galere, più nazionalismo, più lavoro, più merito...', praticamente tutto l'armamentario culturale che garantisce da millenni la perpetuazione di questo schifo di società. 
Basta con questa cultura, qui urge una controcultura diffusa! Giovani, spetta soprattutto a voi: leggete di anarchia, informatevi altrove, bandite la scuola e la sua colonizzazione, bandite i libri del sistema buoni solo per le masse (sono il 90% di tutta l'editoria in commercio), e ragionate con la vostra testa, col vostro cuore!

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martedì 9 maggio 2023

Non vogliamo centrali nucleari! Lo abbiamo già detto e ridetto!


Ci risiamo? Ogni tot di anni i governi ci riprovano. Che facce di tolla! Lo fanno perché sanno di avere a che fare con dei fessi. Allora ribadiamolo:
Dobbiamo ancora fare i conti con i danni provocati dall'energia nucleare di terza generazione. Le centrali attualmente operative hanno dimostrato non soltanto di essere orribilmente insicure, ma di non essere più competitive sul mercato delle energie. L'energia nucleare, a tutt'oggi, rappresenta ancora un enorme pericolo per tutto il pianeta e le popolazioni. Non si è mai trovata, ad esempio, una vera soluzione al gravissimo problema delle scorie radioattive, semplicemente perché una soluzione non c'è. E non ci sarà. Il nucleare genera soltanto una serie di mali. La Francia nazionalista che - ricordiamo benissimo - si vantava negli anni '80 perché i prezzi calmierati erano dovuti alla loro 'santa energia nucleare', oggi ha dimenticato la sua spavalderia nuclearista perché i prezzi non sono affatto differenti dai nostri, sono a volte anche peggiori. 
Non abbiamo vantaggi, ma solo problemi con l'energia nucleare. Lo sappiano i giovani d'oggi! La quarta generazione di centrali deve ancora essere inventata, la ricerca prosegue e qui, dopo ben due referenda votati contro il nucleare, siamo ancora con dei governi che vogliono aprire centrali di terza generazione, parlandoci di progresso. Noi con il loro 'progresso' siamo sempre crepati e ci avviamo all'autodistruzione, e questo sì che è ormai scientificamente provato!

sabato 22 ottobre 2022

La Meloni sconquassa le femministe italiane


L
e femministe, dopo l'elezione di Giorgia Meloni e la sua presa del potere a Palazzo Chigi, ora sono atterrite, e quindi stavolta ad essere sconquassate dalla realtà dei fatti sono le femministe italiane. Ebbene sì, prima o poi doveva succedere anche in Italia, perché non sono bastate le varie ministre merdose e autoritarie dei governi precedenti a demolire la retorica femminista, bisognava arrivare a questa donna apertamente fascista. Ci siamo. 
Quindi le femministe nostrane, assetate solo di potere, adesso cercano di mettere la mani avanti prima che la neoeletta fascista faccia seri danni e, contrariamente a quel che hanno sempre sostenuto, negano che la donna in quanto tale sia sufficiente a rendere il mondo un luogo di pace. E che non sia sufficiente essere donna e femmina è il ragionamento che da sempre viene loro giustamente rivolto per far capire che non sono gli organi sessuali o il genere a fare la differenza! Adesso quel ragionamento sensato se lo intestano loro, le femministe, non possono fare altrimenti. Oppure restano più dignitosamente in silenzio.
Crolla quindi tutta l'impalcatura secondo cui 'la donna è donna, e come tale è portatrice di vita, produttrice naturale di pace e armonia e uguaglianza', e bla bla. Mi spiace, bisogna saper guardare in faccia la realtà, e ora di realtà c'è anche quella italiana. Che non c'è mica bisogno di avere la vagina in esclusiva per rivendicare il diritto all'aborto, ad esempio! Perché il problema è solo culturale, e non pericolosamente biologico, e questo genere di cultura autoritaria la assorbiamo tutti, 'maschi, femmine e cantanti', a cominciare dall'asilo!
Care femministe, ve lo diciamo da sempre, il problema è il potere in sé, non chi ce l'ha! Il potere si elimina, non si conquista! Ora spero che anche le femministe italiane si ravvedano, che la smettano di nominarsi in quel modo massimamente divisivo e autoritario, e capiscano che in questo nostro mondo l'unica forza in grado di cambiare le cose si chiama soltanto in un modo: anarchia! che già di per sé contiene tutto, anche quello che loro hanno sempre spacciato per femminismo. Si mettano l'anima in pace, dunque, e cerchino invece di lottare per i veri ideali di pace e uguaglianza con l'anarchia, se anche loro non hanno paura della libertà, se anche loro non sono massa.

domenica 21 agosto 2022

Anarchismo ieri e oggi: due parole


A
ncora fino all'ascesa del fascismo, nel 1922, l'anarchismo in Italia era una forza molto concreta con cui i governi dovevano fare i conti, le persone erano coscienti di questa forza politica alternativa alle logiche di potere, spesso le persone entravano nei gruppi locali e collaboravano, prendendo parte alla lotta o alla propaganda in modo attivo. L'anarchia è sempre stata quindi una proposta tutt'altro che marginalizzata o censurata, come invece è adesso. Quando chiedevo a mio nonno qualcosa sull'anarchia, non aveva mai una reazione di scherno o di sfottò, come potrebbe avvenire oggi, al contrario, la sua faccia mutava e mostrava una serietà solenne, perché era consapevole di quella forza capace di muovere le coscienze assopite e servili. Poi con mussolini è cambiato tutto, a poco a poco, nel dopoguerra, l'anarchia è stata fatta diventare un fenomeno da ragazzetti dediti alle canne. All'anarchia è stato quindi dato un senso sbagliato, denso soltanto di pregiudizio, che nulla ha a che fare col suo vero ideale, che ancora conserva integro e fresco, per chi sa e vuole scoprirlo. E' la libertà, senza l'autorità, roba che la gente, ancora ai primi del Novecento, teneva in grandissima considerazione.

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