Amici, ITALIANI IMBECILLI decide di occuparsi di arte e questo per alcuni motivi. Il primo è quello relativo al fatto che, in un'Italia sempre più lisa da eventi nefasti, forse l'unica cosa bella che ci rimane è il patrimonio artistico. Un patrimonio che val la pena tutelare e da tenere sotto controllo. Sì perché c'è anche il rischio di non veder più neanche la torre di Pisa, visto l'andazzo rubaiolo dei nostri governi che, pur di far cassa, sarebbero capaci di vendersi il marmo della torre, un tot al quintale. Per conseguenza, ci sembra anche salutare proporre temi che aiutino a stemperare le nevrosi. Tuttavia, nel corso della nostra Storia, l'arte ha anche assunto ruoli scomodi per il potere e perciò vi accorgerete che, a volte, ricorreremo alle opere anche per avanzare le nostre denunce. Infatti, un altro motivo è quello del legame indissolubile tra ogni opera e il suo contesto storico e sarebbe il caso di andare a vedere come gli artisti abbiano saputo reagire, di volta in volta, alle distorsioni e alle ingiustizie; in questo modo noi possiamo trovare spunti di riflessione, nel continuo rapporto tra noi stessi e il nostro contesto.
L'opera che proponiamo adesso è la famosa 'Tempesta' di Giorgione da Castelfranco, realizzata nel 1507 e che attualmente si trova a Venezia (Galleria dell'Accademia). Non faremo un'analisi critica dell'opera, ma vogliamo semplicemente usarla come metafora della situazione italiana. Nell'opera si prepara una tempesta e... in Italia? Le basi per un 2009 tempestoso ci sono tutte e, ancorché non si conoscano le identità dei due personaggi inseriti nell'opera, noi cittadini possiamo sicuramente identificarci con loro, sperduti (forse), isolati, quindi un po' distanti, inerti e apatici e sotto un cielo che non promette niente di buono. Il lampo -che tanto ha ispirato gli impressionisti- può essere considerato in vari modi. Lasciamo però a voi il còmpito di decidere che cosa possa rappresentare.
L'opera che proponiamo adesso è la famosa 'Tempesta' di Giorgione da Castelfranco, realizzata nel 1507 e che attualmente si trova a Venezia (Galleria dell'Accademia). Non faremo un'analisi critica dell'opera, ma vogliamo semplicemente usarla come metafora della situazione italiana. Nell'opera si prepara una tempesta e... in Italia? Le basi per un 2009 tempestoso ci sono tutte e, ancorché non si conoscano le identità dei due personaggi inseriti nell'opera, noi cittadini possiamo sicuramente identificarci con loro, sperduti (forse), isolati, quindi un po' distanti, inerti e apatici e sotto un cielo che non promette niente di buono. Il lampo -che tanto ha ispirato gli impressionisti- può essere considerato in vari modi. Lasciamo però a voi il còmpito di decidere che cosa possa rappresentare.
5 commenti:
Cosa possa rappresentare?, bisognerebbere entrare nella testa di Giorgione, ma non mi pare che oggi ci siano figure femminili così svestite, come nel quadro, che allattino come se nulla fosse fuori dal loro essere; specie dopo che Facebook ha rimosso gli "allattamenti" per far posto a osceni osanna mafiosi. E nemmeno credo che la figura maschile sia poi così interessata alla futura tempesta, piuttosto pare che guardi di sottecchi la fine dell'allattamento per poi fare quattro chiacchiere con la femmina...
La preparazione della tempesta è un fatto a sé, avulso dalla presenza delle figure umane; arriverà senza por tempo in mezzo, all'improvviso e l'uomo e la donna saranno coinvolti da questo evento. La case sono troppo relativamente lontane per poterli proteggere. Non so, se vogliamo sforzarci di trovare una similitudine con quanto ci sta venendo incontro...
Adoro i quadri in cui le donne raffigurate hanno la pancia! Mi consolano...
La tempesta tanto preannunciata io spero proprio che non arrivi, benchè vivendo in campagna mi sento più tutelata di chi può perdere il posto di lavoro e trovarsi veramente senza nulla.
Se avrà da essere, sarà una tempesta economica, una sorta di guerra "nuova", senza armi, ma con risvolti difficili da prevedere.
Rispolveremo un pò la Teoria dei Fisiocratici, che sosteneva che la ricchezza proviene dalla terra e contrastava l'allora nascente era industriale.
La terra, oltre a produrre sempre e comunque "ricchezza" ha il pregio di sminuire enormemente i bisogni dell'uomo: gli abiti non c'è bisogno che siano firmati e vengono usati fino alla consunzione (si dice così?), i mezzi di trasporto non necessitano di particolari luccichii domenicali, i supermercati sono frequentati solo in casi di stretta necessità e non come méte dei giorni festivi, ecc, ecc.
Insomma, si può essere nel mondo anche vivendo, per così dire, fuori dal mondo, eliminando un bel pò di superfluo e di spreco.
Guardando in questa direzione penso che ci possano essere tante soluzioni da prospettare...
@ Riverinflood
Giorgione ha sempre avuto un qualcosa di misterioso. I suoi quadri sono ancora adesso enigmi. Ho usato questo quadro come metafora della situazione italiana: si sta preparando una tempesta, anche da noi. Il lampo, rapportato ai nostri giorni, potrebbe essere la metafora di un fatto sconcertante o di un personaggio politico che scatena il finimondo, ecc. Proviamo a giocare con la fantasia. Potrebbe anche essere una tempesta positiva, per il nostro paese, come lo fu l'inchiesta 'manipulite'... chissà.
@ pia
E' magnifico vivere in campagna, soprattutto per le caratteristiche che tu enunci. Tutto vero. Sai, ci sono artisti che hanno lottato duramente contro i poteri forti e che inneggiavano all'ottimismo per nascondere le brutture... vedrai nei prossimi post... penso che ti interesseranno particolarmente e, visto che vivi in campagna, ti toccheranno da vicino.
CIAO
mi sorprende quest'Italia che spesso non si accorge delle proprie bellezze artistiche..bel post..ciaoooooooo
Scusami se passo a chiedere anche un tuo contributo, a proposito di noi italiani imbecilli che non ci accorgiamo o non volgiamo accorgerci cosa sta succedendo intorno a noi, chiedo umilmente un tuo aiuto per un iniziativa intrapresa. Appena puoi passa da me!
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