lunedì 2 febbraio 2009

Propaganda e metodi di persuasione televisiva: alcuni parallelismi tra la tv italiana e quella del regime comunista in Estonia

Un post di Kristel (Pensieri in libertà) ci ha spinti ad affrontare ancora il tema della propaganda televisiva, vista attraverso l'esperienza diretta e in un parallelismo tra la TV italiana e quella estone, quando l'Estonia era ancora governata dall'Unione Sovietica.
Oggi Kristel vive in Italia, ma la sua infanzia l'ha vissuta in Estonia, Paese d'oltre cortina -come si diceva un tempo- dove il regime comunista era imposto più per forza che per amore.
Non vogliamo fare necessariamente un paragone tra pre e post-comunismo, ma vogliamo indagare su come la TV di un regime acclarato sia simile al nostro (che è ben mascherato ai più). Ci siamo avvalsi di un'intervista a distanza, via mail, di cui proponiamo la lettura integrale nel link a fine post. Qui argomenteremo intorno al tema, ispirandoci anche alle parole di Kristel.
Partiamo col dire che in Estonia la gente era cosciente della propaganda televisiva e questo dato ci sembra interessante, non solo perché differisce dallo stato di incoscienza del nostro popolo, diseducato televisivamente, ma anche perché, pensiamo, proprio questa loro consapevolezza ha favorito la spinta verso la disfatta del regime, nel 1992.
Detto ciò, dall'intervista emerge chiaramente che il mantenimento del regime faceva leva su un falso ottimismo mediatico che è simile a quello imposto dalla nostra televisione. Ma, mentre in Estonia il popolo sapeva che la tv raccontava frottole, da noi si dà ancora assoluto credito alle 'notizie catodiche' e ai giornalisti asserviti al potere. In Estonia sono stati più furbi? C'è da dire che gli estoni erano soliti guardare anche televisioni scandinave, dove le notizie avevano un carattere e un contenuto diversi. Ci si poteva fare un'opinione diversa. Da noi, questa pluralità d'informazione la troviamo grazie a internet, un mezzo però non ancora utilizzato dalla 'massa', quindi poco influente.
La tv estone -che si affermò in Estonia a metà degli anni '80- raccontava ciò che il regime aveva fatto di buono per il loro Paese e insisteva sulla felice condizione del popolo. Esistevano anche delle trasmissioni di critica sociale, ma queste trasmissioni non approfondivano gli argomenti, li evitavano volontariamente. La satira era permessa, purché non nuocesse troppo al potere.
Coloro che credevano in questo tipo di tv erano certamente i russi, ma soltanto quelli con una bassa cultura. E' importante sottolineare come le nuove generazioni estoni, quelle cresciute tra la fine degli anni '70 e gli anni '80, avessero piena coscienza della propaganda; questa coscienza è stata loro infusa attraverso un'educazione anche scolastica, collegiale. Ci sembra importante sottolineare questo, poiché crediamo che la scuola, l'educazione, l'apprendimento, siano indispensabili per una buona consapevolezza di sè in rapporto al contesto. Quindi in Italia dobbiamo sperare negli insegnanti, negli educatori... persone importanti che questo governo vuole screditare attraverso 'riforme' scolastiche devastanti.
La televisione nostrana elargisce quotidianamente la sua dose di calmanti e soporiferi vari e, parimenti alle tv dei regimi acclarati, tende a nascondere i fatti o a distorcerli, cambiandone il messaggio, il carattere. Una vera satira, da noi come nell'Estonia comunista, non è consentita e gli episodi di censura li conosciamo tutti. E non è soltanto una questione di tv pubblica e privata, ormai questa distinzione non può più sussistere. Vi sono trasmissioni, anche da noi, in cui sembra che si stia discutendo intorno a un problema sociale, in realtà non si centra mai la questione, non si va mai al nodo, non si identifica il ceppo maligno. Quando le redazioni televisive si occupano seriamente dei problemi (perché se vogliono ci riescono), lo fanno per asservire il potere e la sua propaganda, orientando le coscienze degli italiani medi (mediocri) in una precisa direzione, come avviene in questi giorni, dove assistiamo a un martellamento sul tema 'cattivo extracomunitario', utilizzando i pretesti più vari, come le inchieste approfondite sugli stupri da parte di emigrati e finalizzando il tutto alla costruzione della xenofobia nel nostro Paese. Si utilizzano parole scelte ad hoc, come 'immigrato' e 'clandestino' che, ripetute continuamente in un contesto denigratorio (effetto ridondanza), si innestano nel dizionario della nostra coscienza con un'accezione negativa e che fa, di questi stranieri, degli orribili esseri spregevoli. Sono persone come noi e, se hanno colpe e difetti, questi non sono maggiori dei nostri.
Concludiamo dicendo che la tv italiana, soprattutto oggi, sta lavorando di gran lena per una propaganda di regime -come fece quella estone- ma di stampo fascista, strumentalizzando le notizie, scegliendone alcune, scartandone altre, interpretando i fatti. L'unico modo per combatterla è avere coscienza delle sue strategie comunicative, guardarla con occhio critico, pensare sempre che ciò che ci viene detto non corrisponde alla verità (anche se sembra). E su questa frase finale, informiamo che ci saranno altri post sul tema 'metodi di persuasione'.

L'intervista a Kristel

8 commenti:

Anonimo ha detto...

In generale, sì. Ma da noi il problema massimo è "l'opinione della gente comune". Che non si smuove mai dal suo pascolo.

Damiano Aliprandi ha detto...

Molto interessante questo post.

"Non esistono fatti , ma solo interpretazioni" diceva Nietzsche.
"Ma se i fatti già ce li propinano interpretati a modo loro, la cosa è ancora molto più complicata" aggiungo io... visto che la tv all'epoca ancora non esisteva.

Un abbraccio!

coscienza critica ha detto...

@ Riverinflood
Un'idea per un titolo di blog: 'Italiani Pecoroni'

@ l'incarcerato
E' vero, per una volta sono d'accordo con il filosofo tedesco. Penso che uno dei prossimi post verterà su questo argomento: l'interpretazione dei fatti.
Ciao, un abbraccio anche a te :-)

Anonimo ha detto...

Anche a me è piaciuto il post. L'intervista è interessante, con informazioni di prima mano. La cosa che purtroppo salta agli occhi è che noi Italiani siamo molto diversi.
Non voglio essere pessimista e credo che chi ha già aperto gli occhi, e non crede più da tempo alla propaganda governativa, ha il dovere morale di informare il suo prossimo, con costanza, senza demordere. Alla lunga vinceremo.

Per quanto riguarda l'interpretazione dei fatti, credo che sia un problema solo politico, di comodo. Un fatto è un fatto, se viene interpretato diventa una opinione.
Un saluto.

coscienza critica ha detto...

@ holamotohd
Sì, holamotohd, abbiamo il dovere morale di informare... a proposito, ma tu non hai un blog?
Riguardo all'interpretazione dei fatti, come dici tu è una questione politica, certo, ma c'è anche dell'altro. Credo che faremo un bel post su questo argomento.

Anonimo ha detto...

@ coscienza critica
Non ho ancora un blog. Sto provando a metterne su uno, ma credo ci metterò molto tempo, perchè curo un anziano disabile ed ho i miei limiti con la conoscenza del computer, senza contare che per metterne su uno di un certo spessore bisogna avere almeno delle idee :-)).
Mi piace molto il vostro blog, se non ti spiace vorrei continuare a frequentarlo, anche se non ne ho uno mio.
Per quanto mi riguarda, cerco di informare le persone che frequento dialogando, passando i link dei blog interessanti, ma soprattutto prestando libri di informazione. Per me il cartaceo ha ancora il suo fascino ;). Scusa se alle volte manco di sintesi......
Un saluto.

coscienza critica ha detto...

@ holamotohd
Tu sei sempre il benvenuto, qui. Ci chiedevamo soltanto come mai una persona con le tue capacità di scrittura e di comunicazione non abbia ancora un proprio blog. Noi ti incoraggiamo in questo. Naturalmente, in subordine ai tuoi dignitosi e rispettosi impegni.
Creane uno e non ti preoccupare del tempo che ci vorrà, si cresce a poco a poco. Siamo sicuri che anche il tuo blog prenderà presto il volo e avrai tante soddisfazioni e lettori.
Per l'ammanco di sintesi non c'è problema, nei commenti fa sempre piacere leggere molti pensieri. Piuttosto, il difficile è sintetizzare nei post. Un post troppo lungo è poco seguito. Ma ci sono volte che non si può sintetizzare più di tanto (vedi proprio questo post) e pubblichi sperando che qualcuno legga fino in fondo.
A presto ;-)

Anonimo ha detto...

Grazie per le lodi e l'incoraggiamento, sono preziosi per me.

E' vero, è difficile sintetizzare nei post, ma il lettore, se non è proprio sprovveduto, si accorge se il contenuto è valido e sentito, e legge volentieri anche un post lungo.

Siamo talmente abituati agli spot, agli sms, ai trailer, ad una vita frettolosa e mai gustata, che perdiamo di vista il senso stesso delle cose. Ogni tanto ci si deve fermare a riflettere, approfondire, capire...

Un saluto e a presto :D

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