Le cosiddette streghe venivano uccise anche perché sapevano curare le persone e lo facevano in un clima di solidarietà comunarda. Esse svolgevano un'attività per la quale altri, da lì a poco, per mezzo di una certificazione scolastica, avrebbero chiesto danari, riconoscimenti ufficiali ed esclusività, senza farsi tanti scrupoli e spessissimo senza avere alcuna reale competenza medica (ma bastava che di fronte al malato confabulassero in latino per farsi percepire come 'dotti' - rimane celebre la satira di Molière nei confronti di quei ciarlatani titolati, i quali avevano, per tutte le malattie, la medesima cura: salassare e purgare. Stop). Non a caso, lo sterminio delle donne curatrici si svolse agli albori della formazione degli stati nazionali, con la centralizzazione del potere e la necessità di ufficializzare il ruolo di uno specialista-di-settore al servizio dei potenti e del loro profitto: aziendalizzazione ante litteram (il capitalismo c'era già da almeno 300 anni).
Ora, 'se una pianta come la cannabis riesce a curare certe malattie' - dice il potere da qualche tempo - 'forse è meglio non lasciare che le persone la usino liberamente, se poi invita pure alla distensione tra le persone, vanifica il mio lavoro di educazione alla competizione/divisione che svolgo nelle scuole e che a me serve come il pane per poter esistere'.
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