lunedì 22 ottobre 2012

20 novembre 2012 (o dei ferrovieri incazzati a Roma)

  Non sono disposti ad accettare quello che è stato fatto al loro contratto, senza alcuna trasparenza e controllo da parte dei ferrovieri. Così i lavoratori denunciano il referendum-truffa che aumenterà di due ore il loro orario, un referendum il cui risultato è stato calcolato sulla base di numeri minimi che non rispettano la loro maggioranza effettiva. Infatti hanno votato il SI' alla modifica del contratto circa 2800 su 9000 iscritti al voto! Gli iscritti al voto erano dunque 9 mila, ma a votare davvero è andata una piccola parte di quei 9 mila. La maggior parte infatti si è astenuta per non legittimare il contratto e quella logica capitalista-schiavista che li vuole portare indietro di molti anni, con un aumento delle ore lavorative (da 36 a 38), in cambio di un'assicurazione medica integrativa. In pratica, l'azienda e i sindacati hanno fatto i conti sui 4 gatti votanti, e senza neanche un minimo di trasparenza. E i giornali servi si adeguano ai diktat e osano parlare di accettazione dei ferrovieri. Ma con che faccia?
E' quello che succederà anche con le elezioni politiche nazionali, andranno a votare 4 gatti, ma faranno i conteggi su quei 4 gatti senza neanche tenere conto dei non votanti che sono la maggioranza schiacciante (il 90% circa secondo il nostro sondaggio, sotto il blogroll). Voi direte: 'visto? quelli fanno i governi lo stesso, anche con 4 gatti che votano, tantovale...'. Tantovale un corno! Domandiamoci piuttosto: che tipo di persone nuove saranno quelle che non sono andate a votare? Quale nuova coscienza avranno? E con quella nuova coscienza, cosa sapranno fare? Ce lo dicono proprio quei ferrovieri che in maggioranza non hanno votato il contratto-truffa. Non staranno certamente con le mani in mano. E infatti... non si accontentano di una manifestazione.
Dato che sono la maggioranza, ma soprattutto perché sono forti di una nuova coscienza, questi ferrovieri hanno deciso di staccarsi dal cordone ombelicale dei sindacati per crearne uno tutto loro, autonomo, auto-organizzato. Non è poco in tempi di servilismo e di apatia. Persino la sola intenzione di autonomia è già una rivoluzione culturale. Quindi i ferrovieri saranno a Roma il 20 novembre 2012, sotto le sedi dei sindacati, sia a proclamarsi autonomi, sia a dichiararsi per ciò che sono, una maggioranza consapevole, non asservita e delegante.
Tutto ciò insegna una cosa molto semplice da capire: possono fare i governi anche con 20 voti, ma fuori dal palazzo avranno a che fare con un popolo autenticamente cosciente di sé, che seppellirà i despoti con la forza dell'autodeterminazione e l'autonomia, creando da soli quello che necessita loro. Le rivoluzioni si compiono passo dopo passo, il primo è quello del non voto, che è un messaggio preciso e forte, ma dev'essere un non voto basato su questo nuovo tipo di coscienza, vera, umana, forte, dignitosa, non propensa alla servitù volontaria e alla delega. Il resto verrà da sé, e sarà libertà.

il comunicato dei ferrovieri incazzati

nella foto, Pino Pinelli, ferroviere anarchico ammazzato dagli sbirri



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