domenica 4 luglio 2010

6 luglio 2010, presidio nazionale dei lavoratori della scuola

Si svolge in Piazza Navona, a Roma, a partire dalle ore 10 l'ennesimo sit-in di protesta dei lavoratori della scuola contro la manovra finanziaria che li colpisce fortemente e dopo che la 'riforma' ha già fatto sterminio di decine di migliaia di lavoratori del settore, nel pressoché totale silenzio dei media e la complicità di molti sindacati. Per amor d'informazione diciamo che la 'riforma' della scuola pubblica è attualmente al vaglio del Tribunale Amministrativo dopo essere stata impugnata da un foltissimo manipolo di docenti (altro che sindacati!), i quali hanno ravvisato una scorrettezza formale (ma anche sostanziale) dovuta alla mancata pubblicazione della 'riforma' sulla Gazzetta Ufficiale (la sentenza del Tar si conoscerà a metà luglio).
Ormai non si contano più le proteste della scuola. Da quando si è insediato questo governo, la scuola pubblica ha visto un inesorabile declino e la conseguente reazione di chi, dentro la scuola, ci lavora o per meglio dire -ahinoi- ci lavorava. Oltre 100 mila licenziamenti non sono uno scherzo, si tratta -vogliamo ripeterlo- del più grande licenziamento di massa della nostra storia. Adesso si abbatte sui docenti anche la scure della manovra economica. E non solo sui docenti. Crediamo che non vi sia più nessuno che possa ancora credere alle parole di chi ci sta governando, perché quando dai media di regime si sente dire che il governo 'non mette le mani in tasca ai cittadini' è soltanto l'ultima delle menzogne proferite da Berlusconi e dai suoi servi.

Tutta l'Italia protesta, record di scioperi.
Dicevamo che ormai non si contano più le proteste della scuola, ma se dobbiamo dirla fino in fondo, non si ricorda -nella nostra storia- un numero così alto di scioperi e di manifestazioni concentrati in soli due anni e che riguardano anche altri settori della società. Metalmeccanici e ferrotranvieri, magistrati e giornalisti, sindaci e docenti, impiegati e gente comune... Si sono visti scioperi di tutti i tipi, di 4 ore, di 8 ore, scioperi generali, scioperi di categoria... e poi sit-in, blitz nei ministeri, interventi e appelli, blocchi del traffico stradale e ferroviario, spargimento di letame davanti i palazzi del regime, contestazioni sempre puntuali nelle visite del premier e dei ministri nelle varie città (una piccola collezione del 2009), spedizione di lettere di protesta a Napolitano e alle redazioni del TG1. E poi ancora manifesti, striscioni, cartelli, scritte sui muri e sulle magliette. Infine noi, popolo della rete, con la nostra indignazione quotidiana (di cui faremmo volentieri a meno) e i nostri blog, social network, forum e siti, dove le informazioni offerte restituiscono al lettore la realtà, cioè tutte quelle notizie che la TV nasconde.
E allora, alla luce di tutto ciò, pensiamo davvero che l'Italia ne abbia abbastanza di Berlusconi e che se soltanto tutte le categorie sociali si unissero in una grande manifestazione, ce ne sarebbe abbastanza per prendere due Bastiglie. Uniamo le forze.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma è possibile che nel nostro paese Italia, Italiani, Lavoratori e Politici siano 4 cose scisse ? 4 entità diverse ? mah

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