venerdì 27 gennaio 2017

Il sentiero verso la libertà

Non si può creare un nuovo sentiero nel bosco fintanto che non si comincia a percorrerlo. I sentieri si possono formare soltanto in questo modo: percorrendoli. All'inizio ci saranno rovi, ma più si cammina e meno rovi si avranno. Chi si astiene dal percorrere nuove strade, e non contribuisce così alla loro formazione, o è felice della vecchia e dolorosa strada, o ha paura di qualcosa di diverso. Prendiamo questi due casi. Se una persona è felice della vecchia strada, una strada che ha sempre dimostrato di essere sterile e malvagia, non dovrebbe lamentarsene, mentre invece io sento lamenti che mi giungono in continuazione da questi viaggiatori che in realtà non viaggiano, ma ripetono noiosamente un cammino di schiavitù essendo convinti che sia libertà. Se invece la persona ha paura di qualcosa di diverso, questa persona ha seri problemi psicologico-culturali che sono soltanto suoi, sono suoi fantasmi, e dovrebbe porvi rimedio. Non si possono congetturare pericoli sulla base di pregiudizi, magari messi in testa da chi ha tutto l'interesse che si cammini sempre e soltanto sull'unica strada. E non si possono nemmeno ipotizzare dolori su una strada che non si conosce quando per cinquemila anni si è percorso un calvario costante e straconosciuto. Non c'è bisogno di scomodare analisti e cervelloni vari per capire che tutti quelli che denigrano o rigettano a priori qualcosa che non conoscono stanno soltanto difendendo e perpetuando qualcosa che ormai da troppo tempo il buon senso suggerisce di distruggere, abbandonare, cancellare.

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