lunedì 27 novembre 2017

Tra ragione e istinto preferisco la libertà

Ha fatto più danni il raziocinio umano che l'istinto animale. E' un dato di fatto. Ma attenzione, non sto accusando l'essere umano (come fanno alcuni che qui non definisco), poiché anche lui, l'essere umano, è un animale. Io accuso la sua organizzazione sociale, che è relativamente giovane, fondata su valori disumani e autoritari, dove la ragione è al servizio di princìpi del tutto criminali e autoritari che vanno contro l'essere umano stesso, contro il concetto più alto e profondo di libertà, contro la gioia di vivere e la ricerca del piacere. Tutto si è trasformato in cultura della morte, della prigionìa, della competizione, della guerra, della sorveglianza, dello sfruttamento, del legalitarismo illuminista forcaiolo... di tutte quelle cose che, con la scusa della 'sicurezza' e di qualche altro pretesto, sono contrarie al senso stesso della vita naturale.
D'altra parte Fromm è stato chiarissimo: l'essere umano (chiamiamolo impropriamente qui 'occidentale' per distinguerlo dal 'non civilizzato' che invece è spesso pacifico) è più malvagio degli animali non per un fatto biologico, ma perché su di lui, sul suo carattere, agisce il fattore ambientale che egli stesso si costruisce, agisce un tipo specifico cultura autoritaria in cui egli ha finito per credere dogmaticamente. Ma fa comodo pensare che siamo nati tutti cattivi, in modo tale da rassegnarci e approvare l'esistenza un potere esterno che ci governi. Senonché dovremmo anche capire che chi ci governa è un essere umano come tutti, quindi dovrebbe essere biologicamente malvagio anche lui, e non c'è cosa più stupida che consegnare il potere in mano a qualcuno o ad un gruppo di individui malvagi. O no?
La delega è un atto comodo e vigliacco, che deresponsabilizza. E così, quando il luogo comune imperversa anche nell'accusa secondo cui un essere umano senza governo esterno sarebbe come un animale governato solo dal suo istinto, io penso che, dati i risultati, avremmo fatto meglio a seguir istinto anziché canoscenza, con buona pace di Dante, ché la virtute, dico io, appartiene soltanto a chi sa gioire della vita e della libertà, non a chi le reprime e si fa servo! Detto ciò, però, io credo che la soluzione non stia nel seguire soltanto l'istinto (come potremmo?), ma nell'intraprendere una direzione diversa dall'attuale, anche con il supporto della ragione. 
La direzione opposta a quella autoritaria è quella libertaria. Ma non si cambia direzione delegando, bensì agendo in prima persona nell'autogestione di ogni cosa, senza più creare padroni, e occorre farlo qui e ora. Non ci vuole maturità o 'evoluzione', ma volontà di abbandonare le vecchie convinzioni, le strade consuete, ciò che tutti pensano sia saggio e giusto. Non lo è! Abbandonare dunque la cultura in cui si crede, questo è difficile da fare, non autogestirsi la vita! E allora stacchiamoci dai dogmi, cambiamo la cultura, non insegnate ai bambini la vostra morale! forza!

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